Un aumento dei prezzi è una cosa, una stangata è invece tutta un’altra storia. E quest’ultima è proprio ciò cui stiamo assistendo, penalizzati da un carico fiscale sull’energia che non ha eguali in Europa e quindi incide pesantemente sulle bollette, sui costi dei trasporti e, proprio in virtù dei maggiori oneri di produzione e consegna, sui prezzi un po’ di tutto.

La guerra in Ucraina, certo, ma anche la speculazione da parte di chi vende energia sotto tutte le forme riaccendono l’inflazione nel nostro Paese: non c’è di che stupirsi, considerato che per luce e gas si paga ora il 60% in più rispetto a un anno fa, ed è davvero tanto. A calcolarlo e l’associazione dei consumatori Adiconsum, che ha curato una serie di rilevazioni in Sardegna. Non ci resta che piangere, sapendo oltretutto che il protrarsi del conflitto scatenato dall’invasione russa in Ucraina certo non migliorerà la situazione.

Secondo i dati diffusi proprio da Adiconsum, i maggiori rincari per quanto riguarda i prodotti alimentari (quindi, prima dei pasti) è a Sassari (+6,5%), mentre a Cagliari il salasso più imponente arriva subito dopo i pasti, con il conto da pagare al ristorante: il dato è del +5,2%. E questo fa facilmente prevedere all’associazione dei consumatori un tasso record dell’inflazione nel mese di marzo nell’Isola, che secondo le previsioni sarà del 6,1%: significa che, mediamente, ogni famiglia residente in Sardegna spenderà ogni anno 1.622 euro per acquistare ciò che già comprava prima, luce e gas compresi, ma non soltanto quelli.

Non stupisce, considerati guerra e annessa speculazione energetica, che i rincari più pesanti siano per l’energia elettrica, il gas e i combustibili, calcolati al 60,9% su base regionale. «Per questa voce il picco è a Olbia, dove si rileva un + 66%», commenta Giorgio Vargiu, presidente di Adiconsum Sardegna. Le altre rilevazione danno a +6% il prezzo degli alimentari, ma a Sassari il dato record è del 6,5%. I trasporti costano in media il 10,5% in più in tutta l’Isola, i “pacchetti” per le vacanze vanno in alta quota (ma non accade soltanto in montagna) con un 11% in più.

Anche al ristorante si abbonda con i condimenti, a giudicare da quanto sono più salati i conti. In media, andare a cena fuori nell’Isola richiede una spesa superiore del 4,1% rispetto a un anno fa e, nella regione, a fare peggio a questo proposito è Sassari, dove la maggiorazione registrata da Adiconsum è del 5,2%. E lo zimino va subito di traverso.

Tutti gli aumenti legati alle bollette, insomma, ce li hanno scaricati addosso con i rincari dei prezzi: qualunque cosa facciamo, li finanziamo. «L’incremento dei listini al dettaglio interessa tutti i settori», commenta Giorgio Vargiu, «temiamo che in marzo, con l’emergenza legata ai carburanti e lo scoppio della guerra in Ucraina che hanno pesanti ripercussioni sui prezzi, in Sardegna si possa raggiungere un tasso d’inflazione record ancora più alto di quello registrato nel mese di febbraio», che pure non scherzava. Adiconsum ha scritto al Governo, per chiedere «di imporre prezzi amministrati almeno per i generi di prima necessità come i prodotti alimentari e per i beni strategici come luce, gas e carburanti».

Prima ancora di chiederci come difendersi da questa raffica di aumenti, bisogna interrogarsi per capire se sia possibile. Secondo Sostariffe.it, pur con molti limiti, qualcosa si può fare valutando tutte le opzioni e alleggerendo le bollette evitando gli sprechi e ottimizzando l’uso dell’energia. Ci sono insomma alcuni accorgimenti per razionalizzare i consumi di luce e gas, e quindi per contenere un po’ gli effetti di questa stangata sull’economia familiare.

Peraltro, la scelta di tagliare i consumi è stata già fatta da molte famiglie italiane. Infatti i consumi di energia elettrica e gas sono calati rispetto all’ottobre scorso, il mese in cui si è cominciato a parlare degli aumenti in bolletta. Certo, è un calo ridotto (i consumi sono scesi dell’1% per l’energia elettrica e del 4% per quanto riguarda il gas naturale), ma per fare un “taglio” bisogna tenere in mente alcuni suggerimenti. Sostariffe.it, ad esempio, consiglia di non rinunciare ai consumi che ci servono e di ridurre le bollette senza sacrifici e sofferenze. Dunque, diventa prioritario – con questi chiari di luna – spendere un po’ di più per un elettrodomestico di classe alta per quanto riguarda l’efficienza energetica: quel “di più” sarà riassorbito dai risparmi, in poco tempo. Inoltre, dobbiamo sostituire le lampadine: quelle a led consumano un quinto rispetto a quelle a incandescenza, e oltretutto hanno “vita” più lunga. E poi, perché lasciare accese luci che non servono? La stangata colpisce soprattutto i pigri.

Poi ci sono gli elettrodomestici che non spegniamo, ma lasciamo in stand-by: consumano pochissimo, in quel regime, ma comunque lo fanno. In media, un elettrodomestico in stand-by pesa in bolletta per 50 chilowatt ogni anno: addirittura di più la tv e l’impianto stereo, assai di meno i caricabatterie degli smartphone.

Per quanto riguarda il riscaldamento, il sito delle tariffe consiglia di ridurre leggermente la temperatura-obiettivo sulla quale tariamo gli impianti domestici: una temperatura tra i 16 e i 20 gradi è confortevole ma non svuota il conto in banca. E poi ci sono i timer e le valvole termostatiche per regolare il calore dei singoli termosifoni. D’estate, è esagerato impostare il condizionatore a una temperatura che sia di 8-10 gradi più bassa rispetto a quella interna. E poi c’è lo scaldabagno, che mangia tanta energia: una caldaia a gas, o un bel sistema solare tagliano molto la bolletta. E poi, per fare la doccia, bastano cinque minuti. Così, poi, magari ogni tanto si va al ristorante: virtualmente gratis, grazie ai risparmi.

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