Il Palio di Siena è sempre stato un mondo decisamente al maschile, soprattutto per quanto riguarda i protagonisti della carriera, i fantini. Nel corso della storia però c’è stata qualche eccezione. Una, un vero record, esattamente 65 anni fa, quando Rossana Bonelli, oggi ottantottenne, divenne l’unica donna ad aver corso in piazza del Campo nel Novecento.

La storia è molto affasciante e un po’ fiabesca, ma è diventata storia. Così come è storia quella di Virginia Tacci, giovinetta di 14 anni, come raccontano le cronache del sedicesimo secolo, che corse un Palio alla lunga, come si chiamava allora (non in piazza ma nelle vie della città), il 15 agosto del 1581 per la Contrada del Drago, arrivando terza (anche se come si sa i piazzamenti nella corsa senese valgono poco e niente, l’unica cosa che conta è vincere).

La storia

La vicenda che portò Rossana Bonelli invece a montare un cavallo nel tufo della piazza è molto diversa. Rossana, fin da piccola appassionata di Palio e con l’aspirazione a correrlo, era figlia di un intellettuale di allora, Luigi, giornalista e commediografo, a cui era molto legata nonostante all’età di 7 anni fosse stata costretta ad andare in collegio. Ma nella prima infanzia Rossana Bonelli era solita scorrazzare in giardino su un bastone, che lei usava come un cavallino (un cavallino di canna, direbbero gli appassionati di Sartiglia), sulle note dell’operetta che Luigi Bonelli scrisse pensando proprio al Palio. La composizione, dal titolo “Rompicollo”, parlava proprio di una ragazza che per amore riusciva a correre il palio.

Bonelli era amico di Luigi Zampa, il regista che decise di girare un film sulla corsa storica di Siena, “La ragazza del Palio”, con l’attrice americana Diana Dors e Vittorio Gasmann, costruendo la sceneggiatura proprio sulla falsariga della storia raccontata nell’operetta. In sostanza, una ragazza americana, Diana Dors, arrivava a correre il Palio per amore. Fu così che una troupe iniziò a girare a Siena e Rossana, rientrata in città dopo anni trascorsi a Merano a causa della guerra, frequentava l’organizzazione cinematografica. Un giorno, durante le riprese, si infortunò uno dei sei fantini chiamati da Zampa come comparse per girare le scene della corsa e proprio Rossana venne scelta per sostituirlo, con i capelli lunghi raccolti e nascosti sotto lo zucchino, come ha raccontato lei stessa negli anni scorsi in alcune interviste al Corriere della Sera e all’Agi. Durante la prova, tuttavia, Rossana Bonelli perse lo zucchino e nello stupore generale si scoprì che una donna aveva montato un cavallo in piazza.

Il vero Palio

Un altro scherzo del destino portò Rossana Bonelli a correre veramente il Palio. Il giorno dopo la prima carriera corsa per finta, la controfigura di Diana Dors si infortunò e a quel punto offrirono la parte di controfigura dell’attrice proprio a Rossana Bonelli. Non solo. La produzione ebbe la brillante idea di chiedere alle contrade di far correre alla ormai “fantina” un vero Palio per pubblicizzare il film. La scelta non venne apprezzata dai senesi, molto tradizionalisti. Tanto più che allora, come racconta la stessa protagonista, le donne vestivano soltanto con la gonna e quindi quando la gente di Siena vedeva passare Rossana, la stigmatizzava definendola “quella con i pantaloni”. Inoltre, uno zio di Rossana Bonelli, capitano della Contrada della Selva, convinse tutti gli altri a declinare la proposta. Non riuscì però a contattare il capitano dell’Aquila, in quei giorni fuori città, che peraltro era la contrada vincitrice del Palio di luglio. Proprio perché aveva appena vinto e non aveva grandi ambizioni, l’Aquila accettò la proposta della produzione e fece correre il Palio dell’Assunta, il 16 agosto del 1957, a Rossana Bonelli, che scese in piazza con il soprannome, come si conviene a tutti i fantini, di “Diavola”.

Dopo una buona partenza, quando si trovava in terza posizione, “Diavola” finì sui materassi alla curva di San Martino e rischiò, come da copione, anche di essere malmenata dai contradaioli dell’Aquila che le imputavano di aver ostacolato il loro cavallo proprio durante la caduta. Rossana Bonelli tentò di correre altri Palii ma senza successo. Resta però il suo record: unica donna a scendere in piazza nel Novecento e seconda solo, nel corso della storia, a Virginia Tacci nel 1581.

Le altre donne

Oggi, il Palio di Siena resta ancora un mondo tendenzialmente maschile, nonostante nel corso del Novecento, in particolare dagli anni Quaranta in poi, siano state numerose le donne che hanno ricoperto incarichi di vertice nelle contrade di Siena, soprattutto come capitane o con il ruolo di priore. Dopo il Duemila, ci sono state anche donne chiamate a fare il barbaresco o il vice, un ruolo molto delicato nei quattro giorni di Palio, visto che a questa figura viene affidata la cura del cavallo prima della corsa.

Claudia Costantino e Zuzana Schniedova, invece, tra il 2004 e il 2006, sono riuscite a scendere in piazza montando un cavallo. Lo hanno fatto però solo per le batterie di selezione che servono per scegliere gli esemplari che andranno a comporre la griglia dei dieci in gara poi al Palio. E chissà che in futuro, il sogno della “Ragazza del Palio” non diventi realtà anche nel nuovo secolo.

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