Budelli senza il vecchio custode: benvenuti cafoni
L’assalto quotidiano alla spiaggia rosa proibita: gommoni e sup nelle acque dell’isola super protetta
Il capitano Marco Cuccu usa l’arma della tromba. Suona all’impazzata e alla fine anche i più sfrontati tornano indietro. Si fermano a un passo dalla riva, dopo le bracciate più illegali dell’estate sarda. Ecco Budelli senza Mauro Morandi: l’isola della bellezza diventa il regno dei cafoni, di quelli che le regole fanno finta di non conoscerle. Di quelli che scelgono l’isola più bella e più vietata e che i divieti li ignorano ogni giorno. Perché un tuffo in quel blu appare sempre irresistibile e perché arrivare in riva e stendersi sulla spiaggia rosa per qualcuno vale doppio: l’emozione di ammirare da vicino un gioiello della natura sommata all’adrenalina dell’illegalità. Accade ogni giorno, perché i controlli sono rari o rarissimi. E le boe che blindano la baia azzurra non bastano. Così come scoraggiano poco le corde piazzate dal parco per proteggere la spiaggia dei sogni proibiti.
L’estate è ancora all’inizio ma l’assalto è già iniziato. La barca di Marco Cuccu, che quest’anno è stata ribattezzata “Roccia di Spargi”, si avvicina a Budelli: i turisti che sono a bordo lo chiedono subito di arrivare il più vicino possibile a questo santuario della bellezza. Superato lo scoglio con la roccia del coccodrillo ecco che si assiste alla quotidiana invasione: gommoni e sup oltrepassano le boe che dovrebbero difendere il piccolo golfo delle meraviglie. L’operazione sembra complicata ma i tedeschi in vena di scorribande illegali non si arrendono. Aggirano l’ostacolo delle cime tese e si addentrano. Sanno che l’operazione è clandestina e si guardano intorno. Qualcun altro ha fatto più veloce: maschera e pinne per arrivare al traguardo senza troppe difficoltà. Una bracciata dopo l’altra e la spiaggia rosa è a un metro. I turisti sulla barca s’indignano subito e iniziano a urlare e a registrare video con i telefonini, il comandante Cuccu usa gli strumenti che ha a disposizione: suona le trombe e cerca di spaventare i cafoni del lunedì pomeriggio. Prima che si convincano a fare marcia indietro ci vuole tempo e baccano. Qualcuno chiama la Guardia costiera, ma i tedeschi hanno già avuto il tempo di dileguarsi e di nascondersi sullo yacht ormeggiato nei paraggi.
I vacanzieri che assistono allo sfregio quotidiano dell’isola più famosa dell’Arcipelago si fanno tutti la stessa domanda: «Come mai nessuno controlla continuamente questo tesoro? –chiede la cassiera romana che per la prima volta visita la Gallura – Inutile imporre dei divieti se poi nessuno verifica che siano rispettati». In questo pomeriggio di bagni multabili si sarebbe sentito subito il fischietto di Mauro Morandi, l’eremita che a Budelli ha trascorso 32 anni, undicimila giorni a sorvegliare la spiaggia rosa. Nel rudere che aveva trasformato in casa poco confortevole, il parco nazionale ha deciso di far partire i lavori di ristrutturazione, messa in sicurezza e bonifica. E così l’ex insegnante modenese che voleva lasciare la sua Modena per arrivare in Polinesia ha dovuto fare i bagagli. Dopo anni di trattative, di polemiche e di proteste internazionali l’ultimo eremita del Mediterraneo è tornato in mezzo alla società. Ha preso casa a La Maddalena e sta provando a familiarizzare con il traffico e la quotidianità caotica di una città. I turisti, nel frattempo, hanno trovato qui una specie di zona franca: la spiaggia rosa che dal 1996 è off limits per legge è invasa ogni giorno da qualcuno che alla nuotata da denuncia non vuole rinunciare. «Siamo contenti che questo tesoro sia diventato patrimonio pubblico, ma quando l’isola apparteneva a una società privata c’era maggiore sorveglianza – riflette Marco Cuccu, che ai suoi ospiti non racconta solo delle tante bellezze naturali ma anche delle vicende storiche e politiche dell’Arcipelago – Questa scena che abbiamo visto oggi purtroppo si ripete spesso e l’attenzione e il rispetto di tanti vengono vanificati dai comportamenti dei cafoni».
Allo sbarco c’è chi racconta l’esperienza e uno degli skipper che sistema il gommone non riesce a trattenere le urla. «Purtroppo tutto questo accade quasi ogni giorno – racconta – Ma noi ci stiamo stancando di litigare con le persone che se ne fregano delle regole. Speravamo che dal giorno in cui Mauro Morandi è stato costretto ad andar via arrivassero subito le guardie del parco. Qualche volta ci sono, è vero, ma i più presenti sono sempre i cafoni. Forse bisognerebbe piazzare delle telecamere, anche perché le motovedette non possono arrivare in tempo reale». I turisti vanno via emozionati per lo spettacolo del blu e indignati per l’assalto impunito al rosa della spiaggia. «Difendete questo gioiello – dice la pugliese Linda Dabbicco – Sarebbe bello che tra qualche anno lo trovassimo ancora così bello. E se incontrassimo Mauro sarebbe ancora più bello, perché la sua storia è un valore aggiunto per questo parco».