Meglio non essere ai primi posti, in certe classifiche, e per fortuna in questa la Sardegna non lo è. Uno dei gradini più alti nell’Isola lo occupa Cagliari al 72° posto, e poteva anche andare peggio, considerato che stiamo parlando della lista di capoluoghi di provincia (o di ex province) in cui si è registrata l’inflazione più alta per quanto riguarda l’energia elettrica, il gas e gli altri combustibili.

Nel periodo preso in esame, cioè da giugno 2021 a settembre di quest’anno (poco più di un mese fa), i rincari a Cagliari sono stati del 57,7%. È appena di più del risultato di Sassari, che in graduatoria è due posti più sotto (74esima), con un’inflazione energetica (chiamiamola così) del 56,9%. Fa peggio di tutti Olbia-Tempio, 54esima per rincari delle fonti di energia con una crescita dei prezzi pari al 63,4. Gli altri capoluoghi attuali o del passato sono più giù dell’80esimo posto, quindi la loro posizione precisa nemmeno è riportata in questo studio condotto dall’Unione nazionale consumatori, che elaborando i più recenti dati forniti dall’Istat (l’Istituto di statistica pubblico) ha elaborato questa graduatoria.

Chi sta peggio di tutti, quando deve pagare l’energia elettrica, la fornitura di gas o gli altri combustibili? Il primato, di cui non andare affatto orgogliosi, ce l’ha Aosta, piccola nelle dimensioni ma grande nella spesa energetica per famiglie e imprese. I rincari, lì, tra giugno 2021 e settembre 2023 hanno sfiorato la soglia del raddoppio delle tariffe, con un +94,6% che atterrisce. Nove punti percentuali in meno, ma comunque secondo posto nella lista dei rincari, per Alessandria con l’85,3%, seguita da Cuneo che è terza con un +83,2%. E che in Piemonte le tariffe siano impazzite lo dimostra il fatto che, dalla quarta alla settima posizione della classifica dell’inflazione energetica, ci siano altre sue città: rispettivamente, a partire dal quarto gradino, Vercelli, Biella, Torino e Novara.

C’è chi sta meglio di tutti: per ironia della sorte, ad avere l’inflazione più bassa per l’energia è un posto che si chiama Potenza, 79esima in graduatoria con un aumento delle tariffe pari al 46,4%. Prevale su Napoli (gradino 78) con il 55,4% e su Reggio Calabria con i 55,9%. Quart’ultima, nella classifica dei rincari energetici, è dunque Sassari al 74esimo posto, e come abbiamo visto sta bene Cagliari due livelli più su.

I prezzi hanno avuto una fiammata non gigantesca, dunque, in Sardegna, considerato che l’Isola occupa posizioni basse anche nella classifica dei maggiori ribassi per energia elettrica, gas e altri combustibili. Significa che le tariffe erano già molto sostenute prima del 2021, e per questo non c’è stato il picco di Aosta o del Piemonte da allora fino a oggi, e di conseguenza quando i valori sono scesi in tutta l’Italia in Sardegna li abbiamo visti calare di meno, in quanto si partiva da valori più bassi.

L’Unione nazionale consumatori ha ricavato, da quelli ufficiali dell’Istat, anche i dati sui ribassi maggiori: una classifica vinta da Bolzano, che ha visto ribassare le tariffe energetiche del 30,8%. Non poteva che seguirla la “cugina” Trento (sono le uniche due province autonome d’Italia) con un meno 30%. Terzo gradino del podio per Potenza, con un ribasso del 21,1%, dal quarto posto in giù seguono Trieste e Verona appaiate, Vicenza, Padova, Belluno, Udine e Treviso. E per quanto riguarda la Sardegna? Il ribasso maggiore della bolletta energetica a settembre 2023 l’ha avuto Olbia-Tempio con un meno 8,3% e un 67° posto. Posizione 68 per Cagliari (ribasso dell’8,2%), mentre Sassari è 69esima con il suo -7,9%.

Per chiudere con le rilevazioni dell’Unc, per quanto riguarda l’energia elettrica nel mercato tutelato tra settembre 2022 e settembre 2023, l’Italia ha visto un ribasso del 27,6%. Se invece consideriamo il periodo non da settembre, bensì da dicembre 2022, il dato schizza al 52,4% di risparmio. Sul mercato libero, invece, tra settembre ’22 e lo stesso mese di quest’anno tariffe giù dell’8,7%, ma se si considera da dicembre ’22 e non da settembre, i ribassi sono stati del 45,6%.

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