Droni, effetto sorpresa e servizi segreti: i precedenti che hanno fatto storia
Dopo l’ultima azione eclatante delle forze ucraine in Russia, l’intelligenza artificiale si fa strada anche nelle tecniche a disposizione della DifesaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un’operazione studiata nei minimi particolari. Un anno e mezzo di preparazione, per insinuare i droni nel territorio russo e poi metterli in condizione di colpire e infliggere un colpo ferale alle forze armate russe. L’operazione dell’intelligence ucraina, chiamata “Ragnatela”, ha permesso, grazie all’innovazione tecnologica e al lavoro minuzioso dei servizi di Kiev, di creare danni ai russi per un valore complessivo che si aggira intorno ai sette miliardi di dollari e ha colpito duramente la capacità di proiezione strategica di Mosca.
L’attacco, scattato il primo giugno, ha colpito il cuore dell’apparato militare russo con un blitz senza precedenti: 117 droni lanciati in simultanea hanno distrutto o danneggiato 41 aerei da guerra russi, tra cui bombardieri strategici Tu-95 e Tu-22M, e anche un raro aereo radar A-50.
Secondo fonti di intelligence, l’operazione, a cui hanno partecipato anche gruppi di ingegneri civili e reparti specializzati nella guerra elettronica, è stata architettata con l’utilizzo di droni di piccole e medie dimensioni, costruiti con componenti commerciali e modificati per evitare i radar nemici. I piccoli mezzi sono stati nascosti all’interno di container o veicoli apparentemente innocui, posizionati vicino ai confini o in territori ostili anche molto lontani dal confine ucraino. Una volta ricevuto il segnale d’attivazione, i droni si sono alzati in volo simultaneamente, coordinati da un sistema di intelligenza artificiale decentralizzato. L’effetto è stato devastante: le difese aeree russe, colte di sorpresa, non sono riuscite a contrastare l’attacco multiplo e diffuso con il risultato che decine di mezzi sono andati distrutti o danneggiati. Il presidente Volodymyr Zelensky ha definito l’attacco “la più brillante operazione a lungo raggio mai condotta dall’Ucraina”. Un’azione che non è solo un atto bellico, ma un’evoluzione nel concetto stesso di potenza militare: flessibile, economica, anonima, spiegano numerosi analisti militari.
I precedenti
Episodi simili non sono una novità assoluta: la storia militare è costellata di operazioni segrete, audaci e spesso sorprendenti che hanno fatto epoca. Il comune denominatore è l’utilizzo di tecnologie avanzate, ma anche strategie innovative studiate a tavolino per far male in silenzio, portando a casa risultati eclatanti. Una di queste fu senza dubbio l’operazione Chastise, messa in atto dalla Royal Air Force oltre ottant’anni fa, esattamente nel 1943. La Raf colpì le dighe nella valle della Ruhr in Germania con bombe rimbalzanti, progettate appositamente per superare le difese antiaeree. Anche in quel caso, ci furono mesi di preparazione segreta per fare in modo che la Gran Bretagna potesse colpire al cuore la capacità industriale nemica.
Un’altra famosa operazione dell’intelligence, questa volta israeliana, fu la cosiddetta “Operazione Thunderbolt” nei primi giorni di luglio del 1976, a Entebbe in Uganda. Un aereo fu dirottato da terroristi anti-israeliani, due palestinesi e due tedeschi, e fatto atterrare a Entebbe, in Uganda. Alcuni passeggeri rilasciati, mentre altri, per lo più israeliani ed ebrei, trattenuti come ostaggi. Le forze speciali israeliane compirono un’operazione fulminea in un Paese straniero: liberarono gli ostaggi e annientarono i rapitori in meno di un’ora, a oltre 4.000 chilometri da casa. L’elemento chiave fu la sorpresa: le forze israeliane utilizzarono anche un’auto, una Mercedes nera, del tutto simile a quella dell’allora dittatore ugandese per portare a termine il blitz. Ogni dettaglio dell’aeroporto era stato riprodotto in Israele per le esercitazioni.
Nel 1981, invece, sempre gli israeliani riuscirono a distruggere il reattore nucleare “Osirak” in Iraq con un attacco aereo preventivo. Il volo dei caccia attraversò più Paesi senza essere intercettato, grazie a una pianificazione chirurgica.
La storia recente
Nel 2011, una delle più ardite operazioni di sempre fu quella che portò le forze statunitensi a eliminare Osama Bin Laden con l’operazione “Neptune Spear”. L’uccisione in Pakistan del leader delle forze terroristiche che scatenarono l’attacco alle torri gemelle, dieci anni prima, a New York, rappresenta uno degli esempi più celebri di azione speciale moderna. L’operazione venne condotta dai Navy Seals, le forze speciali della Marina americana, e fu preceduta da anni di intelligence, simulazioni e preparazione. Pur essendo molto diversa per obiettivo e forma, questa operazione condivide con quella ucraina la logica della precisione e della sorpresa.
Qualche anno prima, esattamente nel 2007, Israele promosse l’operazione “Orchard” in Siria, Anche in questo caso, come in Iraq, fu preso di mira un reattore nucleare, colpito dall’aviazione israeliana. Le forze speciali di Tel Aviv riuscirono a individuare il sito segreto siriano, mentre il reattore era ancora in costruzione, distruggendolo senza lasciare tracce visibili. L’azione fu talmente efficace che gli stessi uomini dell’intelligence siriana rimasero in silenzio, non commentarono la brutta figura rimediata.
Insomma, l’attacco ucraino dei primi di giugno si inserisce in una lunga tradizione di operazioni militari condotte con intelligenza, audacia e innovazione. Ma si distingue per una caratteristica unica: è forse il primo attacco su vasta scala interamente affidato a sistemi autonomi senza pilota, dimostrando che la guerra del futuro sarà fatta più da mezzi guidati da algoritmi e intelligenza artificiale che da soldati. E se la storia ci insegna qualcosa, in questo caso arriva la conferma che le guerre si vincono spesso prima di cominciare, nella mente di chi le pianifica.