Sugli schermi italiani si è visto poco o nulla, complice l’assenza del team tricolore. Il rugby a 7 alle Olimpiadi di Parigi ha avuto un clamoroso successo. Ed è facile capire perché. In uno Stade de France trasformato in un catino infernale a colpi di Marsigliese i padroni di casa i francesi hanno battuto 28-7 le Isole Figi centrando un’impresa storica. Gli isolani dominano il Sevens da anni.

Sono i re di una disciplina divenuta a cinque cerchi nel 2016. Non avevano mai perso una gara olimpica, conquistando i titoli a Rio de Janeiro e Tokyo. Stavolta hanno ceduto alla Francia, che per conquistare questo oro dopo la delusione del Mondiale a XV, giocato in casa, ha costruito un progetto annuale intorno al suo miglior giocatore. Antoine Dupont ha rinunciato al Sei Nazioni, all’impegno con la Nazionale a XV e ad alcune partite con il Tolosa, il suo club, per prendere per mano la Nazionale seven.

I risultati sono arrivati. La Francia due mesi fa si è laureata campione del mondo vincendo la World Series a Madrid a Parigi ha vinto l’Olimpiade. Decisivo Dupont, usato solo nel secondo tempo, quando il risultato era 7-7 (mete di Talacolo e Joseph). Il mediano di mischia prima ha propiziato la meta di Grandiduier con un break da metà campo. Poi ha segnato le due mete personali per il 28-7 finale. Dupont quest’anno ha vinto nel rugby a XV anche la Champions Cup e il campionato francese con il Tolosa, venendo eletto uomo del match. Ora il titolo olimpico. È davvero il giocatore numero uno al mondo.

Il rugby a 7 è per molti uno sport misterioso. Ma questo vale anche per il fratello a 15.

Alle Olimpiadi moderne ci sono stati due rugby Quasi un secolo è trascorso tra l’esclusione di uno e l’arrivo dell’altro. I due rugby, sono simili nelle regole ma diversi nel tipo di spettacolo che offrono. Il rugby a 7 è una versione ridotta di quello del Sei Nazioni ma si gioca sugli stessi campi di quello a 15. Come giocare a calcio a 5, però su un campo di calcio a 11. Quindi molta più corsa, velocità, più spazio alla fantasia dei singoli.

Il primo rugby, quello a 15, debuttò alle Olimpiadi di Parigi 1900, con uno sponsor di tutto rispetto. ne era grande appassionato il barone francese Pierre de Coubertin, l’ideatore delle Olimpiadi moderne. Per lui il rugby rappresentava l’essenza dello sport. E anche per noi appassionati. Tuttavia dopo quattro edizioni con poche squadre e tanti problemi, e dopo una partita finita con una super mega maxi rissa, il rugby a 15 sparì dal programma olimpico, da cui è assente da ormai un secolo.

l rugby a sette, che gli anglosassoni chiamano rugby sevens, fu codificato in Scozia a fine Ottocento, e le sue origini sono meno note e mitizzate di quelle del rugby a 15. È plausibile che sia nato perché non c’erano abbastanza giocatori per fare un 15 contro 15, ed è certo che per diversi decenni restò piuttosto marginale, quantomeno fuori dai campi scozzesi.

Le regole sono in buona parte quelle del rugby a 15: con le mani la palla si passa solo all’indietro e con i piedi la si può calciare in avanti. Con un’importante precisazione: la deve prendere qualcuno che stava dietro a chi l’ha calciata. Il punteggio: le mete valgono 5 punti, le trasformazioni ne valgono 2. Ci sono placcaggi, mischie e touche (le rimesse laterali) come nel rugby a 15. Tra i pali nel rugby a 7 si calcia sempre in drop, cioè dopo aver fatto rimbalzare la palla. Naturalmente ovale.

Il primo torneo internazionale fu negli settanta, nei novanta la prima edizione della Coppa del Mondo, con un conseguente aumento della sua fama e dei suoi promotori.

Alcuni rugbisti a 15 giocano anche a 7. Uno di loro fu il neozelandese Jonah Lomu, uno dei più forti di sempre. “Il sevens – disse Lomu, prematuramente scomparso - è proprio come il rugby dovrebbe essere; c’è fair play ma ci sono anche velocità, tecnica, ritmo; c’è tutto quello che serve”.

Nel 2016 il rugby a 7 divenne quindi il secondo rugby olimpico, in un torneo a cui tra gli altri partecipò l’All Black e due volte campione mondiale a 15 Sonny Bill Williams. Quell’anno il Guardian presentò il rugby a 7 come “perfetto” per le Olimpiadi in quanto dotato “della fisicità del judo, della tecnicità della ginnastica ritmica, dell’atletismo dei 400 metri ostacoli, della potenza del ciclismo su pista e della sfinente insistenza del canottaggio: uno sport veloce, originale e divertente”.

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