Astrattismo lirico caratterizzato da un’esplosione vitale del colore. Così in estrema sintesi si può definire l’opera di Rose Marie Eggmann (Ginevra 1924 - Bernex 2001) un’artista alla quale il Museo diocesano di Oristano ha dedicato una mostra, nel centenario della nascita. Una retrospettiva dal titolo “Il giardino dell’anima” dell’artista ben nota in ambienti internazionali durante la seconda metà del secolo scorso. Rose Marie Eggmann è stata una feconda sperimentatrice, “capace di armonizzare artigianato, pittura e poesia, seguendo le evoluzioni dell’arte europea con una personale e creativa interpretazione” spiegano Antonello Carboni e Silvia Oppo, ideatori dell’esposizione e anima del Museo diocesano, che negli ultimi tempi sta regalando agli appassionati d’arte gioielli preziosi da scoprire. “Le sue opere connotate da un delicato sentimento della natura, da una musicalità traboccante e da una profonda spiritualità, sono giunte, dopo la sua morte, a Cagliari, dove gli eredi hanno costituito nel 2001 un archivio col fine di tutelarle e valorizzarle”.

La mostra al Museo diocesano dedicata a Rose Marie Eggmann. Foto Mocci
La mostra al Museo diocesano dedicata a Rose Marie Eggmann. Foto Mocci

La mostra al Museo diocesano dedicata a Rose Marie Eggmann. Foto Mocci

Ed è facile ritrovare questi concetti nell’attraversare e scoprire l’esposizione, in un allestimento sorprendente e originale. “Innumerevoli i campi in cui l’artista si è cimentata: dopo il diploma in pianoforte, si è dedicata alla decorazione murale utilizzando diverse tecniche, ha lavorato come marionettista accanto a Giorgio Strehler, ha appreso la tecnica di pittura su stoffa, diventando creatrice di collezioni, poi l’arte del batik, ha diretto, illustrato e tradotto libri di narrativa per l’infanzia, ha progettato e realizzato arazzi decorativi e vetrate (fu la vincitrice del concorso per la decorazione della sala del Gran consiglio di Ginevra nel 1963). Diverse le missioni internazionali tra cui quella in Pakistan come “design consultant” per tappeti e artigianato, con un mandato del Dipartimento politico svizzero e su incarico del “Pakistan Centre of Industrial Design”. Il merito più grande di questa artista è stato quello di aver saputo convivere con una malattia invalidante (sclerosi multipla) senza mortificare la sua creatività e mantenendo intatto il senso della poesia e della bellezza della vita. E l’arte è stata sua insostituibile e complice compagna di viaggio”.

La mostra dedicata al Museo diocesano dedicata a Rose Marie Eggmann. Foto Mocci
La mostra dedicata al Museo diocesano dedicata a Rose Marie Eggmann. Foto Mocci

La mostra dedicata al Museo diocesano dedicata a Rose Marie Eggmann. Foto Mocci

Le curatrici della mostra Sara Lissia e Maria Francesca Porcella sono andate in profondità, cercando di focalizzare sul modo in cui coltivare ed educare la propria interiorità: “In un tempo come il nostro dove diventa sempre più complesso preservare la bellezza e l’autenticità del proprio mondo interiore, Rose-Marie Eggmann ha scelto di coltivare la sua anima come un giardino. Lo ha fatto attraverso lo strumento dell’arte, dando al segno e al colore il compito di tingere di sogno e di poesia tutta la sua vita. Ogni giardino, però, ha un limite, che spesso impedisce al caos di mescolarsi con l’ordine. Lo steccato che il destino ha scelto per Rose-Marie è stata una lunga malattia invalidante, che lei ha saputo trasformare in una nuova espressione estetica, una rinnovata azione di action painting in cui la volontà creativa si è accompagnata con il destino. La mostra ha svelato solo alla fine questo segreto. Siamo tutte e tutti invitati, quasi in punta di piedi, a intraprendere una passeggiata in questo giardino interiore, popolato di personaggi fatati, pieni di tenerezza e ironia (Apparizioni), dove l’esuberante natura e il profumo dei fiori è raccontato da un colore gorgogliante. (la sublime astrazione), dove l’ombra della sera riduce le forme a essenziali tratti scuri preannunciando il silenzio della notte (Silenzio. Il segno che costruisce), dove l’ordine che dà pace è frutto del lavoro sapiente delle mani che tessono (La pittura tessuta). Un giardino dove, infine, il dono di sé si esprime nella capacità di integrare il limite affinché la poesia non si interrompa (Tormento e quiete). Ritmi interiori e ritmi cosmici. Fare arte con l’interezza del sé. Con la mente, con il corpo, con l’anima: questa è Rose Marie Eggmann”. Parole che prendono per mano il visitatore e lo accompagnano, come in un sogno, a scoprire questo meraviglioso “giardino dell’anima”.

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