Le porte del liceo del sesso si riaprono il 21 settembre su Netflix. Stavolta, però, sarà l’ultima volta. Perché Sex Education, la serie inglese che in tre capitoli ha affrontato tantissimi aspetti del sesso adolescenziale (dalle piattole all’aborto, dall’identità sessuale alla masturbazione, dalle molestie alle paure della prima volta) torna con la quarta stagione: una gran finale in cui tutti i fili delle avventure dei protagonisti a partire da Otis interpretato da Asa Butterfield, si annoderanno.

La serie (per chi non l’avesse mai vista) ha per protagonisti Otis, appunto, ragazzo timido e allampanato, ancora vergine, figlio della terapeuta sessuale Jean (Gillian Anderson di X-Files), e i suoi compagni di scuola. Quando la “cattiva” ragazza del campus Maeve (in realtà una studentessa brillante con una difficile situazione familiare interpretata da Emma Mackey), scopre in un ragazzo coetaneo un'incredibile abilità a dare il consiglio giusto ad altri coetanei nasce la clinica del sesso.

In tv non esistono (per fortuna) più i tabù sul sesso e su tutto ciò che ne consegue. L’universo dei rapporti intimi e il mondo dei sentimenti è stato esplorato in lungo e in largo in tutte le sue sfumature più particolari. Quello che c’era prima di Sex & The City era un mondo ancora puritano, dopo invece è cambiato tutto. E lo dimostra anche Sex Education che è stata la prima serie ad affrontare la questione della sessualità tra adolescenti con ironia e una straordinaria sensibilità. Parla a molte persone la serie tv (si pensi all’elastico tra i venti e i cinquant'anni delle età dei protagonisti) e soprattutto si serve di una galleria di ruoli «fissi» della narrativa convenzionale liceale (il secchione, la paria bella e maledetta, la ragazza popolare, il bullo, la mamma, la ninfomane, l'ingenuo) per scavarli dentro e mostrarne sfaccettature inedite.

In qualche momento fa dell’umorismo un po’ crudo: il tema principale sembra essere “solo” il sesso, il suo cuore in realtà è l’amore, l’intimità e la relazione. Le scene di sesso, naturalmente, sono strumentali per portare avanti la storia e raccontare qualcosa sfaccettature sui personaggi. Non sono mai gratuite. Non sono porno, per intendersi. Da vedere, quindi. Non solo perché il quarto capitolo chiude il cerchio ma perché la Sex Education è una serie brillante, accattivante, divertente. Completamente avulsa dai soliti cliché adolescenziali. Sex Education è soprattutto una serie vera.

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