La Sardegna fa acqua da tutte le parti, tranne che da dove spereremmo di averla, cioè dal cielo. Invece ne arriva sempre meno, considerato che Giove si sta impigrendo sempre più, e quando piove lo fa poco, talvolta male perché cade troppa acqua tutta insieme, il che produce danni e consente di conservarne poca laddove deve stare: nei bacini.

I dati sono impietosi: in Italia, siamo la quarta regione che disperde più acqua dalle condotte colabrodo. E siamo pure migliorati molto, considerato che l’Ente autonomo del Flumendosa (Eaf) e Abbanoa (reti idriche urbane) negli ultimi anni hanno investito molti fondi per sostituire condutture principali e reti idriche urbane stravecchie e malandate. Ma lo erano quasi tutte, quindi dobbiamo accontentarci di migliorare un po’ ogni anno, pur restando quarti in classifica ma dalla parte sbagliata: è la lista di chi spreca di più. Nel nostro caso, si pompano dai bacini 424 litri per ogni sardo ogni giorno, ma a quello stesso sardo ne arrivano soltanto 224. Significa che oltre la metà (52,8 per cento, per la precisione) sfugge nelle perdite. E se noi sprechiamo metà dell’acqua pompata negli acquedotti, non l’abbiamo neanche per le lacrime: quindi, piangiamo in maniera asciutta quando leggiamo che nella migliore regione d’Italia, cioè l’Emilia Romagna, si perde “solo” il 29,7 per cento dell’acqua immessa negli acquedotti. Noi siamo un po’ sotto il doppio degli sprechi.

E allora, certo: se piovesse di più staremmo meglio, pur buttando via il 52,8 per cento di quel “di più”, ma c’è anche il fatto che piove sempre meno per via della crisi climatica, che peraltro ci sbatte in faccia inverni sempre più secchi ed estati sempre più torride. Con buona pace dei negazionisti, considerato che i dati sono dati e non cambiano quando qualcuno fa spallucce e raglia: «Siamo d’estate, è ovvio che faccia caldo». Come se l’aumento delle temperature medie che va avanti ogni anno potesse essere spiegato con questa banalità.

In ogni caso, la media italiana è del 42,4 per cento di acqua immessa in rete che però non giunge a destinazione. In Sardegna siamo quasi al 53 per cento, nella regione peggiore (la Basilicata) si pompano in rete 520 litri d’acqua al giorno per ogni residente, ma gliene giungono solo 341 (la perdita è del 65,5 per cento). Secondo nella classifica degli spreconi è l’Abruzzo, ma solo per qualche decimale: le perdite sono al 62,5 per cento. Terzo il Molise, con uno spreco del 53,9 per cento, e quarti siamo poco orgogliosamente noi sardi, con il 52,8 per cento, seguiti da Sicilia, Campania, Umbria, Calabria, Lazio e Friuli Venezia Giulia.

Scorrendo la classifica dall’altra parte, quella dei virtuosi, dietro la capolista Emilia Romagna (29,7 per cento di perdite) c’è la Val d’Aosta con il 29,8, e poi la Lombardia con il 31,8 per cento.

Tutti questi dati ufficiali sono raccolti in uno studio della Cgia di Mestre, cioè l’Associazione artigiani piccole e medie imprese, il cui Centro studi è sempre attivo. Ed è proprio dai loro dati, che emerge (dall’acqua sprecata) il fatto che ogni cento litri pompati negli acquedotti in Italia, all’utente ne arrivano poco meno di 58. Gli altri 42 se ne vanno in perdite, e il dato equivale a 3,4 miliardi di metri cubi. Se si preferisce saperlo in litri, ne sprechiamo 3.400 miliardi.

Se parliamo di Comuni, la maglia nera dell’intero Paese va certamente a Potenza: ogni cento litri immessi in rete, lì se ne perdono 71, quindi agli utenti ne arrivano 29. A Chieti il dato dell’acqua persa dai tubi è del 70,4 per cento, a L’Aquila del 68,9, a Cosenza del 66,5 per cento. E chi è, che per quanto riguarda gli sprechi d’acqua è il migliore? È Como, con il fisiologico 9,2 per cento di perdite. Pavia è al 9,4, Monza all’11, Pordenone al 12,1 e Milano al 13,4 per cento. Con migliaia di chilometri di tubature.

Lo dice per prima la Cgia di Mestre: con le poche precipitazioni che vediamo, buttare via tutta quell’acqua è un delitto. Il disastro è soprattutto al sud, e in questo caso la Sardegna è sud e non centro Italia, e per questo motivo siamo il Paese più “idroesigente” d’Europa: perché buttiamo con le perdite troppa acqua.

La Cgia di Mestre ha fatto anche la classifica per Comuni capoluogo. Ne viene fuori che Sassari ha la rete idrica peggiore in Sardegna, considerato che in perdite se ne va il 63,4 per cento dell’acqua pompata: undicesimo posto tra le peggiori a livello nazionale. La segue di poco Oristano, 14esima tra le peggiori con il 60,4 per cento di acqua sprecata. Nuoro è al gradino 19 del colabrodo (55,4), Cagliari al numero 25 (53,5) mentre se la passa bene Carbonia, al 90esimo posto con “appena” un litro su cinque disperso dall’acquedotto: 21,7 per cento. La media dei capoluoghi di provincia italiani è del 35,2 per cento di perdite. Insomma, Carbonia ci salva la faccia. E non è affatto una bella faccia.

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