Due volti amati dal popolo rossoblù: un fuoriclasse assoluto e un allenatore riflessivo. Destino ha voluto che il loro nome rimanesse inciso nella storia del Cagliari. Di Gigi Riva si è detto e scritto già tutto, di Claudio Ranieri nessuno sapeva che mancava ancora un capitolo per completare una fantastica storia calcistica, che resterà una favola a prescindere dai risultati che Sir Claudio otterrà con la squadra rossoblù nella sua seconda esperienza da comandante in panchina.

Le storie di Riva e Ranieri si sono incrociate negli Anni Settanta, sui campi della Serie A quando il Cagliari era grandissimo. E, da allora, più volte anche fuori dal rettangolo verde.

Il miracolo del tecnico di Testaccio con il Leicester, cioè la vittoria di una Premier League che ai più ha ricordato lo scudetto del Cagliari del 1970, è stata ispirata, per ammissione del protagonista principale, dal doppio salto dei rossoblù dalla Serie C alla Serie A, con tanto di salvezza al terzo anno nella massima serie. E quel successo fu ottenuto anche grazie all’opera di mediazione dirigenziale di Gigi Riva che, nel periodo più buio del club, con la squadra sull’orlo della Serie C, non solo assunse la presidenza del Cagliari, ma cercò di metter su una cordata in grado di dare un futuro alla tradizione del sodalizio che all’epoca aveva sede in via Tola. Dal gruppo di imprenditori e commercianti che Rombo di Tuono mise assieme venne fuori una proprietà tra le più illuminate nella storia del Cagliari: quella con a capo la famiglia Orrù. Furono Tonino e Ninnino, presidente e vicepresidente, a unire le loro competenze calcistiche a quelle di Carmine Longo, direttore sportivo (e qualcosa di più), che non solo portò a Cagliari un giovanissimo Ranieri, ma gettò le basi per una squadra che in un quinquennio fu capace di arrivare (anche se la gestione societaria nel frattempo era già passata nelle mani di Massimo Cellino) fino alle semifinali di Coppa Uefa, perse con l’Inter in un modo che ancora non va giù a chi ebbe la fortuna di assistere alle partite di quel gruppo fortissimo.

Il tempo nel frattempo è passato, il due protagonisti della storia rossoblù hanno rispettivamente superato abbondantemente (Riva) e raggiunto (Ranieri) i settant’anni. Ranieri a Cagliari sarebbe potuto tornare già qualche anno fa. Si è messo a disposizione ora, con la squadra in Serie B. E quando Gigi Riva l’ha saputo, contattato telefonicamente tre giorni prima di Natale a trattativa ancora aperta, non ha esitato a esporsi e a fornire il suo endorsement per il Grande Ritorno. «È uno dei nostri, deve solo avere la forza e l’entusiasmo per accettare la sua nuova sfida rossoblù. Per un allenatore del suo blasone, quella di Cagliari è una sfida che vale la pena di essere affrontata. Ranieri è già stato qui, ha ottenuto grandi risultati perché ha portato la squadra in Serie A dalla Serie C e l’ha pure salvata. Ma deve avere entusiasmo lui per primo ed essere in grado di trasmetterlo all’ambiente».

Per il Mito rossoblù e del calcio italiano, Sir Claudio è la scelta più giusta: «La squadra va solo rimessa in carreggiata, forse deve recuperare un po’ di amor proprio. Non vedo un gruppo nei guai, come alcuni tendono a definire il Cagliari. Ranieri può riuscire a riportare l’entusiasmo tra la gente».

A giudicare da quanto visto alla Domus il giorno di Santo Stefano, verrebbe da dire che il meglio deve ancora venire. Ma incrociamo le dita.

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