C’è chi aveva capito tutto dal giorno del conclave, quando dal comignolo che svetta sui tetti della Cappella Sistina uscì un fumo misto bianco e nero.

Le decine di migliaia di persone riunite in piazza San Pietro, i giornalisti accorsi da tutto il mondo, i telecronisti che commentavano il conclave in diretta faticavano a interpretare i segnali. Anche perché i cardinali erano riuniti da poco e non si aspettava un’elezione così rapida.

Fu scelto a sorpresa Albino Luciani, che decise di chiamarsi Giovanni Paolo I, scegliendo per la prima volta in 20 secoli di storia della Chiesa il doppio nome. “Un papa eletto e il fumo nero, questo è un cattivo presagio”, commentò quel giorno un alto prelato rimasto sempre nell’anonimato.

Era il 26 agosto del 1978. Trentatrè giorni dopo, il 28 settembre, venne annunciata la sua morte, avvenuta nel sonno per un infarto. Aveva 66 anni.

Quella morte così inattesa spalancò le porte a una serie di congetture complottiste e cospirazioniste che, come di consueto, coinvolgevano Loggia P2, servizi segreti deviati, massoneria e anime nere del vaticano.

Una delle teorie più diffuse è riassunta in nel best seller da sei milioni di copie  – “In nome di Dio” - scritto da David Yallop, pubblicato nel 1984,  è che Luciani avrebbe scoperto la corruzione che si celava dietro lo Ior, Istituto opere religiose diretto dall’arcivescovo Paul Marcinkus, e le operazioni con il Banco Ambrosiano di Roberto Calvi e aveva annunciato di voler fare piazza pulita.

Sul piano puramente teologico, Luciani avrebbe da subito manifestato l’intenzione di rivedere le posizioni della chiesa sulla contraccezione, che a suo avviso andava accettata.

Una posizione riformista che – secondo i detrattori - avrebbe indebolito la Chiesa. Sul piano del governo della Chiesa, invece, avrebbe annunciato un radicale spoil system all’interno delle alte sfere.

Ecco perché il papa sarebbe stato avvelenato e non sarebbe morto d’infarto. Del resto è impossibile averne la certezza, visto che sul corpo del Pontefice non è stata effettuata l’autopsia.

Ma Luciani soffriva di problemi cardiaci? Anche su questo elemento, verificabile con certificazioni e testimonianze, non c’è alcuna certezza. Secondo Claudio Rendina, autore di “I papi. Storia e segreti” fin dalla nascita sarebbe stato estremamente cagionevole di salute tanto da aver subito otto ricoveri nel periodo precedente al conclave. Secondo altri sarebbe stato sanissimo.

Nel 1987, nel corso della trasmissione Giallo condotta da Enzo Tortora, il suo segretario Diego Lorenzi dichiarò che nel pomeriggio prima della morte il Papa  accusò fitte e dolori al petto, con un senso di forte peso e oppressione. Quando gli chiesero perché non chiamò un medico disse che fu Luciani a non volerlo e alla domanda sul perché non avesse mai rivelato quell’episodio in nove anni rispose: “Non mi è mai stato chiesto”.

Tra omissioni, bugie, protagonismo, complottismo e speculazioni varie, è difficile stabilire la verità. Certo è che La Chiesa ha voluto riabilitare la figura di questo Papa effimero che sorrideva sempre beatificandolo il 4 settembre dello scorso anno.

Come presunto miracolo per ottenere la sua beatificazione è stata presa in esame la guarigione di una bambina argentina, Carmela Giarda, allora undicenne, affetta da una grave encefalopatia infiammatoria acuta, con stato di male epilettico refrattario maligno, shock settico.

Il fatto accadde nel 2011 a Buenos Aires. La bimba dopo il ricovero in ospedale continuava a peggiorare e quando si trovava in rianimazione il parroco della parrocchia a cui apparteneva l’ospedale, devoto a papa Luciani, si era recato al capezzale della bambina e aveva proposto alla madre di ricorrere alla sua intercessione.
Nel 2019 la Consulta medica della congregazione delle cause dei santi ha stabilito all’unanimità che la guarigione non poteva essere spiegata con le attuali conoscenze mediche. Il 6 giugno del 2021 il Congresso dei teologi ha ritenuto che fosse dimostrato che nella guarigione sia stata  decisiva l’invocazione di Giovanni Paolo. Il 12 ottobre 2021 cardinali e vescovi lo hanno confermato ulteriormente.
Il giorno successivo papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto, meno di un anno dopo, a San Pietro, Papa Luciani è stato beatificato.

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