Ogni estate è la stessa storia: vetrine tappezzate di sconti, percentuali mozzafiato, “ultimi pezzi”, “offerte imperdibili”. E ogni estate c’è qualcuno che esce dal negozio convinto di aver fatto l’affare del secolo… salvo poi pentirsene davanti all’armadio. Dietro il fascino dei saldi estivi si nasconde, spesso, una giungla di insidie, trappole psicologiche e scorrettezze commerciali.

L’Unione dei Consumatori gioca d’anticipo e propone agli acquirenti il decalogo aggiornato con tutte le regole – legali e pratiche – per non cadere vittime dei saldi farlocchi. Un manuale di autodifesa dal marketing aggressivo e dalle “finte occasioni”, da tenere a mente prima di mettersi in cerca del capo giusto al prezzo giusto.

Mai fermarsi al primo prezzo, il primo cartellino visto in vetrina non è mai quello definitivo. I veri affari si fanno confrontando: girate due, tre, anche quattro negozi. Stesso modello, materiali simili, prezzi diversi. I saldi premiano chi ha pazienza.

Idee chiare, portafogli salvi: entrare con un’idea precisa – “mi serve un paio di pantaloni beige” – aiuta a resistere ai suggerimenti del commesso e alle tentazioni da scaffale. Non tutto ciò che costa poco vale l’acquisto.

Budget fissato, tentazioni sotto controllo: bisogna stabile una cifra e rispettatarla. Non si chiama avarizia, ma intelligenza finanziaria. Sapere quanto spendere vi salverà dai ripensamenti post-spesa e dallo scontrino shock.

Ma soprattutto occhio al cartellino (e alla legge). Dal 2023, il venditore è tenuto a esporre il prezzo più basso applicato nei 30 giorni precedenti i saldi, grazie al decreto legislativo n. 26 (attuazione della Direttiva UE “Omnibus”). Niente più ribassi fittizi sul prezzo gonfiato: chi non rispetta la norma rischia multe fino a 3.000 euro. Se il cartellino non è chiaro, girate i tacchi.

Sconti oltre il 50%? Diffidare, sempre. Quando il prezzo è troppo bello per essere vero, probabilmente non è vero. Dietro sconti eccessivi si celano fondi di magazzino, capi fuori stagione o addirittura articoli con prezzo di partenza “pompato”. Guardate il prezzo finale, non la percentuale. Inoltre se un negozio era semivuoto il giorno prima dell’inizio dei saldi e poi magicamente si riempie di ogni taglia e modello, forse non si tratta di avanzi di stagione ma di merce dimenticata nei retrobottega. I veri saldi sono quelli che liquidano l’invenduto recente.

Provare il capo d’abbigliamento è un diritto morale, anche se non è un obbligo per il negoziante, diffidate da chi non permette di provare i capi o vi chiede un acconto per farlo. Se non vi fa provare, non vi rispetta come cliente.

C’è poi la questione cambio, non è dovuto (ma va chiesto). Il cambio per ripensamento non è obbligatorio nei negozi fisici, ma è una buona prassi commerciale. Chiedetelo prima dell’acquisto. Se invece il capo è difettoso, le regole cambiano. Dal 1° gennaio 2022, infatti, non serve più denunciare il difetto entro 2 mesi. Conservate lo scontrino (o almeno la prova dell’acquisto) e ricordate che avete 26 mesi di tempo per chiedere riparazione, sostituzione o, in casi estremi, rimborso.

Ricordate inoltre che il pagamento elettronico non è un favore: è un diritto. Rifiutarlo – se non per guasti reali e dimostrabili – comporta una sanzione di 30 euro più il 4% dell’importo negato. In caso di rifiuto, potete chiamare le forze dell’ordine.

Morale? I saldi estivi possono essere una manna per il guardaroba… ma solo se ci si muove con attenzione. Dietro ogni sconto può nascondersi una trappola, ma con le giuste informazioni è il consumatore a fare l’affare, non il venditore.

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