Vedeva Lorella Cuccarini e Heather Parisi e imitava i passi, le spaccate, i giri. Aveva quattro anni: stava ammirato davanti al televisore, guardava e imparava dalle due famosissime soubrette. La passione per la danza scorreva nelle vene di Simone Casula ma nessuno poteva immaginare che di lì a pochi anni sarebbe diventato campione italiano e poi addirittura mondiale di ballo latino-americano. A Samassi, dove viveva col padre agente di commercio convertito all'agricoltura per via della crisi economica, la madre maestra elementare e il fratello quattro anni più grande, non c'erano scuole di ballo. E poiché i genitori non potevano accompagnare un figlio di qua e uno di là ecco che le scelte del primogenito valevano anche per il piccolino. Calcio, basket, nuoto. "Ero una vera schiappa". Così, alla fine hanno provato a invertire: ora sceglie Simone. E si va, manco a dirlo, dritti in pista. Il fratello si adegua, con poca convinzione, però. "Sono sempre stato testardo". Ride di gusto, oggi che ha 28 anni e ha girato il mondo a ritmo di musica, nel ricordare come tutto sia iniziato. "Sono stato molto fortunato: a mia madre è sempre piaciuto il ballo ma ai suoi tempi non era possibile assecondare la sua passione, mio padre invece è un batterista e anche mio fratello". La scuola però veniva prima di tutto, sia chiaro: "Mia madre non ammetteva deroghe, voleva che studiassi e mi diplomassi, se volevo ballare dovevo organizzarmi". Lo ha fatto, con successo. Si è diplomato all'istituto di Sanluri con indirizzo tecnico-turistico. "Sempre promosso. Mai un debito".

La scuola di danza del maestro Massimiliano Matta era a Cagliari e i genitori lo accompagnavano tre volte alla settimana. "All'inizio". Poi le sedute di allenamento sono diventate quotidiane, quattro ore l'una. La prima gara importante l'ha fatta a sette anni: campionati italiani a Foligno, ballo di coppia. "Ho vinto". E da lì è stato un crescendo inarrestabile di successi in coppia con Laura Marras di Villanovafranca, sempre lei. Titoli nazionali e coppe varie fino alla vera svolta: i mondiali in Cina, a Pechino. "Sono arrivato in finale e ho conquistato la medaglia d'argento". Era il 2013. Tre anni dopo il bis a Chengdu, questa volta medaglia d'oro.

Però: spese tante, introiti pochi. "Certo, i mondiali sono una vetrina importante che ti consente di andare a insegnare nelle scuole o fare show in giro per il mondo, ma sono guadagni davvero minimi rispetto ai costi che devi sostenere". Sempre a carico della sua famiglia, "lavoratori onesti che certo non nuotano nell'oro". Ma per quel figlio talentuoso i sacrifici valevano la pena. "Sponsor? Sì, qualcosina, scarpe, vestiti, ma non ti bastano certo per vivere". Forse anche per questo dopo l'oro iridato di quattro anni fa ha lasciato l'agonismo. "Ho interrotto il mio lungo viaggio iniziato da bambino perché non era esattamente quello che volevo fare: io sognavo di viaggiare e ballare, non le gare. Le competizioni mi sono comunque servite per crescere e maturare come persona e come ballerino, ci mancherebbe altro, non rinnego né rimpiango nulla, anzi. Però ora vorrei fare altro, teatro o televisione, per esempio". In effetti c'è un programma famosissimo con tanti campioni. "Mai contattato, non ho mai fatto neanche un provino, in verità non conosco nessuno e non saprei neanche da dove iniziare. Questo non vuole dire che prima o poi non ci proverò e magari ci riuscirò anche". Nel frattempo ha lavorato per un compagnia di danza australiana con la quale ha calcato i palcoscenici soprattutto americani. "Ogni tanto tornavo a casa, nel mio paese, e poi ricominciavo". Parla bene l'inglese, anche se - così sottolinea - c'è sempre da imparare, e ha studiato anche lo spagnolo e il francese. "Il Covid ha bloccato tutto ma non metto certo radici in Sardegna, sono pronto a ripartire con gli australiani a meno che nel frattempo non vengano fuori importanti novità". E l'insegnamento? "Me lo hanno proposto più volte ma ho sempre rifiutato. Amo i bambini ma sento che eventualmente potrà essere qualcosa da fare più avanti, ora ho ancora molto da dare".

Si allena sempre diverse ore al giorno tutti i giorni, "anche se meno rispetto al periodo delle gare". Non segue una dieta particolare: "Mangio sano". Del resto: in una famiglia di agricoltori come potrebbe essere altrimenti?

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