Quarant’anni da protagonista della vita economica, sociale e politica del paese. Anche nel cinema e non solo da produttore. L’epopea di Silvio Berlusconi non poteva che finire sul grande schermo. Sono diverse le pellicole, prevalentemente sotto forma di docu-film, dedicati alla sua figura e all’impatto sul Paese. Quello che più è rimasto nell’immaginario collettivo è forse il Caimano di Nanni Moretti – uscito nel 2006 e premiato con sei David di Donatello - che, non a caso, ha uno dei suoi elementi nella necessità da parte del cinema di raccontare Berlusconi.

Nella storia cinematografica dell’Italia berlusconiana la Sardegna entra - da protagonista - per due volte. La prima nel 2009 per il docu-film “Videocracy” realizzato da Erik Gandini per la tv svedese, all’epoca oscurato da Rai e Mediaset che non trasmisero il trailer e uscito due anni dopo su La7, e nel 2017 per Loro (1 e 2) di Paolo Sorrentino, al momento introvabile su tutte le piattaforme.

Basta apparire

Le immagini della Costa Smeralda sono uno degli ingredienti principali di  “Videocracy-Basta apparire” che gioca sull'identificazione del linguaggio politico con quello dell'intrattenimento televisivo, focus del lavoro di Gandini. Il film viene presentato con un buon successo, e inevitabile strascico polemico, a settembre a Venezia per poi iniziare il giro delle sale. A Olbia, che compare all’interno del film, approda nella rassegna “L’altro cinema” raccontata da chi ha assistito in prima persona all’esordio del progetto. «Un giorno mi ha chiamato questo tizio, Erik Gandini, mi ha detto che sapeva che avevo collaborato con Dagospia e voleva vedermi perché stava mettendo su un documentario per la tv svedese, - aveva raccontato la giornalista Marella Giovannelli - ho accettato, per me è normale amministrazione. Ho risposto alle domande, ha acquistato una decina di foto. Molto tempo dopo mi chiama un amico e mi dice che sono nel cast di un film a Venezia. Contatto Gandini che mi dice, sai il progetto è cresciuto e abbiamo deciso di farne un film». Marella Giovannelli compare nella sua veste reale di vicina di casa di Berlusconi mentre mostra le foto delle feste. In “Videocracy” c’è tutta la Costa Smeralda di quegli anni, non solo delle feste a villa Certosa ma del monopolio assoluto di star e starlette televisive. Il sultano Mora con la sua corte di tronisti palestrati che mostra senza un filo di imbarazzo il telefonino con la suoneria di faccetta nera e una svastica come logo, le notti al Billionaire. Ci sono anche scorci di vita olbiese, come il comizio alle amministrative dell’anno prima in una piazza Regina Margherita coperta di bandiere che seguì la cittadinanza onoraria (impropriamente definita della Costa Smeralda) conferita da Settimo Nizzi a Silvio Berlusconi.

Loro, il film scomparso

Raccontare l’Italia di Berlusconi, più che Berlusconi stesso, era anche l’obiettivo dichiarato di Paolo Sorrentino a undici anni dal Caimano di Moretti (dove compare nella scena iniziale) con uno scenario politico completamente mutato. Ma a differenza del Caimano, in “Loro” la personalità del protagonista interpretato da Toni Servillo (una bravissima Elena Sofia Ricci è Veronica Lario, Riccardo Scamarcio l’imprenditore barese ispirato a Tarantini e Kasia Smutniak l’ape regina) è centrale. Intorno all’ultimo lavoro del regista, che proprio con un film prodotto da Berlusconi aveva vinto l’Oscar, c’è molta attesa. Nell’agosto del 2017 il casting ad Olbia e qualche mese dopo le riprese nelle location sarde scelte e curate con grande attenzione. A Porto Cervo, è stata scelta per le riprese la villa di un avvocato napoletano a due passi dall'hotel Pitrizza con vista mozzafiato che arriva all'arcipelago di La Maddalena, a Porto Rotondo, la Villa Tiger Bay a Punta Volpe.

Sorrentino racconta «fatti verosimili o inventati avvenuti in Italia dal 2006 al 2010». I rapporti con le donne, dalla crisi con Veronica Lario (soprattutto nella seconda parte), alle legioni di ragazze che si muovono tra le feste in città e la Costa Smeralda, attraversano tutto il film che però delinea anche l’intreccio tra personale, professionale e politico e soprattutto, come con “Il Divo”, le luci, le ombre e anche i tormenti del potere. Il film esce nel 2018 in due parti, Loro 1 e Loro 2 e viene poi anche proposto in una versione unica da 150 minuti. Non avrà grande fortuna, in verità neppure di critica, malgrado un esordio da record al botteghino, e poco dopo sparisce completamente dal panorama. Attualmente è presente solo sulla piattaforma Amazon ma non per l’Italia.

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