La Fille Bertha, ecco il catalogo con le sue opere d’arte
Presentata la pubblicazione al Museo diocesano di Oristano. La mostra ancora aperta ai visitatoriPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un viaggio nel viaggio. Una immersione fantastica che consente di andare oltre la realtà per approdare nel mondo delle meraviglie. La mostra "Regarder. Le stanze della memoria" offre la possibilità di abbandonarsi a un'altra dimensione, lasciandosi trasportare dal moto e le sensazioni trasmesse da questi volti femminili che sembrano guardare chi le guarda.
L'esposizione di La Fille Bertha, allestita nelle sale del Museo diocesano arborense di Oristano, è aperta ai visitatori sino alla fine di dicembre. E ora c'è il catalogo che raccoglie le foto di alcune opere dell'artista cagliaritana Alessandra Maria Pulixi, il cui pseudonimo è appunto La Fille Bertha. Una pubblicazione agile curata, come del resto la mostra, da Antonello Carboni e Silvia Oppo, direttrice del Museo diocesano. Il catalogo è stato presentato qualche giorno fa nella struttura espositiva che sorge accanto alla cattedrale oristanese.
Una occasione interessante perché l'artista cagliaritana ha così potuto rispondere alle curiosità dei visitatori nel loro viaggio nel viaggio; quello fatto a sua volta dell'autrice. Una parte delle opere, infatti, ha l'impronta orientale di alcuni soggiorni in Tailandia, le cui sensazioni e impressioni sono state cristallizzate nei diari di bordo, rielaborate poi con un guizzo fantastico e con colori talvolta accesi, talaltra tenui e pastellati.
Filo conduttore in tutti i lavori è rappresentato dai tratti originali di quei volti femminili, con gli occhi allungati e le ciglia ben in evidenza.
Dall'oriente al mondo fantastico della Sardegna, ecco comparire le janas che ritroviamo per esempio nei disegni a matita su carta poi stampati su stoffa (in collaborazione con Quattromani). La Fille Bertha non focalizza il suo lavoro su una tecnica ma allarga l'orizzonte per abbracciare i più svariati supporti: dai muri alle tele, dalla carta al digitale senza tralasciare tessuti, legno e stampa, perfino ceramica.
Una visione eclettica dell'arte, insomma, che riflette la sua formazione. Un ventaglio che abbraccia la psicologia, l'illustrazione e le arti visive.
"Compiere un viaggio è sempre una impresa" scrivono Carboni e Oppo nel catalogo, "visitare una esposizione di opere è un viaggio. Possiamo stare fermi fisicamente ma non possiamo arrestare la nostra forma generatrice di emozioni. Se poi ci sono di mezzo le stanze della memoria allora ci troviamo nel posto giusto. Regarder, guardare, è l'invito che ci viene rivolto mentre esperiamo il dedalo di opere dell'artista La Fille Bertha. Un labirinto in cui non capiamo esattamente se siamo noi a guardare oppure a essere osservati".
Quegli occhi, quello sguardo fisso sembrano scrutarci per entrare nella nostra interiorità. Molti tratti richiamano immediatamente il viso dell'artista, che insonsapevolmente li ha trasposti nelle sue opere.
Fermandoci davanti alle opere si ha la sensazione di innescare un rapporto con quei visi così originali, un dialogo di impressioni e sentimenti.
"La sua poetica" scrivono ancora Antonello Carboni e Silvia Oppo, "prende forma attraverso una rappresentazione bidimensionale del soggetto, solitamente femminile, che lei ama chiamare creatura, delimitate da campiture spesso monocrome. Ma se varchiamo la soglia dell'analisi formale dell'opera e ci spingiamo invece in quel ristretto campo che l'analisi dell'identità dell'opera stessa, la problematizziamo quale oggetto sociale, generato volontariamente come arte, al fine di stabilire una relazione che sviluppi infinite connessioni, altri mondi possibili. La Fille Bertha manifesta una forza creativa di artista completa, ermetica ed emozionale. L'artista esercita con maestria la sua funzione trascendente, ricomponendo un mondo costellato di simboli che fondono l'inconscio individuale con quello collettivo".
Non stupisce scoprire che la sua arte è entrata a far parte di collezioni firmate della moda italiana e straniera, di mostre collettive, pubblicazioni ed editoriali in musei, fiere, gallerie artistiche, magazine, riviste di settore, illustrazioni e street art.