Auto elettriche o ibride, treni e aerei a idrogeno, navi mosse da energia pulita. Il passaggio dai motori a carburante fossile a quelli puliti, verso le emissioni zero, sembra ormai irreversibile anche se potrebbe essere rallentato dall'emergenza Covid che sta avendo pesanti ripercussioni su tutti i mercati, a iniziare dal settore dei trasporti. Nei prossimi dieci anni, tuttavia, il mondo potrebbe cambiare radicalmente. Lo dice anche un report stilato nei giorni scorsi dall'agenzia Deloitte e in particolare dal settore che si occupa proprio delle nuove tecnologie. In particolare, lo studio Deloitte Electric Vehicle - Setting a course for 2030 mette in evidenza che entro il 2030 i veicoli totalmente elettrici saranno oltre l'80% dei mezzi "puliti" venduti nel mondo. In sostanza, ci sarà anche l'ibrido ma sarà soprattutto l'elettrico a fare la parte del leone, con la Cina che, secondo il report, arriverà a detenere il 49% del mercato mondiale dei veicoli elettrici.

L'ipotesi messa in campo dallo studio di Deloitte è che nei prossimi anni si assisterà a un cambio delle nostre abitudini anche se non sarà repentino. Infatti, il rimbalzo dei consumi che arriverà dopo la conclusione della crisi economica scatenata dal Covid-19, porterà a una nuova crescita del mercato anche dei veicoli a combustione interna, destinata a protrarsi fino al 2025 con la vendita di circa 81 milioni di veicoli. Questo grazie agli incentivi che molti governi hanno già iniziato a mettere in campo e che riguardano pure le auto a motore (con basse emissioni) e non solo quelle elettriche o ibride. Scelte che potrebbero essere confermate nei prossimi anni, conclusa la pandemia, e che potrebbero dunque produrre effetti sui mercati fino al 2025. Questo, spiega Deloitte, accadrà anche per il fatto che la Cina è stata duramente colpita dalla pandemia e la produzione di batterie al lito, di cui il Paese asiatico è leader mondiale, ha subito un rallentamento. Nella seconda metà del decennio, tuttavia, secondo il report ci sarà una forte accelerazione nella produzione e vendita di veicoli elettrici, fino alle stime previste per il 2030. "Ormai il percorso di transizione verso i veicoli elettrici è irreversibile. La velocità di transizione, invece, può variare e dipenderà soprattutto dalla capacità di produttori e rivenditori di eliminare le paure che ancora frenano i consumatori", spiega Giorgio Barbieri, responsabile automotive di Deloitte Italia. Sulla velocità di transizione, inoltre, come detto in precedenza, potrebbe avere un impatto non da poco la pandemia in atto, sia per il rallentamento nella produzione di componenti necessarie allo sviluppo delle tecnologie elettriche che per l'arrivo sui mercati di incentivi a pioggia su tutti i mezzi a motore, compresi quelli a combustione per risalire la china della crisi economica. Dall'analisi presentata da Deloitte, infatti, emerge "un rallentamento di breve-medio termine nella transizione globale verso la mobilità elettrica, causato dallo shock esogeno che ha colpito il comparto con un contemporaneo crollo della domanda di mercato e della produzione industriale, e la necessità di uno slittamento degli attuali target di riduzione delle emissioni di CO2 per favorire il rilancio dell'industria automobilistica", si legge nel report. Lungo termine Sul lungo e medio termine, invece, il processo di passaggio all'elettrico non è in discussione. Al momento, spiega ancora Barbieri, "i modelli elettrici scontano prezzi di listino ancora elevati rispetto alla media del mercato, un aspetto rilevante in un contesto caratterizzato da crisi economica e incertezze reddituali. È probabile che molti potenziali acquirenti rinvieranno la decisione d'acquisto a tempi di maggiore sicurezza economica o che la scelta ricada su sistemi di alimentazione tradizionali, che stanno peraltro beneficiando del crollo del prezzo del petrolio" in questo momento. Tuttavia, nonostante oggi il comparto dei veicoli elettrici e ibridi (circa un milione e 356 mila unità) sia residuale sul mercato, la mobilità elettrica "mantiene notevoli potenzialità di sviluppo in un'ottica di lungo periodo, dato che cresce la preferenza dei consumatori per auto più ecologiche, soprattutto in Italia dove l'interesse per i veicoli ibridi/elettrici sale al 71%", aggiunge Barbieri.

Aerei In questo quadro va inserito anche il settore aeronautico che sta facendo passi da gigante nella transizione a motori più puliti. A fine settembre, infatti, ha effettuato il suo volo di battesimo il primo aereo commerciale a idrogeno mai progettato. L'apparecchio, un Piper di classe M modificato appositamente, è decollato il 24 settembre da Cranfield, in Inghilterra, con grande soddisfazione della società ZeroAvia e dei partner European Marine Energy Centre e Intelligent Energy. Il prossimo passo sarà un viaggio di oltre 400 chilometri alimentato dalle fuel cell a idrogeno, con decollo dalle Isole Orcadi, a Nord della Scozia. Il programma prevede che questo avvenga prima della fine dell'anno e sarà così coperta una distanza simile a quella che, in linea aerea, divide Roma da Milano. Un anticipo insomma di quello che a breve potrà fare l'aviazione commerciale con motori puliti. Il progetto prevede entro il 2040 la realizzazione di un aereo a idrogeno capace di trasportare 200 passeggeri e percorrere migliaia di chilometri. La tecnologia va veloce e la pandemia è solo un ostacolo temporaneo.
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