Quarant'anni fa usciva il film "State buoni se potete" uno dei capolavori della trilogia sulla "Roma papalina" del regista romano Luigi Magni, uno dei grandi maestri del cinema italiano. Nato da una famiglia molto modesta del quartiere Trastevere, la sua carriera iniziò da prima come giornalista a "Paese Sera" e poi nel quotidiano "Il Tempo", per poi approdare nella cinematografia nel 1965. Uno dei temi centrali dell'opera del regista, ateo ma con un immenso rispetto per la fede, è stato il rapporto tra il potere e l'individuo. Attraverso le sue storie, ha raccontato le lotte di persone comuni che si trovano a confrontarsi con un sistema corrotto e oppressivo. La sua opera più famosa, "Nell'anno del Signore" del 1969, è un capolavoro che esplora il rapporto tra il Vaticano e l'Italia durante l'occupazione nazista. Il film affronta temi complessi come la colpa, la redenzione e la fede, ottenendo un successo internazionale e vincendo numerosi premi. Negli anni successivi, Luigi Magni continua a trattare i rapporti tra il potere spirituale e quello temporale nella Roma governata dalla Chiesa, prima con "In nome del Papa Re" (1977) e, infine, con "State buoni se potete" (1983), pellicola alla quale ancora oggi molti amanti del cinema sono affezionati.

Il film è ambientato nella Capitale, alla seconda metà del Cinquecento, e racconta la storia e la vita di San Filippo Neri (Jonny Dorelli), il prete di periferia che accoglieva i ragazzi poveri e li educava nello spazio da lui inventato: l'oratorio. I ragazzi erano quelli abbandonati nella Roma della Riforma Cattolica, piena di nobili corrotti e popolani turbolenti. il titolo richiama la pastorale cristiana comprensiva e gioiosa di San Filippo che si contrappone al rigore della catechesi dell'"amico" Sant'Ignazio di Loyola (Philippe Leroy) con i suoi severi e rigorosi Esercizi Spirituali. Nella narrazione, il vero antagonista di don Filippo è il diavolo, che incarnandosi in diverse persone e situazioni della vita, cerca di sedurre i ragazzi che lui - da anticipatore del moderno educatore cristiano - raccoglie nell'oratorio, luogo nel quale si onora Dio facendo vivere ai bambini la fede attraverso l'allegria e il buon umore, trasmettendo loro così, in modo semplice e gioioso, i valori cardine del Vangelo.
La trama si snoda agile nell'intreccio della vita di don Filippo e Cirifischio, un ladruncolo poco più che bambino che adotterà e proverà a "salvare".

Con loro Leonetta, una bimba schiava del sesso di un giovane cardinale, il Duca di Caprarola, che il protagonista cercherà di aiutare adottandola e sottraendola dalle grinfie della Chiesa corrotta. Passano gli anni, Cirifischio e Leonetta, ora adulti e fidanzati, decidono di sposarsi e don Filippo prepara per loro un pranzo di fidanzamento nel quale invita importanti personalità religiose, quali Teresa d'Avila, Giovanni della Croce, Carlo Borromeo, Francesco Saverio e, per l'appunto, il suo amico Ignazio di Loyola. A scompaginare i piani ci pensa, come accade in tutta la pellicola, il diavolo e papa Sisto V che convoca don Filippo per nominarlo cardinale, ma lui ormai vecchio e stanco, rifiuta e chiede di finire i suoi giorni vivendo nella gioia della sua piccola "oasi", l'oratorio, composta dall'allegria dei bambini.

La pellicola si conclude con il primo piano di una bambina sorridente e un "Laus Deo", che pare avvicinare l'ateo Luigi Magni ad una spiritualità semplice ed essenziale. Le musiche sono di Angelo Branduardi e spiccano Vanità di Vanità (brano ispirato dalle prime parole del Qoelet), State buoni se potete, il tema di Leonetta e Capitan Gesù, scritta dallo stesso regista. Il film ha vinto numerosi David di Donatello e Nastri d'argento.

Luigi Magni è stato un vero e proprio pilastro del cinema italiano, con una carriera che si è estesa per oltre cinquant'anni. La sua eredità è ancora viva oggi, in tutti quelli che hanno visto e amato i suoi film.

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