Virginia era nata solo da nove giorni, quando suo nonno John White risalì sulla nave e ordinò di salpare. Forse un po' triste per il fatto di staccarsi così presto da quella nipotina nuova di zecca, bionda e piena di vita. Ma almeno avrebbe potuto dare ai connazionali un annuncio storico: era la prima bambina inglese nata nel Nuovo Mondo. Sperava con quella notizia di convincere la madrepatria a dargli provviste e uomini da portare con sé nella colonia dall'altra parte dell'Atlantico, dove sua figlia Eleanor aveva appena partorito. Di fatto era proprio per Virginia che aveva accettato di affrontare di nuovo l'oceano. Per assicurarle un futuro. Del resto sarebbe andato via da Roanoke Island solo per pochi mesi. Mentre la nave puntava la prua verso l'Inghilterra, John White non sapeva che non avrebbe più rivisto sua nipote. Sarebbe riuscito a tornare molto più tardi del previsto, nel giorno del terzo compleanno della piccola. Ma senza trovare traccia di lei, dei suoi genitori e di tutti gli altri coloni. Il più antico mistero americano non è l'omicidio Kennedy del 1963, né gli alieni che sarebbero precipitati a Roswell nel 1947, ma una vicenda che in realtà precede di quasi due secoli la creazione degli stessi Stati Uniti. Quella della cosiddetta Colonia perduta ("The Lost Colony"): è lì che il 18 agosto 1587 era nata Virginia Dare, da Ananias Dare ed Eleanor White, figlia di John, il governatore della colonia. Quando quest'ultimo nel 1590 riuscì a ritornare a Roanoke, di fronte alla costa dell'odierna Carolina, i 121 abitanti erano spariti. L'insediamento era stato smantellato con ordine, come per un allontanamento volontario. Nessuno riuscì mai a sapere dove fossero finiti. Nel corso dei secoli sono state svolte indagini e formulate varie ipotesi: ma ancora oggi, a 430 anni di distanza, non esiste una spiegazione convincente di quella sparizione collettiva. Anche per una serie di colpi di sfortuna che complicarono ogni tentativo di ricerca. La figura di Virginia Dare è diventata il simbolo di questo mistero proto-americano, caricata di significati arbitrari nella cultura popolare a stelle e strisce. Comprensibile: l'intera popolazione di una colonia che sparisce nel nulla è una trama da brividi. La storia si svolge agli albori della colonizzazione dell'America. Gli inglesi erano riusciti fino a quel momento a stabilire solo una colonia, e un primo tentativo di fondarne un'altra nell'isola di Roanoke era fallito nel 1586. Troppo difficile organizzare il sostentamento, troppo pericolose le interazioni con i nativi locali. Così Sir Walter Raleigh, uomo dalla fortissima personalità che era di fatto il delegato della regina Elisabetta per le missioni oltreoceano, aveva portato via tutti, lasciando solo 15 uomini a difendere l'insediamento. Ma l'anno dopo aveva organizzato un nuovo viaggio. Come capo della colonia aveva scelto John White, mezzo artista e mezzo scienziato, ritenuto più adatto a creare un rapporto con la popolazione locale. E White aveva creduto così tanto in quell'avventura da portare con sé la figlia Eleanor, già incinta, insieme a suo marito Ananias Dare. L'arrivo a Roanoke, il 22 luglio 1587, fu già scioccante. Dei 15 uomini lasciati lì da Raleigh erano rimaste solo le ossa. Dopodiché, anche quel secondo drappello di pionieri si rese subito conto delle difficoltà enormi che si dovevano affrontare. Perciò chiese a White di tornare a Londra per chiedere aiuti. Il capo della spedizione fece appena in tempo a vedere i primi giorni di vita della nipote Virginia, prima di riprendere il mare.

Pensava di ritornare nella prima metà del 1588. Ma nel frattempo - ecco il primo colpo di sfortuna - la guerra navale anglo-spagnola aveva fatto un salto di qualità, con la spedizione dell'Invincibile Armata che minacciava le coste inglesi. Impossibile ripartire in quelle condizioni. White riuscì a veleggiare per l'America solo nell'estate del 1590, arrivando a Roanoke Island il 18 agosto. Prima di andare via, tre anni prima, aveva concordato con i coloni che - se questi si fossero dovuti spostare - avrebbero lasciato delle indicazioni scritte. E infatti su un albero White e gli altri trovarono la scritta "Cro". Poi videro che il villaggio nel frattempo era stato fortificato: sulla palizzata scoprirono un'altra scritta, "Croatoan". Era il nome con cui veniva indicata un'altra isola poco lontana, l'attuale Hatteras. Forse i coloni si erano trasferiti lì, con le due imbarcazioni che gli erano state lasciate tre anni prima e che infatti non erano più a Roanoke. Ma qualcosa non tornava. Intanto, difficilmente tutti i 121 inglesi avrebbero potuto trovare posto su quei battelli. E poi White aveva anche concordato con i coloni che, a mo' di firma, accanto a ogni segnale per lui venisse tracciata anche la croce di Malta. Che invece mancava. Non c'erano comunque segni di eventi drammatici, come aggressioni o incendi: all'interno della recinzione era tutto in ordine, e dalle abitazioni era stato portato via tutto il possibile. Anche il baule che White aveva seppellito per conservare le sue cose e alcune attrezzature. White pensava di dirigersi verso Croatoan Island il giorno dopo. Ma proprio quella notte le condizioni meteo peggiorarono drammaticamente.

La nave principale della spedizione perse un'ancora, e in quelle condizioni non poteva affrontare un viaggio verso la tempesta. Così, mentre l'altra nave ripartiva per l'Inghilterra, la Hopewell di White cercò di rifugiarsi a sud, in acque più tranquille, per poi ritornare a Croatoan. Ma l'uragano la deviò dalla sua rotta, e alla fine anche White dovette concedere al suo equipaggio di ripiegare verso la madrepatria.

Non era facile, soprattutto per i costi, mettere in piedi altre missioni solo per cercare gli scomparsi. Furono fatti dei tentativi a margine di missioni che miravano a risultati più redditizi. Ma altri eventi sfortunati resero sempre tutto inutile. L'ultima spedizione, nel 1603, dovette approdare per il maltempo a Chesapeake Bay, e gli uomini che scesero a terra furono assaliti e sterminati dai nativi. Quelli rimasti a bordo ritennero più prudente ritornare in Inghilterra.

Non ebbero miglior fortuna le investigazioni partite dal territorio americano. Le ipotesi degli storici su cosa sia successo sono tante, e nessuna risulta provata. Molti ritengono che i coloni si siano spostati volontariamente dopo aver atteso invano il ritorno di White. Potrebbero aver tentato il ritorno in Inghilterra, facendo naufragio: ma allora perché scrivere "Croatoan"? Sempre che l'abbiano scritto loro. Oppure avrebbero raggiunto altre zone vicine, finendo massacrati dalla popolazione indigena o invece arrivando addirittura a mescolarsi con essa, attraverso matrimoni misti. In effetti alcuni esploratori, quasi un secolo dopo, trovarono ad Hatteras una popolazione che mostrava influenze della cultura inglese. Dal 2005 è partito un progetto per la ricerca di indizi nel Dna, ma è molto difficile risalire a generazioni così lontane. Per altro, anche la teoria dell'assimilazione con i nativi presenta dei lati oscuri: perché nessuno, in tal caso, ha mai provato a far avere notizie di sé ai familiari? A questo proposito va citato un altro mistero, quello delle cosiddette Dare Stones: quasi 50 pietre di grandi dimensioni, ritrovate a partire dal 1937 vicino a un fiume al confine tra Carolina e Virginia. Recano iscrizioni che sono state interpretate come messaggi lasciati dai coloni di Roanoke. Ma gli studi successivi ne hanno dimostrato la falsità, un po' come per le teste di Modigliani nell'Italia degli anni '80. Solo di una pietra, la prima, non si è mai trovata la prova della falsificazione. Racconta le circostanze della morte di molti abitanti della colonia, e in particolare di Ananias Dare e sua figlia Virginia, nel 1591. Le tre lettere finali (EWD) sarebbero la firma di Eleanor White Dare. Ma il fatto che non sia dimostrato il falso, non vuol dire automaticamente che la pietra sia autentica.

Il mistero di Roanoke e di Virginia Dare continua ad affascinare gli americani, e anche in anni recenti cinema e tv lo hanno utilizzato come base per sceneggiare film o episodi di qualche serie televisiva (per non contare le citazioni più o meno esplicite in varie fiction). Ma neppure le tecnologie moderne hanno consentito di risolvere questo "extra-cold case", che resta misterioso come 430 anni fa, quando John White sbarcò a Roanoke sperando di festeggiare il terzo compleanno di sua nipote. Di lui, della sua vita dopo quei fatti, non abbiamo più tante notizie. Lasciò molti importanti disegni che descrivono le popolazioni native americane e le loro abitudini di vita: raffigurazioni che erano il frutto di un suo viaggio precedente con Sir Raleigh. Nel 1593, dopo essersi stabilito in Irlanda, scrisse un resoconto della sua ultima drammatica spedizione nel Nuovo Mondo. E poco dopo averlo concluso, morì.
© Riproduzione riservata