Sarebbe bello se George Amberson arrivasse dal futuro a raccontarci ancora una volta che il rischio della catastrofe nucleare è scongiurato. L’insegnante di liceo nato dalla penna di Stephen King nel romanzo dedicato all’omicidio Kennedy (il titolo: 22/11/63) aveva assicurato che la crisi dei missili di Cuba - il momento più drammatico della Guerra fredda – si sarebbe risolta in un nulla di fatto: nessun conflitto atomico Usa-Urss, nessun rischio di distruzione del mondo. A sessant’anni da quel giorno e a quasi ottanta dall’inferno di Hiroshima e Nagasaki il brivido gelido si fa improvvisamente risentire. Un tempo di guerra inatteso e brutale fa spuntare all’orizzonte l’ipotesi estrema del conflitto nucleare: l’assalto della Russia all’Ucraina rimette in moto dinamiche e scenari che sembravano persi con il secolo delle guerre mondiali.

ALTA TENSIONE

Pochi giorni dopo l’invasione Vladimir Putin ha portato subito i giri della tensione al massimo: “Ho ordinato al comando militare di mettere in allerta il sistema di deterrenza nucleare”. Poche parole ma dure come l’acciaio dei missili. Un messaggio che rialza il sipario sulla corsa agli armamenti e sulle prospettive apocalittiche di un’eventuale guerra totale. E l’ex presidente russo Dimitri Medvedev elenca persino i casi in cui la Russia potrebbe premere il tasto della bomba atomica: si va dalla risposta a un attacco nucleare nemico al caso in cui è messa a rischio la sopravvivenza della Russia. Nel frattempo il Giappone fa alzare ancora di più il livello d’allarme: “Putin è pronto a usare l’arma atomica”, sostiene il premier Fumio Kishida. E fonti americane fanno sapere che Joe Biden non esclude l’ipotesi del “first nuclear strike”, l’attacco preventivo degli Stati Uniti, in caso di utilizzo da parte dei russi di armi biologiche, chimiche e persino informatiche. Insomma, è escalation da tutte le parti, si riaccendono le luci sulla follia dell’uomo.

SCENARI TERRIFICANTI

Se la battaglia in Ucraina superasse il punto di non ritorno potrebbero aprirsi scenari terrificanti: entrerebbero in gioco dotazioni nucleari in grado di sterminare milioni di persone, provocando effetti irreversibili sul futuro del pianeta. Basti pensare che l’ingegneria atomica è riuscita a sperimentare già sessant’anni fa la bomba Tsar, esplosa nel mare Artico: ha prodotto una potenza 1500 volte superiore alle due bombe (messe insieme) che hanno annientato Hiroshima e Nagasaki nel 1945, dove vennero registrate almeno duecentomila vittime, oltre a quelle degli anni successivi per le esposizioni alle radiazioni. Negli ultimi tempi sono stati peraltro perfezionati i missili balistici intercontinentali, in grado di attraversare mezzo mondo salendo fino alla stratosfera per sfuggire a ogni scudo di controllo o protezione. Finirebbe sotto minaccia qualunque nazione.  il caso dei Titan americani, gli R-36 o gli RT-2 russi, i Df cinesi, gli Agni indiani, i Jericho israeliani.

LE ARMI NUCLEARI

Si aggiunge l’effetto moltiplicatore a dare il senso dell’inferno possibile: secondo le ultime stime, la Russia sarebbe in possesso di quasi seimila armi nucleari (5.977, per l’esattezza), mentre gli Stati Uniti si fermerebbero a poco meno di cinquemilacinquecento (5.428). Questi numeri hanno il potere di paralizzare ogni pensiero. Le due superpotenze fanno la voce più grossa, ma il soffio gelido delle bombe atomiche si sente anche in altri Paesi. Secondo la Federation of american scientist altri sette Stati detengono direttamente le armi più potenti. Almeno 350 le testate nucleari in Cina, mentre sono 290 in Francia e 225 in Inghilterra. Il Pakistan ne avrebbe 165 e la confinante India si ferma a 160. Non ci sono conferme ufficiali sui numeri reali di Israele, in possesso di almeno 90 bombe, e della Corea del Nord, in grado di utilizzare 20 armi atomiche.

BOMBE ANCHE IN ITALIA

L’Italia non ha una dotazione propria di armi atomiche ma partecipa come Paese della Nato al programma di deterrenza nucleare: così ospita le armi letali degli Stati Uniti. Il programma ufficiale è top secret ma le ricostruzioni fatte da più parti riconducono a due basi specifiche: cinquanta armi atomiche sarebbero ospitate ad Aviano, in Friuli Venezia Giulia, a ridosso delle Alpi Carniche, vicino a Pordenone. Altre quaranta si trovano nella base di Ghedi, in Lombardia, a venti chilometri da Brescia. L’Italia è pienamente coinvolta nello schieramento dei missili atomici, come lo sono la Germania, l’Olanda, il Belgio, la Turchia in nome dello scudo di difesa dell’Alleanza dell’Atlantico del nord.

© Riproduzione riservata