Di Palma (Enac): «Gli aeroporti sardi restino sotto il controllo pubblico»
Lo scalo di Olbia intitolato all’Aga Khan entro PasquaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Non c’è nessun obbligo di fondere le società di gestione o di riunirle sotto la stessa proprietà per creare una rete aeroportuale sarda». L’ennesima picconata al progetto di unione – almeno sotto il profilo societario - degli scali di Cagliari, Olbia e Alghero stavolta arriva dall’Enac. Il presidente Pierluigi Di Palma chiarisce: «Noi siamo a favore delle integrazioni, ma a patto che nella governance resti una rappresentanza territoriale». Invece per ora il piano di F2i e Camera di Commercio di Cagliari esclude la Regione dal controllo della ipotetica holding aeroportuale. Sullo sfondo c’è un mondo del trasporto aereo in evoluzione, dove le proposte di Ryanair potrebbero contribuire a far crescere ancora di più il traffico passeggeri nell’Isola. Rimanendo sul presente, è fresco il via libera all’intitolazione dello scalo di Olbia all’Aga Khan.
Su questo fronte l’Enac ha voluto dare un’accelerata importante.
«Abbiamo approvato immediatamente la delibera per accogliere un sentimento che viene dal territorio, in particolare dal Comune di Olbia».
Quali sono le prossime tappe?
«Dell’atto ora se ne occuperà il ministero. Nel giro di quindici giorni credo che la trafila possa terminare. Già da Pasqua l’aeroporto potrebbe essere dedicato ufficialmente all’Aga Khan. Sono molto affezionato allo scalo perché è stato il primo su cui ho lavorato quando ero direttore generale dell’Enac. Penso sia un aeroporto molto innovativo».
Si spieghi meglio.
«Nella sua progettazione è stata introdotta l’architettura di qualità, che poi abbiamo replicato anche in altre realtà. Il “Costa Smeralda” da questo punto di vista ha fatto scuola. Poi l’aeroporto è cresciuto tanto, soprattutto grazie all’aviazione generale. E penso che possa svilupparsi ancora».
Un’altra intitolazione, quella di Malpensa a Silvio Berlusconi, non è stata così condivisa…
«Abbiamo superato la fase cautelare e il Tar ci ha dato ragione. Ora attendiamo il merito: andremo a discutere le nostre ragioni e siamo sereni perché il percorso scelto è del tutto legittimo. E il caso di Olbia lo dimostra».
In che senso?
«L’idea è che per Malpensa non venga contestata la procedura messa in piedi per l’intitolazione ma la persona individuata. Per il “Costa Smeralda” c’è stato un processo identico ma nessuno si è mosso. Credo che sia molto indicativo».
A proposito di progetti contestati: qui si continua a parlare di una holding per riunire le società di gestione degli scali sardi.
«Per l’Enac è importante che nella compagine societaria ci sia una rappresentanza territoriale, un riferimento istituzionale locale: per l’Isola gli aeroporti sono la porta d’accesso e non possono essere governati tenendo d’occhio solo il business. Non dobbiamo dimenticare poi che ci sono stati interventi finanziari della parte pubblica e che in Sardegna esiste anche un elemento di specialità della Regione».
I promotori del progetto di fusione sostengono che la holding sia l’unica strada possibile per l’integrazione degli scali: è così?
«Non ci sono obblighi normativi di questo tipo. L’Enac è a favore delle reti aeroportuali, ma ripeto: ci deve essere una rappresentanza territoriale. Da questo punto di vista il modello può essere quello calabrese».
In Calabria la componente pubblica controlla il pacchetto di maggioranza degli scali.
«Bisogna evitare di favorire un aeroporto piuttosto che un altro per interessi privati».
Qui una preoccupazione simile riguarda Alghero.
«In Calabria si aveva paura che Crotone e Reggio finissero nel dimenticatoio per favorire Lamezia. L’intervento della Regione è servito per distribuire meglio il traffico».
La Giunta Todde si appresta a varare la nuova continuità territoriale.
«Noi siamo a disposizione come organo tecnico. Auspichiamo che con il nuovo bando si possa premiare la qualità del servizio, che è un elemento di valutazione importante».
Come può essere migliorato il sistema?
«La continuità sarda è incentrata sugli oneri di servizio pubblico, noi invece tendiamo a preferire gli aiuti diretti ai vettori: in passato abbiamo aiutato la Regione nella stesura delle norme».
Il famoso bando per incentivare le nuove rotte: il piano non è ancora decollato.
«Credo sia un buon sistema per risolvere una delle criticità dell’Isola, dove avete tanta domanda d’estate e poca d’inverno».
Ryanair chiede l’abolizione della tassa di imbarco, ieri anche la Sicilia si è mossa in questa direzione dopo Friuli, Calabria e Abruzzo.
«Le Regioni si sono accorte che l’incremento dei collegamenti aerei incide sullo sviluppo e quindi alcune amministrazioni hanno deciso di accollarsi il mancato gettito dell’addizionale comunale. Ma ognuno deve fare i conti con i propri bilanci».