Ci sono donne, giovani e meno giovani, che in bella mostra ostentano labbra strette, come se stessero baciando l’aria. Oppure, in un’altra gettonatissima variante, con la bocca socchiusa. Ma ci sono anche quelle che pubblicano immagini di piedi, curati, morbidi, con lo smalto all’ultima moda: fotografie, queste ultime, che sembrano quasi radiografie, riprese da tutte le angolazioni. Con accessori (anelli, braccialetti alla caviglie), calzature (tacchi in bella mostra) e feticci (ferite in primo piano). Ma poi c’è anche chi “vende” foto e video che ritraggono parti del proprio corpo: non solo i piedi, che vanno per la maggiore, ma poi anche le mani, il lato b, le ginocchia, l’addome, le ascelle, solo per citarne alcune. Ecco OnlyFans, la piattaforma social pay-per-view, per vedere devi pagare, che conquista anche tantissimi “anonimi” cagliaritani: avvocate, influencer, infermiere, insegnanti, commercialiste, ma anche estetiste, impiegate, parrucchiere, studentesse, hostess, giornaliste, dottoresse. Non si tratta (quasi) mai di foto porno, ma comunque contenuti (foto, video e audio) di natura sessuale. Non si tratta un social per sole donne, perché all’interno ci sono anche tanti uomini, ma la sproporzione è davvero piuttosto trasversale. La vanità c’entra, questo è abbastanza evidente. Ma gli psicologi leggono il fenomeno come “il bisogno delle persone di esistere, di sentirsi in qualche misura vive”. Per farla spicciola: il “solito” disturbo narcisistico. Se invece si ascolta il parere di un esperto di marketing, il successo è spiegato in maniera più prosaica perché su OnlyFans c’è chi riesce a vendere una foto dei propri piedi per 5 dollari che, moltiplicati per “x” follower, significa mettere insieme diverse centinaia di euro. Una follia?

Come funziona. Il meccanismo è semplice: al sito ci si può iscrivere gratuitamente (bisogna avere 18 anni), ma la maggior parte dei contenuti è a pagamento: ci si può abbonare ai profili delle persone che si vogliono seguire, pagando una quota, ma si può comprare anche un contenuto una tantum, in alcuni casi. Il canone va dai 0 ai 50 dollari al mese (anche in Italia il pagamento è in dollari), ma l’offerta varia ed è molto simile a quella per gli abbonamenti online: oltre al mensile ci sono anche le offerte trimestrali, semestrali, annuali. OnlyFans piace perché in un universo social dove tutto è di tutti, tutto gira e non si è proprietari di nulla, si può accedere a un contenuto esclusivo, pagando. E l’eccezionalità è rappresentata non tanto dal seno scoperto o da un video più esplicito (per quello basterebbe andare su qualunque sito porno e sarebbe pure gratis), quanto piuttosto dalla soddisfazione di un desiderio. Quale che sia, naturalmente, non è inquadrabile in una categoria sociologica. Il punto, però, è che la soddisfazione di questo desiderio c’è.

La prima forma di guadagno per chi vede i contenuti (i creators) è l’abbonamento. In pratica c’è una bacheca a cui si ha accesso. Poi ci sono le “tips”, ovvero le mance. Tra i creators ci sono anche tanti adolescenti. Perché anche loro siano attratti da questa piattaforma è presto detto: d’altronde, se c’è qualcuno disposto a pagare per vedere foto di piedi, perché non farlo?, è il pensiero di tanti.

Nel mondo. A livello globale, OnlyFans (piattaforma nata nel 2016 ma che ha avuto il suo boom durante il lockdown del 2020) vanta 220 milioni di utenti, che hanno speso quasi 5 miliardi di dollari per gli oltre 2 milioni di contenuti messi a disposizione dai creator. Un modello di business, quello dell’azienda, che prevede un prelievo del 20% sulle cifre versate dagli abbonati dai creator. Lo scorso anno la piattaforma aveva annunciato di volere sospendere la diffusione di contenuti per adulti a partire dall'autunno, salvo poi fare retromarcia sotto la spinta di creator e abbonati. Come era prevedibile, ne è nato un grosso dibattito. Ma alla fine la piattaforma ha continuato a vivere grazie a foto e video smaliziati, feticisti, ed esplicitamente a contenuto per adulti.

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