Intere comunità guidate da donne. Una leadership solida. Solidissima. Un matriarcato mai messo in discussione e soprattutto certificato dalla scienza. Succede nel regno animale, a cui appartiene anche il genere umano: ragion per cui nulla osta che si vada tutti a ripetizione per partecipare a un corso accelerato di matriarcato. E pacifica convivenza.

In cima alla lista delle donne-capo ci sono le formiche. I numeri sono impressionanti. La specie a cui guardare è quella delle tagliafoglie, diffuse dai Caraibi all’America latina. La comunità, cioè la singola colonia, può arrivare a contare sino a otto milioni di formiche (maschi e femmine), guidate tutte da una stessa regina. La convivenza avviene sottoterra, in tane che possono superare una larghezza di quindici metri, a una profondità di cinque. La leader non è una mamma possessiva: in vent’anni di vita può generare una progenie da due milioni di esemplari, ma è la  colonia che se ne deve prendere cura. Per la regina delle formiche, la parola d’ordine è delegare l’educazione.

Basta così? Niente affatto. Il resto della leadership femminile si trova nel mondo dei mammiferi, a cominciare dalle iene. Anche qui bisogna andare a guardare una sottospecie precisa, quella delle maculate. Le donne vengono considerate potentissime sovrane, aiutate anche dalla stazza, che supera quasi sempre quella dei maschi. Queste iene si mettono a capo di gruppi che possono arrivare a contare un centinaio di esemplari. Tutti agli ordini di una donna.

Fanno lo stesso le elefantesse, ma con molta più poesia. Alle femmine viene riconosciuta una vera e propria saggezza in fatto di sorellanza. Tanto che molti elefanti maschi, per tutta la vita, scelgono di non abbandonare madri e nonne. Questa educazione al matriarcato segue  comunque un percorso "tradizionale”, che passa dall’accudimento dei nuovi nati. Spetta alle elefantesse andare in soccorso dei più piccoli, insegnando loro a stare in piedi, a camminare e a nuotare. Un babysitteraggio che dà in qualche modo la patente per avere un ruolo nella comunità.

Tra le orche, addirittura, viene riconosciuto il ruolo della nonna. Una figura chiave: la sua morte, ha ricostruito l’ecologo evoluzionista Dan Franks, può avere a lungo un impatto negativo sulla comunità. L’assenza della nonna, guardiana e battagliera, limita la morte degli esemplari più giovani. I nipoti. Senza la nonna-sentinella, che non a caso rientra nel gruppo delle famigerate orche assassine, i rischi di attacchi crescono esponenzialmente. Per inciso: un’orca longeva può arrivare a vivere anche 90 anni ed entra in menopausa intorno ai 40. Ma il passaggio ad un’età non più riproduttiva non inficia in alcun modo la leadership.

Se la cavano benissimo al comando pure le scimmie bonobo, famose per la loro abilità nel stringere durature amicizie di genere. E si tratta quasi sempre di relazioni pacifiche. Non solo: le donne conoscono la solidarietà e quando un esemplare maschio disturba una femmina, agiscono con la convinzione che l’unione faccia la forza. La lezione al molestatore si materializza a stretto giro: il “malcapitato” viene attaccato all’unisono e quindi obbligato a desistere. Oltre alla socializzazione, il cibo e la pulizia sono le altre due passioni delle scimmie bonobo.

Non meno interessante è la modalità con cui una donna arriva al potere nel regno animale. Tra le elefantesse, è l’esperienza sul campo a fare la differenza. Le anziane, per esempio, sono le più abili nel decifrare i ruggiti dei leoni, capendo in anticipo quando c’è un attacco nell’aria. Ugualmente su acqua e cibo: la saggia sa condurre il branco dove è più facile procurarsi da mangiare e dissetarsi. Scatta così il segnale alla protezione della comunità, che viene ripagato con il riconoscimento del prestigio. Un rapporto automatico di stima e fiducia fondato sui risultati.

I risvolti pratici sono decisivi anche nello spingere le famiglie di orche ad affidarsi alle mani esperte delle nonne. Le quali, come le elefantesse, si distinguono per la capacità di condurre la comunità dove è più facile trovare il cibo. E, per contro, evitare le zone dove la risorsa alimentare è scarseggia.

Jennifer Smith, anche lei esperta di ecologia comportamentale, ha ricostruito invece come avviene il riconoscimento della leadership tra le iene maculate. In questo caso c’è una sorta di passaggio di testimone con la madre. Anche perché la iene-capa può vivere in una condizione di maggiore serenità rispetto al resto della comunità: riceve cibo anche dagli altri esemplari del clan e in questo modo non solo è più in salute ma dà alla luce una progenie più numerosa. Insomma, una condizione di benessere che permette di conservare lo status quo. Qui, però, sembra di essere già in una sorta di monarchia animale.

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