La buona notizia è che Grazia Deledda, la scrittrice nuorese premio Nobel per la letteratura, è la prima figura laica a guidare la classifica delle donne alle quali è stato riservato l’onore di avere una strada che celebra il loro valore. Ben 10 città italiane hanno scelto di rendere omaggio alla scrittrice di cui quest’anno ricorre il 150esimo anniversario della nascita. Ma è una magra consolazione. In 21 capoluoghi di regioni e province in Italia, le strade intitolate a persone sono 24572, e 1626 di queste, appena il 6,6 per cento, portano i nomi di donne sante e religiose oppure figure che si sono distinte nel campo delle letteratura, dell’arte o della scienza.

I curiosi dati sono pubblicati nel sito mappingdiversity.eu. nel progetto di OBC Transeuropa e Sheldon.studio (che ne cura la veste grafica) costruito per EdjNet (European data journalism network) e curato da Giorgio Comai e Alice Corona, con Lorenzo Ferrari, Ornaldo Gjergji e Chiara Sighele. «I nomi delle nostre strade – si legge in apertura - non sono innocui elementi urbani, utili solo per orientarci nei luoghi che percorriamo: hanno un forte potere simbolico, sono stati e continuano a essere frutto di processi decisionali legati alla legittimazione del passato, e alla costruzione della memoria storica collettiva su quel passato. Non è un caso che, dalla Rivoluzione Francese alle proteste Black Lives Matter, le richieste politiche di cambiamento siano state accompagnate da momenti carichi di simbolismo legati alla rinominazione di strade, piazze e altri spazi urbani». In questo sito l’odonomastica dell’Italia contemporanea, ovvero chi è visibile e chi invece rimane nell’invisibilità, viene affrontato con una prospettiva di genere.

Se un premio Nobel, va da sé, merita a pieno titolo una strada o una piazza – il grande rivale di Deledda, Luigi Pirandello, ne ha 14 a suo nome – chi sono le altre 1625 figure femminili alle quali è stato riservato questo onore?

Beh, la risposta è facile: sono sante, martiri. Donne che le circostanze della vita hanno avvolto in un’aura di misticismo e sacralità che le ha rese intoccabili, lontane. Da venerare, come Maria, la Madonna. Compare più di un centinaio di volte nelle strade delle 21 città considerate dallo studio. In tutti i capoluoghi, tranne Aosta, ci sono strade o piazze a lei dedicate - con 65 diversi appellativi, da Madonna del Mare a Virgo Potens.

Le donne che hanno svolto una professione, facendosi strada in un mondo che ha ragionato e ancora ragiona al maschile, sono appena 959. Per paradosso, se avessero una strada a loro nome le donne uccise da uomini “che le amavano troppo”, anche loro martiri, il rapporto sarebbe tristemente ribaltato.

Ma che cosa succede a casa nostra, a Cagliari? Di 1542 vie e piazze, 716 sono intitolate a persone, e ben 660 hanno i nomi di uomini. Nonostante questo sbilanciamento, c’è chi fa peggio di noi. Se a Cagliari i nomi di donne sono appena il 7,8 per cento, a Torino il 5, a Trieste il 3,4, ad Ancona il 3,5, a Bologna il 5, ancora peggio Milano con il 4,9, per non dire di Aosta, ferma al 2,7: su 73 strade intitolate a persone, ci sono solo due strade dedicate a figure femminili, la crocerossina Ermelinda Ducler e la partigiana antifascista Aurora Vuillerminaz. Guida invece la classifica “femminile” Bolzano con 13,5, seguita Venezia con il 10,1 e Trento con il 9,8. Meglio di noi anche L’Aquila con il 9,3; Palermo con l’8,1 stessa percentuale di Catanzaro.

A conti fatti, il 93 per cento di strade intitolate a persone celebrano un uomo, primo su tutti Giuseppe Garibaldi.

Ma oltre alle sante e alla già citata Grazia Deledda, a quali donne è stato accordato l’onore di avere una strada o una piazza col proprio nome? Per esempio a Maria Callas, celebre cantante lirica, presente in 6 città. Anna Magnani, grandissima attrice, citata 4 volte; la scrittrice Elsa Morante (5), Matilde Serao e Ada Negri (7) la velocista Ondina Valla (4), appena due per il premio Nobel Rita Levi Montalcini rispetto alle 4 vie della scienziata Marie Curie. Due anche per la giornalista e scrittrice Oriana Fallaci e la cantante Maria Carta. E via scorrendo il maschilissimo elenco. Come dire, la strada è davvero lunga e i nomi di candidate tante.

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