C’è un modo di agire che va avanti da cinquant’anni e che ha forse un fondamento nel detto biblico “occhio per occhio e dente per dente”. I servizi segreti israeliani, Mossad e Shin Bet, non ne lasciano passare una e sono diventati famosi negli anni per le operazioni mirate contro i loro nemici. Tecniche sopraffine, attacchi cyber, documenti contraffatti e la sapienza di aspettare il momento giusto per intervenire contro i nemici, che sono tanti, a iniziare dall’area medio-orientale.

Le azioni clamorose dei servizi segreti di Israele fanno un baffo a quelli visti nei film di 007. Proprio quanto accaduto nei giorni scorsi, con la detonazione contemporanea di migliaia di cercapersone prima e di walkie talkie dopo, la dice lunga sulla capacità di agire degli agenti di Tel Aviv. Neanche una fantasia molto fervida avrebbe mai potuto immaginare quanto accaduto, con la capacità di colpire migliaia di individui appartenenti alle forze terroristiche di mezzo mondo arabo nello stesso momento.

I primordi

In principio fu l’operazione “Ira di Dio”, raccontata straordinariamente da Steven Spielberg nel film “Munich”. A dare il via libera a quell’intervento fu la premier di allora, la prima donna a occupare l’incarico in Israele, Golda Meir. Fu la micidiale risposta al massacro degli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco, quando un commando di Settembre nero e dell’Olp uccise alcuni componenti della squadra di Tel Aviv nel villaggio allestito in occasione dei giochi in Germania. La vendetta fu terribile e si dice che sarebbe durata circa vent’anni con uno stillicidio di omicidi messi in atto dal Mossad fino a eliminare uno a uno i vertici delle organizzazioni palestinesi che decisero il blitz a Monaco. Tra loro anche Mahmud Hamshari, rappresentante dell’Olp in Francia, ucciso dall’esplosione del suo telefono (a quel tempo esistevano solo gli apparecchi fissi) dove in precedenza era stata sistemata una carica da un agente del Mossad che finse di essere un giornalista.

Peraltro, anche i gerarchi nazisti che vivevano in Argentina, fuggiti nel Paese sudamericano dopo la fine della seconda Guerra mondiale e le leggi razziali in Germania che portarono all’Olocausto, si dice che vennero presi a uno a uno, scovati con grande maestria dagli uomini del Mossad, come si può leggere in tanti libri di storia, oltre a numerosi documentari dedicati al tema.

I raid

Altre azioni simili vengono ricordate negli annali della storia dello spionaggio mondiale. Nel 1988, esattamente il 16 aprile, nella sua casa di Tunisi fu ucciso Khalil Ibrahim al-Wazir, detto Abu Jihad, tra i fondatori di Fatah, altro gruppo terroristico palestinese. Gli agenti del Mossad arrivarono dal mare e, sotto la guida di Ehud Barak, futuro premier di Israele, eliminarono il leader palestinese.

Yahya Abd al Latif Ayyash, detto l’ingegnere, personaggio a cui Hamas ha voluto intitolare i razzi lanciati su Israele, era noto per essere l’ideatore di una serie di attentati kamikaze perpetrati dall’organizzazione terroristica con uomini che si facevano esplodere senza alcuna preoccupazione per la propria vita. A eliminare Ayyash pensò lo Shin Bet il 5 gennaio 1996 con una carica di Rdx (nitroamina), un esplosivo che venne sistemato nel suo telefono cellulare e poi innescato a distanza da una postazione israeliana. Un anno e mezzo dopo, il 25 settembre del 1997, in Giordania, fu preso di mira Khaled Meshal, esponente sempre di Hamas: sei agenti del Mossad entrati in Giordania con passaporti falsi iniettarono un veleno mortale nell’orecchio del dirigente palestinese a cui però dopo furono costretti a fornire un antidoto per evitare una crisi diplomatica con Amman.

Una crisi diplomatica, peraltro, venne sfiorata anche nel 2010 quando a Dubai, 26 uomini arrivati da vari Paesi dell’Europa con passaporti contraffatti, uccisero Mahmoud al-Mabhouh, cofondatore delle brigate Qassam, braccio armato di Hamas. Dopo l’omicidio venne fuori che gli agenti usarono documenti falsi di Gran Bretagna, Australia e Irlanda per fare entrare gli 007 israeliani a Dubai e i Governi dei tre Stati non gradirono.

Il passato recente

Le ultime azioni in ordine di tempo, poi, sono quelle che hanno riguardato l’uccisione di Ismail Haniyeh, capo di Hamas all’estero, ucciso a Teheran lo scorso 31 luglio dall’esplosione di un ordigno piazzato nel suo appartamento (ma si parla anche di drone o missile), all’interno di un edificio controllato dall’intelligence iraniana. Così come il 2 gennaio di quest’anno venne eliminato Saleh al-Aruri, fondatore anche lui delle Brigate Qassam, ucciso con un’azione mirata dell’Idf a Beirut.

Azioni clamorose

Ci sono poi altre azioni che vengono ricordate tra quelle messe in atto dai servizi israeliani e che hanno fatto la storia. Una di queste è l’operazione Entebbe. Il 27 giugno del 1976 un Airbus A300 dell’Air France venne dirottato da un commando palestinese mentre era in volo da Atene (proveniente da Tel Aviv) e diretto a Parigi con a bordo 248 passeggeri e 12 membri dell’equipaggio. Dopo varie peripezie, il velivolo atterrò all’aeroporto di Entebbe, in Uganda, dove governava il dittatore Idi Amin Dada, che simpatizzava per i terroristi. Dopo giorni di trattative, tentativi di far scendere alcuni passeggeri e trattenerne altri, alcuni commandi israeliani di Idf e Mossad atterrarono in gran segreto a Entebbe e con un escamotage (usando una Mercedes nera uguale a quella del dittatore Amin) riuscirono ad avvicinarsi e poi salire sull’aereo eliminando i dirottatori con un’azione militare che però ebbe anche alcune perdite tra cui Yonatan Netanyahu, comandante sul campo della missione e fratello dell’attuale premier Benyamin.

Guerra ibrida

Le cronache della guerra ibrida raccontano poi che gli 007 israeliani riuscirono anche a bloccare sul nascere, con un’azione mirata, un grande centro nucleare che il dittatore iracheno Saddam Hussein stava realizzando nell’ambito di un programma atomico che quindi venne stroncato. Così come gli uomini del Mossad e della Cia riuscirono in altre circostanze, nel 2008, a sabotare il programma atomico iraniano con una chiavetta per computer, su cui venne caricato un potentissimo trojan, affidato a un tecnico di seconda fila del centro di ricerche di Teheran: si pensava che fosse ignaro di tutto, e portò il virus sul sistema di ricerca. Un virus così potente da rallentare l’intero programma. Solo che di recente si è scoperto che chi attuò il piano era un ingegnere di origine olandese, assoldato da Cia e Mossad e poi morto in un incidente in moto nel 2009, pochi mesi dopo il sabotaggio

Insomma, sembra proprio che per il Mossad e lo Shin Bet non ci siano imprese impossibili. La tecnologia e l’intelligenza artificiale diventano spesso un’arma potentissima nelle mani degli 007 israeliani.

© Riproduzione riservata