I nomadi digitali e il progetto di accoglienza della neolaureata
Agricoltura e turismo rurale nella tesi di Andrea Giada Cera, 22 anni di GuspiniPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Andrea Giada Cera ha solo 22 anni ma le sue idee sul suo futuro sono ben chiare. E soprattutto è animata da una voglia di tenere ben salde le sue radici, cercando di rinnovare l’azienda secolare della sua famiglia. Un’azienda agircola e zootecnica che sorge nelle campagne di Guspini. “Vorrei sfruttare alcuni spazi della struttura per trasformarli in luoghi ricettivi per i nomadi digitali”. Un progetto ambizioso il cui spunto è arrivato dagli studi conseguiti all’Università oristanese: l’agricoltura, così, abbraccia il turismo. Uno spunto che, poi, è diventato argomento della tesi di laurea, realizzata con docente Giuseppe Melis e discussa lo scorso dicembre a Oristano.
“La profonda trasformazione che in questi ultimi anni sta modificando il mondo in generale e l’economia in particolare coinvolge anche il modo di lavorare sia, con riferimento alla crescente diffusione del lavoro a distanza, sia con la nascita di nuove figure professionali, tra cui spiccano i nomadi digitali. Questa categoria di lavoratori, caratterizzata da una forte mobilità e dalla possibilità di svolgere le proprie attività da qualsiasi luogo con una connessione internet, ha creato nuove opportunità e sfide per il settore turistico” recita così la prefazione della tesi di laurea.
“La pandemia da Covid-19 ha giocato un ruolo chiave nel successo del fenomeno del nomadismo digitale. Il distanziamento sociale e le restrizioni imposte in molte aree del mondo hanno contribuito a diffondere il lavoro a distanza, portando sempre più persone a sperimentare uno stile di vita flessibile e a considerare la possibilità di lavorare da luoghi immersi nella natura. In questo contesto, il turismo rurale ha acquisito una nuova rilevanza, rispondendo alla crescente esigenza di trascorrere più tempo all’aria aperta e di godere di uno stile di vita che favorisca il benessere e un maggiore contatto con la natura, lontano dal caos urbano e dalle destinazioni turistiche di massa”.
La tesi di Andrea Giada Cera “Diversificare l’offerta per i nomadi digitali: le opportunità del turismo rurale”, si propone di esplorare l’intersezione tra questi due fenomeni.
L'obiettivo è analizzare come le aree rurali possano adattare e diversificare la loro offerta turistica per accogliere una nuova tipologia di visitatori, quella dei nomadi digitali, rispondendo così a esigenze lavorative e stili di vita sempre più flessibili. "La tesi esplora le caratteristiche chiave che i nomadi digitali cercano nelle destinazioni” spiega Andrea Giada Cera, “tra cui infrastrutture digitali adeguate, spazi di co-working e un ambiente che favorisca il benessere. Vengono inoltre esaminate le strategie di diversificazione che le imprese agricole e gli attori locali possono adottare per adattare le proprie strutture, creando valore economico e contribuendo allo sviluppo sostenibile delle comunità rurali”.
Il lavoro si suddivide in tre capitoli principali. “Il primo capitolo analizza il turismo rurale nell'Unione Europea, evidenziando le politiche e le misure adottate per sostenere questa forma di turismo, con particolare attenzione alla PAC e all’Agenda 2030” spiega la neolaureata. “Il secondo capitolo approfondisce il fenomeno del nomadismo digitale, illustrandone il significato e le implicazioni nel contesto rurale, e si focalizza sulle possibilità che esso offre per la diversificazione dell’offerta turistica nelle aree rurali. Il terzo capitolo introduce un caso studio specifico, rappresentato da un’azienda agricola familiare che si propone di diversificare la propria attività accogliendo nomadi digitali. Dopo una descrizione dell’azienda, viene illustrato il sondaggio somministrato a un gruppo di nomadi digitali per raccogliere dati diretti sulle loro esigenze e preferenze. Il capitolo esamina infine la proposta elaborata per l’azienda, valutandone le potenzialità e l’impatto in termini di attrattività e di sviluppo economico per il contesto rurale locale”.