I numeri per emergere non le mancano. Rigorosa - non potrebbe essere altrimenti - e determinata, curiosa e aperta, solare, empatica, sognatrice, estrosa. In sintesi: il necessario per l'approccio alla vita che ha permesso a Raffaella Mulas, 28enne cagliaritana, matematica all'Alan Turing Institute di Londra e l'Università di Southampton, già in giovanissima età, di conquistare spazi di libertà, oltre il perimetro delimitato dal mare.

E' recente la notizia di un prestigiosissimo incarico ottenuto grazie al suo talento, alla sua competenza e, soprattutto, a quella sua personale capacità di divulgare una materia ostica ai più rendendo brillante e divertente una lezione di matematica. La Max Planck society le ha affidato il ruolo di leader di un gruppo di ricerca sugli ipergrafi, oggetti matematici che modellano i network, ovvero le reti: di reazioni chimiche, di neuroni, di nuraghi o di social network.

Ogni anno l'autorevole istituzione tedesca di ricerca, di cui fanno parte anche i neolaureati premi Nobel 2020, Emmanuelle Charpentier per la chimica e Reinhard Genzel per la fisica, premia due giovani ricercatrici donne con il Minerva Fast Track Program. Chi vince questa posizione, ha l'opportunità di guidare un nuovo gruppo di ricerca all'interno di uno degli 86 istituti Max Planck, diventando così "group leader". Quest'anno, una delle due posizioni è stata assegnata a Raffaella Mulas, che ha deciso di creare un nuovo gruppo di ricerca sulla "teoria spettrale degli ipergrafi" al Max Planck Institute for Mathematics in the Sciences di Lipsia, in cui ha conseguito il suo dottorato di ricerca nel 2020. A partire dal prossimo settembre, Raffaella potrà assumere dottorandi e ricercatori postdoc per il suo gruppo di lavoro.

"Sto studiando una teoria puramente matematica che ha risvolti pratici e ricadute concrete nelle scienze - spiega - è un ambito ricco di stimoli e spunti di crescita professionale. E' una soddisfazione enorme". Raffaella ("nata dove c' è sempre il sole"), ha un carattere allegro e comunicativo. "Esprimo me stessa quando studio formule e spazi matematici o ballo lo swing, quando respiro la brezza del mare o ascolto musica, dipingo. Mi diverto con gli amici, scherzo con Piergiorgio, quel "matto" di mio padre da cui ho ereditato quel mix di determinazione e un pizzico di sana follia", racconta. A 12 anni, il primo riscontro con il premio regionale ai giochi di logica-matematica della Bocconi. "Da bambina, d'estate, per divertirmi facevo esercizi di matematica", dice sorridendo.

Diploma scientifico all'Euclide di Cagliari, laurea triennale in matematica a Udine, specialistica a Bonn, dottorato al Max Planck di Lipsia, vanta un curriculum "top". E ora, un importante step a coronamento del lavoro: l'incarico di "group leader". "La bellezza della matematica - confessa Raffaella - non l'ho vista a scuola. Posso però assicurare che è un piacere per la mente: è creatività, sognare a occhi aperti, linguaggio universale, ti apre nuovi orizzonti e svela i meccanismi più intimi. E ogni volta è una nuova sfida. Credo che se facessi l'insegnante diventerei noiosa, dovrei attenermi al programma e farei odiare la materia agli studenti". Lo aveva detto alla cerimonia di consegna del "Premio Donna di scienza giovani", assegnatole in occasione della 13/a edizione del Cagliari Festivalscienza. La passione per la disciplina, incubo di tanti bambini e adolescenti, è nata alla scuola materna, sui banchi del Convitto Nazionale di Cagliari.

La matematica di cui si è innamorata non ha a che vedere con numeri, pallottoliere, numeri, tabelline. È astratta, pura. "A 8 anni decisi: da grande diventerò una matematica". Detto fatto. A dispetto di critiche, consigli scoraggianti, e luoghi comuni che ha imparato a contrastare sin da subito: "Gli uomini sono più bravi delle donne in matematica", "i matematici sono tutto numero e calcoli", "che barba la matematica".

"In Italia, è vero, resta un ambito per lo più maschile - ammette - le donne in questo campo sono una minoranza. Nell'immaginario la matematica è solo una prof con gli occhiali, seriosa e castigata, possibilmente severa. Il matematico è invece un professionista intelligente, anche con un che di fascinoso. E' naturale sentirsi un po' a disagio. Sfido un uomo a sentirsi a proprio agio in un ambiente femminile dove vieni giudicato per come ti vesti o per il tuo aspetto. Per questo è importante incentivare la presenza femminile, perché tante bambine e ragazze abbiano dei riferimenti e non temano di sentirsi una minoranza".

Tra i suoi ricordi ci sono i compiti passati alle sue compagne in tribolazione, tra operazioni di trigonometria, calcoli e una convinzione comune e errata: "per me la matematica è arabo". Conserva ancora un compito del liceo dove il professore, accanto al voto e al commento, le scrisse un inaspettato "Grazie di esistere".

Ma il vero talento di Raffaella è la grande capacità di trasmettere e divulgare la sua conoscenza. E' una "youtuber" che tra due formule sulla lavagna improvvisa uno swing. E sorride, rassicura, e mostra come quella materia imperscrutabile possa essere fatta propria da tutti. "Sfatiamo qualche luogo comune - premette - non sempre la matematica ha a che fare con i numeri. Semmai con forme, simmetrie, oggetti e spazi, ed è un mondo meraviglioso". Tutto questo lo racconta in "La matematica danzante", video divulgativi ospitati ogni venerdì sulla piattaforma online dell'Unione Matematica italiana e nelle conferenze che tiene in giro per il mondo.

Puntualizza: "Se nella vita e nello studio uno sceglie ciò che ama, non si fermerà mai, anzi, procederà come un treno. Se non avessi potuto mettere a frutto questa mia passione, sicuralmente avrei faticato in qualsiasi altra materia. Io per la matematica non ho rinunciato a nulla. Oggi non ho un luogo di lavoro, non ho orari di lavoro ma ho tre uffici in Inghilterra, due a Londra e uno a Southampton. Adoro la vita che faccio, non avrei potuto chiedere di più e di meglio".

Ma perché divulgare la matematica? "Intanto perché mi diverte moltissimo. La matematica è complicata per tutti, anche per noi. Ci vuole costanza, fatica e applicazione. A volte, per capire una frase di un libro impiego un giorno intero. E poi per me è una sfida: non è facile rendere i concetti in maniera semplice per chi non conosce il linguaggio matematico. Io ci provo". E, a vederla e ascoltarla, ci riesce pure.

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