Ristabilire connessioni reali, non virtuali. Incontrarsi, parlare, sorridere, condividere esperienze, guardarsi negli occhi. Ascoltare musica e ballare. Ritrovarsi.

L’Hippie music day aveva obiettivi ambiziosi. “Remembering yourself” era il sottotitolo ma anche la filosofia che ha mosso un bibliotecario e un’imprenditrice-architetta, marito e moglie, a provare a rendere comunitaria una loro esigenza interiore. Giovanni Solinas, visionario, appassionato di musica anni ’60 e ’70, quella di Woodstock, e Valentina Meloni, spirituale e introspettiva ma anche pragmatica come ogni imprenditore, hanno lavorato per nove mesi per curare ogni dettaglio del festival che si è svolto il 22 e 23 giugno scorsi al parco di Santa Maria di Sibiola, a Serdiana.

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Sono partiti dai gruppi – 19 – che si sono alternati nei due palchi e hanno costruito un grande villaggio nei sette ettari dell’area che si sviluppa attorno a una delle chiese romaniche meglio conservate dell’Isola. Street food per ogni esigenza, artigiani, gelati, yoga, un’area olistica, giochi per i bambini, sfilateed esposizioni di auto e moto d’epoca, seminari con personaggi di alto profilo, animazione (interessante lo spettacolo dei trampolieri che impersonano un gruppo di cavalieri sardi che cacciano le pale eoliche), droni, spazi ombreggiati con teli che creavano effetti magnetici.

La musica è stata il filo conduttore, con le tribute band di gruppi e cantanti leggendari:, da Santana ai Led Zeppelin, dagli Eagles a Jimi Hendrix, dai Creedence Clearwater Revival a Bob Dylan, da Janis Joplin ai Deep Purple, dai Beatles ai Jefferson Airplane, per citarne alcuni. Ma un posto speciale, sul palco di 120 metri quadrati, lo hanno avuto i Pentangle, band britannica nata alla fine degli anni ’60 della quale è sopravvissuta solo la cantante Jaquie McShee, 81enne, che ancora oggi suona in tutto il mondo assieme a sei musicisti di altissimo livello.

A godere dei concerti, che si sono susseguiti dalle 10,30 del mattino a mezzanotte, è stato un pubblico colorato, immerso nel clima, nel mood, libero di spostarsi da una zona all’altra, e quindi da un’esperienza all’altra.

Forse non c’è stato l’afflusso atteso, probabilmente a causa della contemporaneità con le numerose Feste della musica che si sono tenute in tutti i comuni del cagliaritano, ma anche a causa del tempo variabile che ha portato anche qualche leggero piovasco, ma i numeri sono stati più che raddoppiati rispetto allo scorso anno e questo è un risultato.

“L'Hippie Music Day nasce dall’osservazione sull'attuale realtà sociale delle relazioni umane”, hanno spiegato fin dal principio Meloni e Solinas. “Di fronte alla tendenza all'isolamento e all'impoverimento spirituale, abbiamo voluto creare opportunità di incontri autentici e significanti. Il festival rappresenta un’occasione per riscoprire il valore della socialità, dell’interazione ma anche del sano divertimento, contrastando il concetto che le relazioni possano totalmente essere sostituite dalla comunicazione digitale”.

Il festival è stato completamente autofinanziato, non ha usufruito di alcun contributo pubblico. Una sfida al limite del temerario ma quando si ha un sogno ne vale la pena”. Abbiamo messo a frutto le nostre competenze, anche se apparentemente estranee al settore, e l’Universo ci ha aiutati. Moltissime persone, amiche, conoscenti e sconosciute hanno creduto fortemente nel progetto”, hanno commentato.

La speranza è che il festival si ripeta per molti anni ancora.

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