Ricerca scientifica
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Le difficoltà degli ultimi tempi, tra pandemia e guerra, rendono gli italiani molto preoccupati ma anche più generosi. Il 2022, pur segnato dal conflitto in Ucrania, dalla crisi energetica e dalla paura per il futuro, fa emergere tanto buon cuore e attenzione verso il prossimo al punto che il lascito solidale raccoglie nuovi consensi. Lo hanno già scelto 800 mila persone, molte altre pensano di adottarlo. Un bacino complessivo stimato nell’ordine di quasi 7 milioni di persone. Lo dice un’indagine presentata in occasione della giornata internazionale dedicata al lascito solidale che ricorre il 13 settembre. L’identikit di chi medita questa scelta è una persona over 50, impegnata per lo più nel volontariato, che frequenta riti religiosi ed è già un donatore nel senso che ha dato il suo contributo durante l’emergenza sanitaria e in quella legata alla guerra in Ucraina.

Lo strumento della donazione post mortem registra una crescita costante: nel 2022 la percentuale di chi l’adotta o conta di farlo arriva al 26 per cento, 4 punti in più rispetto al 2021 e 6 rispetto al 2020. Il quadro viene tratteggiato dall’indagine sugli orientamenti degli italiani verso le donazioni e il testamento solidale promossa dal “Comitato testamento solidale” e condotta da Walden Lab che tra giugno e luglio scorsi ha testato un migliaio di persone tra i 25 e i 75 anni, campione ritenuto rappresentativo di circa 40 milioni di italiani. Tra gli over 50, otto su dieci sono informati del lascito solidale. Equivale al 79 per cento, più del 73 del 2021 e del 72 del 2020.

Il donatore tipo pensa al futuro dell’Italia, del pianeta, dei propri cari; si preoccupa dell’inquinamento, delle guerre, delle migrazioni e della sovrappopolazione ma non perde l’ottimismo, coniugato alla solidarietà, alla fiducia per le prospettive dei giovani, di una maggiore democrazia e del benessere economico. Ama una vita semplice, è attento alla dimensione spirituale, alle relazioni umane e crede anche nel contributo prezioso delle organizzazioni non profit. Di fronte a tanta sensibilità le opzioni possibili per il lascito sono ampie visto che il Comitato, decollato con sei enti, ora è una rete di 26 organizzazioni impegnate in ambiti vari. Un ventaglio che unisce ActionAid, Ail, Aism, Aiuto alla Chiesa che Soffre Onlus, Amnesty International, Amref, Associazione Luca Coscioni, Cbm, Fondazione Airc per la ricerca sul cancro, Fondazione Don Gnocchi, Fondazione Humanitas per la ricerca, Fondazione Lega del Filo d’Oro, Fondazione Mission Bambini, Fondazione Operation Smile Italia, Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus, Fondazione Progetto Arca, Fondazione Telethon, Fondazione Umberto Veronesi, Greenpeace, Istituto Pasteur Italia, Save the Children, Smile House Fondazione Onlus, Uici, Università Campus Bio-Medico di Roma, Unicef e Vidas.

Aiuti umanitari, cenetro di raccolta
Aiuti umanitari, cenetro di raccolta
Aiuti umanitari, cenetro di raccolta

Al di là dei lasciti post mortem disposti a favore di associazioni di ricerca, di assistenza o ambientaliste, l’indagine racconta la familiarità degli italiani alla donazione. Nel 2022 il 38 per cento ne ha fatto almeno una. Una percentuale salita in modo importante: il 10 per cento in più rispetto agli ultimi due anni. La donazione media è di 118 euro, ben di più dei 77 nel 2020 e dei 90 nel 2021. In ogni caso il 71 per cento degli italiani ha fatto almeno una donazione nella sua vita. Tra le motivazioni in testa c’è il sostegno alla ricerca medico-scientifica, poi viene l’aiuto nelle emergenze umanitarie. Se nonostante i tempi bui gli italiani non si piegano nell’individualismo c’è comunque una caduta dell’ottimismo sulle sorti del Paese: il 45 per cento teme peggioramenti nei prossimi 10 anni di fronte al 25 per cento che, invece, aspetta dei miglioramenti. La paura più diffusa è rappresentata dalla crisi climatica, poi da guerre, povertà e pandemie. Flussi migratori e terrorismo suscitano meno timori in una società che, pur assediata da ansia e incertezze generali, riesce a cogliere le sofferenze degli altri e a professare, non senza sorprese, inedite responsabilità verso il futuro.

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