Caratteristiche fisiche, luoghi di provenienza, animali. L’origine dei cognomi - come l’onomastica in generale - apre un mondo popolato di storie (e storia), aneddoti, tradizioni familiari, fede, dicerie.

Un mondo vasto se si considera che in Italia si contano 330.000 cognomi diversi, ognuno dei quali con una lunga storia alle spalle. Sono così tanti perché l’Italia ha sempre avuto grandi differenze linguistiche e dialettali e perché la lingua nazionale si è diffusa molto tardi rispetto ad altre zone europee.

Ma quando e da che cosa nasce il cognome? Nel sistema nominale romano si utilizzavano prevalentemente tre elementi: praenomen (nome individuale), nomen (gentilizio) e cognomen (soprannome).

La caduta dell’impero romano e diffusione del cristianesimo favoriscono la diffusione del nome individuale ma è tra il IX e il XVI secolo che in Europa, Italia compresa, si forma il nuovo sistema, costituito da nome e cognome.

Spesso si aggiungeva un soprannome che poteva derivare dal mestiere praticato, provenienza geografica, caratteristiche fisiche e spesso il soprannome è diventato il cognome.

Nei Paesi cattolici, in particolare, l’uso del cognome diventa obbligatorio dopo il Concilio di Trento, nel 1564, quando si obbligano le parrocchie a registrare i battezzati con nome e cognome. E’ da allora che si solidificano i cognomi italiani.

Quelli sardi hanno una moltitudine di origini. Derivano da animali (Porcu, Angioni), dalla botanica (Floris, Figus), da mestieri (Frau, cioè fabbro), da luoghi (Onnis, cioè Fonni, Bitti, o Lai, dal villaggio Elaj, nel Monteacuto), da caratteristiche fisiche (Manca, cioè mancino, Mannu, grande), colori (Ribiu, Nieddu), da oggetti (Pinna, cioè penna, Marras, cioè zappa).

I dieci più diffusi nell’Isola, secondo l’ultima rilevazione del 2023, sono Sanna, Piras, Pinna, Serra, Melis, Carta, Mura, Meloni, Manca e Lai. Seguiti da Murgia, Porcu, Cossu, Usai, Loi, Marras, Orrù, Dessì, Floris e Fadda.

Tra i primi venti, come si vede, ci sono solo tre cognomi che terminano con la U, che invece nella percezione comune – soprattutto dei non sardi – sono i più diffusi.

Ma qual è la ragione per cui nell’Isola la U (in particolare) e la S finali sono più diffuse? La ragione è che molti cognomi derivano da aggettivi o sostantivi latini che terminavano in -us o -um ai quali nella lingua sarda si leva la consonante finale. La S ha a che col fatto che il sardo ha i plurali con la S, dall'accusativo latino.

Tuttavia ci sono zone del mondo dove non si usa nome e cognome. In Islanda le persone sono identificate con il nome e con un patronimico formato con la desinenza – son o dóttir (figlio o figlia di). Idem in Russia dove i cognomi più comuni terminano in "ov", "ev" o "in” perché, in origine, per esempio Ivan Petrov significava "Ivan, figlio di Petr". Anche in alcune zone dell’Africa ci si identifica con le regole dell'onomastica abissina, cioè il nome di ogni persona è costituito da quello proprio seguito da quello del padre, seguito in alcuni casi da quello della madre. In molti Paesi della penisola araba, invece, ci si identifica con il nome proprio, il nome del padre preceduto da ibn o bin (figlio di) e bint (figlia di), un aggettivo che indica la provenienza geografica e/o un soprannome o titolo onorifico. Per esempio, Muhammad (nome proprio) ibn Omar (figlio di Omar) al-Farsi (provenienza geografica, in questo caso “il persiano”). In alcune aree dell’Indonesia ci si identifica con il nome più eventuali titoli.

In Russia c’è un’altra caratteristica: la maggior parte dei cognomi cambia al femminile con l’aggiunta della lettera "-a" (da Ivanov a Ivanova). Qualcosa di simile esiste in Polonia.

In Irlanda gran parte dei cognomi si forma con la particella gaelica Ó (poi diventata O’) che indica la discendenza da un antico clan. O’ Brian, O’ Callaghan, O' Connor.

C’è da dire che la legislazione dei singoli Paesi nel tempo ha modificato o evoluto anche l’onomastica. In Italia è possibile associare cognome paterno e materno, in Giappone e Germania, entrambi i coniugi possono cambiare cognome. Alcune persone scelgono di mantenere entrambi i cognomi, spesso uniti con un trattino. In Spagna e nei paesi ispano-americani i figli assumono sia il primo cognome del padre che il primo della madre, eccetto che in Argentina, dove i figli assumono solo il cognome paterno.

Negli Stati Uniti una coppia può decidere di chiamare il figlio con il cognome della madre, o di aggiungerlo e anteporlo al cognome paterno, in Ungheria le donne sposate hanno diverse possibilità di scelta, compresa quella di sostituire il proprio nome e cognome con il cognome e il nome del marito seguiti dal suffisso né. Idem in Lituania dove il cognome Danilevičius per la moglie diventerà Danilevičienė e per le figlie femmine Danilevičiutė.

Ma qual è il cognome più diffuso in Italia? L’inossidabile Rossi, naturalmente, seguito da Ferrari, Russo, Esposito, Bianchi, Romano, Gallo e Costa.

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