L’obiettivo è quello di migliorare i risultati della scorsa edizione. Che è stata comunque di risalto con quattordici trofei tra ori e argenti e una Gran medaglia d’Oro. C’è molta attesa per il ventottesimo Concorso mondiale di Bruxelles, organizzato quest’anno nel Granducato di Lussemburgo. Una sfida all’ultimo profumo per i 91 vini sardi in gara in una delle vetrine enologiche più quotate al mondo. Le prime degustazioni sono iniziate venerdì 18 giugno, e tra 300 giudici internazionali anche la sommelier sarda, Sofia Carta, 43 anni, responsabile della prestigiosa cantina al Forte Village. Giovedì primo luglio sono previste le classifiche con i risultati ufficiali mentre il 16 settembre a Roma sono state fissate le premiazioni delle aziende vitivinicole italiane.

Sofia Carta (foto\u00A0R. R.)
Sofia Carta (foto\u00A0R. R.)
Sofia Carta (foto R. R.)

LA DEGUSTAZIONE «Devo dire che già dal primo giorno ho avuto ottime impressioni, la mia commissione ha degustato una cinquantina di vini al giorno per tre mattinate. E, soprattutto nella prima sessione di degustazioni, ho riscontrato un livello qualitativo generalmente alto. In molti casi sono stati assegnati punteggi da podio, oro e argento». Nel gruppo di valutazione di Sofia Carta è capitata anche una batteria di vini sardi che, dai primi giudizi informali espressi a fine sessione, avrebbero ottenuto ottimi riscontri. «Ma anche diversi miei colleghi, giudici in altre commissioni, hanno degustato vini di cantine sarde, e il loro giudizio è stato in generale molto positivo». Tutte le degustazioni vengono fatte alla cieca, di un vino si conosce solo l’anno della vendemmia. E solo quando vengono chiusi i lavori della commissione, i giudici scoprono quali etichette hanno degustato e valutato. Una delle peculiarità del CMB è l’attenta selezione dei giudici. «I nostri degustatori esperti valutano i vini in concorso con un solo obiettivo: individuare vini di ineccepibile qualità, indipendentemente dall’etichetta e dal prestigio della denominazione», spiegano dall’organizzazione. E proprio questo rigore impone che ogni degustatore sia, a sua volta, valutato e giudicato. «Abbiamo una grande responsabilità - ha avuto modo di ripetere Sofia Carta - per questo è indispensabile una preparazione ineccepibile».

RISULTATI SARDI 2020 Numeri di alta professionalità dunque quelli del CMB che collocano la Sardegna del vino nella preziosa vetrina dedicata ai campioni dell’enologia mondiale. Nell’edizione 2020, svolta a Brno nella Repubblica Ceca, sono state 363 le medaglie assegnate a vini italiani (570 alla Francia e 495 alla Spagna) su 8.500 vini provenienti da 46 Paesi. L’Italia è stata presente con 1.307 campioni ottenendo 14 Gran medaglie d’Oro, 111 Oro e 238 Argento. E nel gotha enologico internazionale è entrato Viniola 2015, Cannonau di Sardegna Doc Riserva, della Cantina Dorgali. Oggi la sfida è ripartita e la posta in gioco è altissima.

IL CONCORSO IN SICUREZZA «Nonostante la pandemia e benché l’organizzazione di grandi eventi continui a essere una vera e propria sfida, il Concorso mondiale di Bruxelles si svolge come previsto, con un’organizzazione impeccabile ma secondo una formula tutta nuova: durante 9 giorni, 300 giudici internazionali si danno il cambio per degustare i 10.000 vini in competizione», spiegano dall’organizzazione. «Malgrado le numerose difficoltà incontrate durante la crisi sanitaria, il CMB continua a offrire ai produttori un efficace strumento di marketing riconosciuto dal grande pubblico. La cancellazione di festival, mostre ed eventi commerciali ha creato non poche difficoltà all’industria vinicola. Decidendo di confermare il concorso quest’anno, l’organizzazione desidera trasmettere un messaggio positivo e promuovere la ricca diversità culturale del vino. E quest’anno più che mai, i produttori hanno mostrato una grande fiducia nel CMB, come lo dimostra l’alto numero di iscrizioni».

IL GRANDUCATO Teatro naturale del CMB 2021 le stupende colline dei vigneti lussemburghesi che si estendono su una striscia di 42 chilometri lungo il fiume Mosella, di fronte alla Germania. Da Schengen nel sud a Wasserbillig nel nord, 340 agricoltori coltivano ben 1280 ettari di vigne, il cui 90 per cento è piantato con varietà di uve utilizzate per produrre vini bianchi. «Non è un caso che la valle della Mosella lussemburghese, principale regione vinicola del Granducato, sia una delle principali destinazioni turistiche del Paese», conclude la nota del CMB. «La strada del vino della Mosella lussemburghese e la spettacolare bellezza del paesaggio dei vigneti, delimitato dal corso del fiume Mosella, rendono questo luogo unico e ideale per promuovere l’enoturismo». 

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