C’è un sacerdote della diocesi di Braga che prega in un modo tutto suo. Un personaggio pittoresco secondo alcuni, la raffigurazione di un nuovo modo in cui la Chiesa si pone ai giovani secondo altri. Fatto sta che padre Guilherme Peixoto. 49 anni, dal 2006 parroco di Laúndos, a Póvoa de Varzim, nel Nord del Portogallo, è il fenomeno del momento. Diciassette anni fa, quando si insediò nella parrocchia, aprì il bar “Ar de Rock Laundos” dove ancor oggi fa il dj-set. Nel 2019 è volato in Vaticano e ha chiesto a Francesco di benedirgli le cuffie. Affare fatto: Bergoglio non ha esitato un secondo, prendendo in simpatia questo giovane prete che, per attirare le masse e far passare il messaggio evangelico, ha scelto la musica techno. Il 6 agosto, al Parque Tejo di Lisbona, ha fatto ballare il milione e mezzo di giovani della Giornata mondiale della Gioventù: un record planetario per un dj moderno.

Hit conosciute come Jerusalema e The Nights di Avicii intervallate dal Gloria in versione remix e da alcune frasi di Papa Francesco e San Giovanni Paolo II hanno accompagnato una giornata indimenticabile prima della messa del Papa. Alle 6.30 le musiche mixate da padre-dj (come è stato ribattezzato) hanno dato il buongiorno ai giovani, reduci dalla veglia di preghiera. L’aspetto più curioso è che a ballare non erano solo i giovani, ma anche vescovi e sacerdoti, con addosso gli abiti liturgici per la Messa, e suore.

Peixoto è un dj professionista. Ha imparato le basi sul campo, ma poi si è iscritto – come informa l’edizione online di Famiglia Cristiana – a una scuola di specializzazione del settore. E la giornata memorabile al Parque Tejo di Lisbona altro non è stato che il culmine di un’attività che ha visto il parroco di Laùndos trasformare la piazza della Giornata mondiale della Gioventù nella più grande discoteca a cielo aperto del pianeta.

Tra gli applausi ricevuti, anche quelli del Papa, che incontrò in Vaticano nel 2019: «Durante la visita al Pontefice», ha raccontato, «ho esordito raccontandogli della mia passione per la musica corale e per la musica elettronica e poi gli ho chiesto la benedizione delle cuffie, una richiesta alla quale Francesco ha acconsentito con buon umore».

Padre Guilherme è entrato in seminario a 13 anni. Nessuno si aspettava che potesse diventare prete, ma la famiglia ha sempre creduto in lui e lo ha sostenuto in tutto. «Ho avuto alla nascita grossi problemi di salute. I miei mi portarono a casa con loro: anche se non ce l'avessi fatta, almeno avrei passato quella prima notte a casa con loro e non in ospedale. Fui subito battezzato in ospedale», ha raccontato. Quando tornò a casa la famiglia  fece una promessa: se Guilherme fosse sopravvissuto, avrebbero fatto in modo di offrirlo al Signore. «Non so se la mia vocazione sia stata influenzata da questa promessa fatta dai miei quando ero neonato», ha spiegato in una recente intervista. «Ho saputo di questa storia solo diversi anni dopo essere diventato sacerdote».

Inutile segnalare che è presente sui social e seguito da diverse centinaia di migliaia di fedeli, soprattutto giovani. Molti lo adorano, altri lo criticano: «Ma ho avuto sempre dalla mia la fiducia dei vescovi», ha replicato di recente. Di sicuro, questa svolta techno, almeno alla diocesi di padre dj, sta facendo tutt’altro che male.

© Riproduzione riservata