Da 705 anni a oggi, dal 25 marzo del 1300, quando Dante Alighieri iniziò il suo viaggio nella Divina Commedia, il Sommo poeta è diventato forse il personaggio più Pop della letteratura e della musica non solo italiana ma mondiale. Sono migliaia i libri che citano l’opera di Dante ma soprattutto sono centinaia gli autori e i brani musicali che hanno utilizzato i suoi testi, si sono ispirati a lui per la musica e hanno voluto raccontare Inferno, Purgatorio e Paradiso.

E si può dire anche che Dante sia uno dei maggiori ispiratori del Rap. Una parola inglese che significa ritmo e poesia, proprio quello che si trova nella Divina Commedia.

Non solo. Dante è stato forse il primo a usare il dissing per denigrare i propri nemici nelle pagine della sua opera più famosa: ha utilizzato i versi per descrivere i personaggi del suo tempo spesso mitizzandoli ma altrettanto spesso demonizzandoli, soprattutto quando si parla di Inferno. Famoso ad esempio il suo dissing proprio contro uno dei suoi nemici, Forese Donati, poeta fiorentino, ed ex suo amico. Tra i due vi fu una disputa letteraria, la Tenzone, citata nella stessa Divina Commedia nei Canti XXIII e XXIV del Purgatorio, dove Donati finisce tra coloro che scontano i peccati di gola. Prima della riabilitazione della Divina Commedia, nella Tenzone, Forese Donati e Dante si rinfacciano a vicenda difetti e bassezze di ogni tipo, utilizzando espressioni gergali, se non addirittura scurrili: il Sommo Poeta arriva addirittura a evidenziare la scarsa prestanza sessuale, i debiti, l'ingordigia alimentare, le abitudini violente e la nascita incerta del suo rivale. Forese replica contestando a Dante uno stato di povertà e di accattonaggio, le sue origini e il mestiere di usuraio del padre Alighiero.

Il libro

Nel libro di Giuseppe Attardi “Dante Rockstar. L’influenza del Sommo Poeta nella storia della musica pop”, pubblicato un paio di anni fa dalla casa editrice Contanima, si scopre che non solo ha ispirato opere liriche, ma tanti generi musicali, dal Rock, all’Hard Rock fino al Pop, hanno tributato a Dante omaggi, citazioni e saccheggiato a piene mani i suoi testi. Anche “Una zebra apois”, ad esempio, cantata da Mina, conteneva un rimando a Dante. Fedez ha utilizzato i versi di Dante, con un linguaggio molto volgare. Ma soprattutto ci sono alcuni rapper come Murubutu e Claver Gold che hanno registrato un intero album dedicato al Sommo Poeta, non a caso di intitola Infernum, dove moltissimi personaggi del primo libro della Divina Commedia trovano spazio. Quello che pochi sanno, inoltre, è che ad esempio Clementino ha realizzato un video, rintracciabile su YouTube, dedicato a Dante in cui rende in musica i versi di “Tanto gentile e tanto onesta appare”.

Tempi recenti

In “Serenata rap”, Jovanotti cita un passo di Paolo e Francesca, forse tra i più utilizzati da tutti i musicisti, mentre Gianna Nannini, ghibellina da senese di nascita, e non guelfa come Dante, dedica una canzone a Pia dei Tolomei. A Siena, nella via centrale della città, in un palazzo antichissimo, una piccola targa ricorda proprio questa figura dantesca, Pia dei Tolomei, nobildonna, molto probabilmente moglie di Nello de’ Pannocchieschi, sposata per sancire un’alleanza tra ghibellini e guelfi, e poi uccisa dal marito perché ritenuta colpevole di adulterio. Nannini la rivaluta, la racconta come vittima di un femminicidio e nobilita quella scritta.

E che dire poi di Caparezza che in “Storia di un imprecato” utilizza Paolo e Francesca come alternativa alle figure di Olindo e Rosa, protagonisti negativi della vicenda di cronaca della strage di Erba. Ma soprattutto quando scrive “Argenti Vive”, riabilita la figura di Filippo Argenti, che Dante colloca tra gli iracondi, dando la possibilità ad Argenti di ribattere a colui che lo ha reso famoso in un altro dissing dei tempi antichi, a distanza di settecento anni. È anche così che la Divina Commedia continua a vivere.

Il Mito

E poi non va dimenticato Vinicio Capossela che cita Tiresia, indovino cieco di cui parla Dante nel XX canto e nella bolgia degli indovini, rievocando così un personaggio che ci riporta all’Odissea. Tiresia è l’indovino interpellato da Ulisse e che all’uomo di Itaca predice che riprenderà a viaggiare. Soprattutto diventa cieco come lo scrittore siciliano Andrea Camilleri, il papà di Montalbano, che intorno a questa figura mitologica greca ha costruito un bellissimo spettacolo teatrale.

Infine, va ricordato che anche Francesco De Gregori è riuscito a cantare la Divina Commedia e lo ha fatto durante la Notte della Taranta del 2005, sulle note della Pizzica, la musica tradizionale del Salento, dopo aver riabilitato in una sua canzone, “Vai in Africa Celestino”, Celestino V, il Papa del gran rifiuto, non come emblema degli ignavi ma di coloro che vanno via per cambiare il mondo perché l’unica soluzione la vedono in una scossa.

I versi di Dante non ispirano solo coloro che rievocano i personaggi di Inferno e Purgatorio. C’è anche chi ha tratto i suoi testi dall’ultimo libro della Divina Commedia per costruire un musical “Paradiso dalle tenebre alla luce”. Lo ha fatto Simone Cristicchi, raccontando in maniera sublime la visione di Dio, una bellezza eccelsa, un essere magnifico. Il XXXIII Canto del Paradiso va letto e riletto. Parole celestiali che la musica rende Pop.

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