La rinascita del vinile è un fenomeno diffuso. Dalle grandi alle piccole realtà, dopo la rottamazione dilagante negli anni Ottanta e Novanta, ora è un mercato in buona salute. Non senza sorprese perché sembrava che quell’oggetto tanto caro ai cultori della musica e del suono analogico fosse destinato all’estinzione. E invece no: da alcuni anni ritrova gli spazi perduti e, anzi, ne conquista di nuovi facendosi largo tra i giovanissimi che scoprono il fascino del giradischi e dei mitici 33 giri. Una rivincita incoraggiante dopo la rivoluzione innescata dal compact disc, capace di mettere all’angolo gli acclamati long playing in vinile, sopravvissuti nel frattempo tra un ridotto numero di nostalgici appassionati.

Il nuovo corso si coglie bene in Barbagia visto che nel giro di quattro mesi Nuoro ospita per due volte la fiera ExMè vinyl gallery che ha un richiamo a livello regionale. Il successo del primo appuntamento a novembre suggerisce il bis a marzo e già si prepara il prossimo evento. Nuoro non è sola: la mostra è itinerante con tappe a Orotelli, Dualchi, Villacidro, Oristano. Gli animatori sono Marco Ribaudo, Bruno Scatena, Paolo Pirodda, Massimiliano Porta e Salvatore Gioia. Sono gli espositori più affezionati e anche i promotori di una nuova associazione, ribattezzata “Il discobolo sardo”, che punta ad allargare il circuito con nuovi eventi in tutta l’Isola che sono poi occasioni di scambi, vendite, racconti.

«In Barbagia la gente risponde in maniera incredibile, la musica è sempre stata importantissima e amata. Vale per tutti i generi. La musica è cultura e a Nuoro la cultura musicale è viva», spiega Marco Ribaudo, titolare di Mr Musick Nuoro, uno dei cinque negozi specializzati sopravvissuti in Sardegna al drastico ridimensionamento del mercato: altri due sono a Cagliari, uno a Oristano e un altro a Sassari. In tutta Italia sono poche centinaia. L’esiguità dei numeri esalta la determinazione di questi operatori che sono anzitutto appassionati collezionisti, cresciuti con la musica dei Beatles e dei Pink Floyd, di Bob Dylan e dei Rolling Stone e di album con copertine iconiche da essere considerate opere d’arte come le creazioni di Andy Warhol, Mike Kelley, Raymond Pettibon e Slater Bradley.

Marco Ribaudo
Marco Ribaudo
Marco Ribaudo

«Il mercato del vinile si è stabilizzato da un triennio. A Nuoro abbiamo iniziato a riportare i vinili dal 2009», spiega Ribaudo che lavora nel settore da vent’anni. La riscoperta non ha confini: riguarda rock e pop, jazz, metal e rap. Coincide con la crisi del cd legata al successo delle nuove tecnologie digitali e alla consacrazione dello streaming discografico. La moda fa la sua parte, soprattutto tra i giovanissimi che chiedono il giradischi come regalo. Non importa se il disco in vinile ha costi più impegnativi del cd. C’è anche qualcos’altro, oltre la possibilità di rivivere i classici e di cogliere anche le novità commerciali. «È un modo completamente diverso di approcciarsi alla musica. È una scelta di vita perché il giradischi invita alla calma contro la frenesia, ha altri ritmi. E poi c’è un aspetto romantico che prevale perché siamo fatti di emozioni. La saturazione tecnologica ha portato ad avere tutto, ma niente di fisico, come succede invece con il vinile», sottolinea Ribaudo associando il long playing al libro.

Paolo Pirodda
Paolo Pirodda
Paolo Pirodda

«Ci sono stati tempi in cui vicino ai cassonetti dei rifiuti venivano depositati giradischi e vinili», ricorda amaro Paolo Pirodda, collezionista storico, erede del grande compositore cagliaritano Luigi Rachel. Compra dischi dal 1968, ha uno studio di registrazione a Poggio dei Pini dove ha lavorato con i Tazenda. «Sono nato con la musica, ho sempre amato il vinile anche se mi sono dovuto convertire al cd. Ora il vinile è di nuovo un oggetto di culto e il mercato si amplia soprattutto nel Nuorese e nell’Oristanese», spiega.

Il risveglio del long playing in vinile ha un orizzonte ben più ampio. In Gran Bretagna, per esempio, già nel 2017 si registra un sorpasso perché per la prima volta dopo decenni di crisi nera il vinile fa registrare incassi maggiori rispetto a quelli di cd e download. Succede anche negli Stati Uniti. In Italia per la prima volta dal 1991 nei primi tre mesi del 2021 gli Lp valgono più dei cd. A dare una spinta importante per il rilancio è il Covid. Spiega la Fimi, Federazione industria musicale italiana: «Durante il lockdown molti fan hanno compensato la tristezza legata alla mancanza di eventi dal vivo riappropriandosi della dimensione fisica della musica grazie ai vinili acquistati attraverso l’e-commerce». Così ora, almeno nell’Isola, sgretolato ogni predominio, il mercato del vinile e quello del cd si equivalgono rigenerando entusiasmo, qui come altrove, oltre il circuito dei nostalgici.

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