Il colpo di scena qualche giorno fa, alla vigilia dell’assemblea per l’approvazione del bilancio. Cosimo Sibilia, in carica dal 2017 dopo la conferma poco meno di un anno fa, si è dimesso dalla presidenza della Lega nazionale dilettanti. Dopo aver bruciato le tappe, con un’ascesa che sembrava spianare la strada per incarichi più alti all’interno degli organi federali del calcio, il dirigente avellinese, imprenditore e deputato nella legislatura in corso, ha deciso di gettare la spugna, dopo essersi reso conto di aver perso la maggioranza interna. In sostanza, il rischio sarebbe stato non approvare un documento contabile di primaria importanza per un mondo, quello dei Dilettanti, che chiede interventi veloci per tamponare le falle causate dal Covid e interventi strutturali per ripartire. Sibilia, che da sempre si era espresso a favore di un percorso di riforme che attribuisse pari dignità alla Lnd rispetto alle altre componenti del calcio, è stato candidato alla presidenza della Figc, da cui poi è uscito sconfitto, dopo aver sfidato Gabriele Gravina che, da alleato di un tempo, è diventato avversario per via di un accordo non scritto che avrebbe dovuto portare proprio Sibilia a capo della Federazione. In una lettera al mondo dei Dilettanti, Sibilia ha motivato il suo addio.

La lettera. “Ritengo doveroso rivolgermi direttamente a voi che costituite il grande mondo del calcio dilettantistico e giovanile del nostro Paese. Ho deciso di rassegnare le mie irrevocabili dimissioni dalla carica con effetto immediato. Voi tutti, nel Gennaio del 2017, mi avete dato la grande gioia e l'onore di essere eletto, grazie al voto della totalità dei Delegati Assembleari, all'unanimità degli aventi diritto al voto. In quel momento la Lega Nazionale Dilettanti attraversava un momento di grande difficoltà, sia per il decremento delle Società e dei tesserati, sia per la situazione economica. Nel quadriennio che è seguito, grazie ad una oculata gestione e, soprattutto, ad iniziative che hanno favorito lo sviluppo dell'attività sul territorio, siamo riusciti ad invertire la tendenza negativa, fermando l'emorragia di società e tesserati ed a mettere la Lega Nazionale Dilettanti in una situazione di grande tranquillità dal punto di vista economico e finanziario”. E ancora: “Nel gennaio di questo anno, inoltre, con il voto di quasi l'87% dei Delegati Collettivi, avete inteso non solo rinnovarmi la vostra fiducia ma avete chiesto che, nell'interesse della stessa Lega, presentassi la mia candidatura a presidente della Figc. Con spirito di servizio, pur risultando chiaro che gli impegni precedentemente assunti non sarebbero stati rispettati e che, di conseguenza, si sarebbero formate maggioranze diverse, ho coerentemente presentato, nel rispetto del mandato ricevuto, la mia candidatura. E di ciò ne vado fiero, perché non bisogna pensare alle cariche che si ricoprono come momento di glorificazione personale ma come "servizio" per gli altri. Ho dunque ritenuto giusto, corretto e coerente, pur nella consapevolezza di un risultato negativo, rispettare l'impegno che conseguiva al mandato ricevuto dai Delegati collettivi della Lega nazionale dilettanti. E per questo potrò sempre camminare a testa alta, guardando negli occhi e stringendo la mano ad ognuno di voi. All'esito di quel risultato, tuttavia, soprattutto perché nell'ambito della stessa Lega Dilettanti si sono posti in essere, da parte di taluni, comportamenti che, complice il segreto dell'urna, sono andati in contrasto con il formale mandato che mi era stato conferito, avrei voluto rassegnare le mie dimissioni. Lasciare l'incarico nel pieno dell'emergenza pandemica, quando i campionati e l'attività di rilievo nazionale, tra le mille difficoltà che voi tutti avete vissuto, doveva essere portata a termine, sarebbe sembrata, almeno ai miei occhi, come una vera e propria diserzione. Ho dunque atteso la conclusione della stagione sportiva, l'inizio di questa nuova con l'avvio dei campionati, per potermi ritenere finalmente libero di comunicare il mio pensiero”.

L’addio. Quindi i motivi della scelta: “Rassegno le mie irrevocabili dimissioni alla vigilia di un appuntamento che per certi versi dovrebbe apparire un atto "formale" ma che, tuttavia, forzatamente, per volontà di terzi, potrebbe avere una rilevanza diversa”. Sibilia entra quindi nel vivo delle motivazioni che hanno portato al suo addio: “Per il 28 ottobre era prevista una riunione del Consiglio Direttivo della Lega Nazionale Dilettanti nell'ambito del quale si doveva procedere all'approvazione del Bilancio consuntivo relativo alla stagione sportiva 2020/2021. Un bilancio, tuttavia, che nonostante le grandissime difficoltà economiche derivanti dalla mancata attività a livello territoriale, si chiude con una perdita di gran lunga inferiore a quella preventivata ed interamente assorbita grazie ai risparmi realizzati negli anni precedenti. Perdita che, nel documento programmatico, era stata approvata all'unanimità dal Consiglio Direttivo, organo deliberante che, coerentemente con il voto precedente, dovrebbe non solo approvare il consuntivo ma esprimere apprezzamento per essere stato ridotto, rispetto alla previsione, il deficit di oltre 700mila euro. Come è stato anticipato da alcuni organi di informazione che mostrano di godere del privilegio di "fonti" dirette, sembra che - su esplicita richiesta di terzi, poco inclini evidentemente alle dinamiche democratiche che prevedono anche il dissenso e non solo l'adulazione - contrariamente alla coerenza, all'interesse complessivo della Lega Nazionale Dilettanti e del movimento calcistico, una buona parte del Consiglio Direttivo non avrebbe voluto approvare il Bilancio. La sola ipotesi che una simile vergogna potesse accadere mi impone, ancora una volta privilegiando l'interesse della Lega Nazionale Dilettanti rispetto a quello personale, di farmi da parte, così favorendo le condizioni perché un "atto dovuto" non venga barattato con il mercato delle aspirazioni carrieriste. Quanto a me, credo che il rassegnare le dimissioni costituisca la giusta conclusione di un percorso che mi ha visto privilegiare sempre dignità, correttezza, responsabilità e soprattutto onestà”. Si apre quindi una crisi all’interno della Lnd, che ora dovrà trovare una nuova maggioranza e un nuovo presidente per riprendere il cammino interrotto con le dimissioni di Sibilia.

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