Sentieri immersi nella natura, percorsi in bici, borghi da visitare tra degustazioni e mostre: ora che le spiagge si svuotano l’industria delle vacanze guarda sempre di più verso il «turismo lento», quello che si muove spesso su due ruote (più bici che moto) o cerca itinerari affascinanti per le camminate all’aria aperta. Le previsioni per l’autunno sono interessanti: «A ottobre abbiamo un buon numero di prenotazioni, si presume sarà un mese positivo, ovviamente con un tipo di viaggiatore diverso da quello che arriva nell’Isola ad agosto. In proporzione aumentano i gruppi organizzati», spiega Fausto Mura, presidente di Federalberghi Sud Sardegna.

Il turismo d’autunno per ora ha numeri decisamente più bassi rispetto a quelli dei mesi estivi. Tra settembre e ottobre sono attesi 850mila arrivi e circa 3,5 milioni di presenze, questi i dati del 2022 che si vorrebbero quantomeno replicare. Per provarci l’Isola offre un cartellone di appuntamenti ricco come non mai. Una delle manifestazioni di punta è Autunno in Barbagia. Le “Cortes Apertas” l’anno scorsso hanno attirato oltre 500mila visitatori, provenienti sia dall’Isola (la fetta più importante è quella del turismo interno regionale) che dal resto d’Italia e dall’estero.

Ma non ci saranno solo i borghi da visitare. Ci sono gli itinerari di trekking, come il Selvaggio blu, 50 chilometri da Santa Maria Navarrese a Cala Gonone tra arrampicate e sentieri a picco sul mare. Oppure percorsi forse meno impegnativi ma non meno suggestivi come quelli dell’iniziativa “Noi Camminiamo in Sardegna”. Nel progetto sono coinvolti settantadue Comuni per 800 chilometri complessivi, che vanno dal cammino minerario di Santa Barbara a quello di Santu Jacu passando per quello delle “cento torri” da Villasimius a Orosei.

Uno scorcio di Bosa
Uno scorcio di Bosa
Uno scorcio di Bosa

È anche grazie a questi progetti che alcuni alberghi stagionali rimarranno aperti fino alla terza o alla quarta settimana di ottobre. «Abbiamo diverse prenotazioni di gruppi che girano l’Isola in moto e come sempre ci aiutano ad allungare la stagione dopo la fine del turismo balneare. Il movimento che c’è attorno ai sentieri e agli itinerari naturalistici attira sempre più persone, è una vera miniera se si vuole puntare sulla destagionalizzazione, ma è necessario investire sulle infrastrutture», dice Carlo Amaduzzi, presidente di Assohotel Confesercenti.

In questo settore il Trentino resta sempre uno degli esempi da seguire, anche se altre regioni si stanno muovendo nella stessa direzione: «Lombardia, Piemonte, Lazio e Umbria si stanno attrezzando con sentieri e piste ciclabili attorno ai laghi, ad esempio». Le proposte non mancano: «Penso a un itinerario che unisca le coste», spiega Amaduzzi, «da nord a sud e da est a ovest, a piedi o in bici. Ci sono tanti italiani che vanno a cercare esperienze simili all’estero, guardate quello che succede negli Stati Uniti, mentre invece qui siamo ancora un po’ indietro. Noi abbiamo i nuraghi ma non li valorizziamo: se ci fosse un percorso che li unisse, non dico tutti ma almeno un buon numero, sarebbe frequentatissimo».

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