Rose Cleveland, una first lady gay alla Casa Bianca
La sorella del presidente Grover Cleveland e la storia d’amore con Evangeline SimpsonPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Si chiamava Rose Elizabeth Cleveland ed è stata una delle first lady degli Stati Uniti, la prima Dama omosessuale d’America. Arrivò alla Casa Bianca non per matrimonio ma perché sorella di un presidente scapolo, quel Grover Cleveland che nel 1885 inaugurò il primo dei due mandati separati (1885-1889 e 1893-1897) come un secolo e mezzo dopo avrebbe fatto Donald Trump.
Il protocollo per i presidenti non sposati o vedovi prevedeva che una parente ricoprisse il ruolo di first lady. E se l’ingresso di Rose, allora 39enne, poteva sembrare obbligato visto che era la parente più stretta, il suo profilo morale e culturale (ex insegnante in un college femminile e scrittrice di libri molto apprezzati) fu ritenuto un salvagente, un provvidenziale contrappeso allo scandalo (un figlio segreto concepito fuori dal matrimonio) che indeboliva il fratello. Un ruolo che aveva accettato con riluttanza, poiché non amava le feste e i ricevimenti, né le conferenze che richiedevano la sua presenza come first lady tanto che, si racconta, ingannava la noia ripetendo a memoria le coniugazioni dei verbi del greco antico.
Quella fu una breve avventura, per Miss Rose. Quattordici mesi appena, fino al giorno in cui alla White House venne celebrato il matrimonio del presidente, allora 49enne, con Frances Folsom, 21 anni, la più giovane first lady di sempre.
Alla fine del suo mandato, scrisse Charles Lachman per il Daily Beast, «Rose lasciò Washington così come era arrivata: un enigma», con poca cura per le tendenze della moda e le convenzioni sociali «tipicamente seguite alla lettera dalle donne del suo rango». Rose Cleveland tornò dunque nella casa di famiglia vicino a New York e riprese la sua vita di studio e lavoro.
Incontrò l’amore della sua vita all’età di 44 anni, sul finire dell’inverno del 1890. Lei era Evangeline Simpson, aveva 35 anni, vedova spensierata di un ricchissimo industriale. Fu un colpo di fulmine, almeno per Rose, e già nell’aprile di quell’anno cominciarono a scriversi lettere di grande passione, un centinaio delle quali sono state pubblicate dalla Minnesota Historical Society Press nel 2019 in un volume curato da Lizzie Ehrenhalt e Tilly Laskey. Un amore totalizzante, tanto che Rose, confidò alla compagna: «Non riesco a trovare le parole per parlarne».
Comprarono casa in Florida e confessarono la loro relazione alle rispettive famiglie. Niente di così inusuale e sorprendente: nella tarda epoca vittoriana e agli albori del 1900 erano tante le coppie di donne legate dal vincolo del Boston Marriage, relazioni non necessariamente di natura sentimentale o sessuale, anche se il più delle volte era questo il cemento dell’unione.
Il loro menage, tra un’intensa vita sociale e lunghi viaggi in Europa e Medio Oriente, proseguì senza scossoni fino al 1896, l’anno in cui – di punto in bianco – Evangeline annunciò il matrimonio con Henry B. Whipple, vescovo episcopale del Minnesota allora 74enne. Per Rose fu un tradimento dal quale le fu difficile riprendersi. Per tre lunghi anni viaggiò in Europa, senza mai interrompere la corrispondenza epistolare con Evangeline che restò una donna sposata fino alla morte di Whipple nel 1901.
Rose ed Evangeline ripresero la loro relazione, abitando tuttavia in case separate. Una condizione posta da Miss Cleveland, forse per riparare il suo cuore da altre possibili tempeste. Nel 1910 fu il destino a decidere per loro. Accadde che Evangeline dovesse partire urgentemente per l’Italia: le aveva chiesto aiuto il fratello, allora gravemente malato. «Vuoi venire con me?», domandò a Rose. «Perché mi fai questa proposta? Chi sono io per te?», fu la replica che pretendeva un chiarimento. Evangeline le dichiarò il suo amore, era tutto ciò che Rose voleva.
Partirono, dunque, e arrivarono a Bagni di Lucca, il paese della Toscana, allora un’importante stazione termale, dove stava il fratello di Evangeline. Si stabilirono prima all’Hotel Continentale, poi acquistarono una villa. Quelli furono gli anni più belli della loro relazione. Da subito ben inserite nella comunità, ne diventarono il pilastro quando, scoppiata la prima guerra mondiale, organizzarono l’accoglienza e il ricovero dei profughi, centinaia di famiglie sfollate in Toscana dopo la disfatta di Caporetto. Non erano semplici benefattrici: si spendevano in prima persona. Tra le tante iniziative, istituirono una scuola per un centinaio di orfani dei soldati caduti al fronte, aperta anche ai bambini del paese. Entrambe con esperienza di insegnamento, tenevano le lezioni e curavano la mensa per gli alunni.
Non si tirarono indietro nemmeno quando arrivò l’epidemia di influenza spagnola. Rose e Evangeline mobilitarono persino le infermiere della Croce Rossa americana e assieme a Nelly Erichsen – famosissima illustratrice britannica anch’essa cittadina d’adozione di Bagni di Lucca – assistevano personalmente i malati.
«The light has gone out for me». Si è spenta la mia luce, scrisse Evangeline Simpson Whipple nel necrologio pubblicato su La Nazione il 22 novembre 1918. Annunciava la morte dell’adorata Rose, uccisa dal terribile morbo. Sette giorni prima era morta la loro amica Nelly. Evangeline Simpson Whipple era rimasta sola. Morì a Londra molti anni dopo, nel 1930. Nel suo testamento chiese di essere sepolta accanto a Rose, nel cimitero inglese di Bagni di Lucca, e ancora oggi qualcuno le ricorda portando loro un fiore.