Dopo i giorni della paura per la recente esondazione a Galtellì e la forte piena dovuta alle piogge abbondanti e allo sversamento dalla diga di Preda ’e Othoni le acque del Cedrino riabbracciano Orosei con una festa antica e molto coinvolgente, capace di rigenerare sorrisi e riconciliare la bassa Baronia nel rapporto, non sempre felice, con il fiume che l’attraversa. Nella Sardegna pur ricca di tradizioni e sagre, Santa Maria ’e Mare è una festa unica perché solennizzata dalla processione con le barche a remi lungo un fiume che corre verso il golfo di Orosei dopo aver disceso ottanta chilometri dal monte Fumai, nel Supramonte di Orgosolo, verso la pianura e il mare. Il punto d’approdo delle barche infiorate in modo spettacolare è la chiesetta pisana dedicata a Santa Maria ’e Mare, che risale al XII secolo e sta vicino alla foce del fiume.

L’arrivo del simulacro è l’atto finale di una giornata speciale, ovvero l’ultima domenica di maggio, che Orosei vive da sempre con molta intensità e devozione perché questa festa è anzitutto l’omaggio della comunità alla Vergine protettrice. Inizia la mattina in piazza del Popolo con l’infioritura delle barche a remi, messe a disposizione dai pescatori. Le affidano a un comitato che impreziosisce quelle tavole in legno con fiori di tutti i colori e profumi di rose. Mani esperte realizzano composizioni di grande effetto scenico. Nel frattempo, anche strade e marciapiedi diventano un tappeto pittoresco pieno di petali e colori e le case affacciate lungo il percorso della processione vetrine green con addobbi floreali. Volontari di varie associazioni mettono in moto questa coralità dove la devozione popolare incontra la creatività.

Barche addobbate per la processione
Barche addobbate per la processione
Barche addobbate per la processione

Nel pomeriggio i natanti sono pronti: smettono la funzione abituale per diventare piccoli altari galleggianti. Prima di raggiungere le acque vengono portati in processione dalla piazza antistante la chiesa parrocchiale di San Giacomo al ponte sul Cedrino. Viaggiano su carrelli, guidati dai volontari. Poi vengono calati nel fiume dove la processione continua in uno scenario d’incanto. I pescatori sono gli orgogliosi condottieri delle barche che navigano lentamente e fanno da corona al simulacro della Vergine, issata su una di esse, la stessa che conduce il sacerdote fino ai piedi della chiesetta, solcando le acque del fiume. Due chilometri in tutto, circa dieci barche al seguito per accogliere le donne che indossano il costume tradizionale e i rappresentanti delle confraternite mentre tutti gli altri proseguono l’itinerario a piedi lungo il margine del fiume. Un doppio corteo che si riunisce al momento dell’arrivo davanti alla chiesetta. Quando approdano sulla riva vicino al cortile del piccolo tempio, le barche vengono disposte in modo orizzontale: al centro quella che custodisce il simulacro che è poi la prima a toccare terra, accolta dall’applauso dei fedeli e dei turisti. A quel punto l’ingresso solenne nella chiesetta per la celebrazione della messa. Al termine l’offerta tradizionale del panino con polpo, lascito dei secoli passati quando i pellegrini venivano rifocillati con un pasto a base di pesce. I giorni della festa ora profumano anche d’altri sapori irrinunciabili come il porcetto arrosto, il vitello alla brace, la pecora bollita, le interiora d’agnello. I gusti della Sardegna pastorale si mischiano con le specialità di mare dove non possono mancare muggini, spigole, orate e anguille alla brace e la bottarga. Un mix di sapori che simboleggia anche le anime antiche di Orosei combinando tradizioni contadine e marinare.

La processione sulle strade di Orosei, ricoperte di fiori
La processione sulle strade di Orosei, ricoperte di fiori
La processione sulle strade di Orosei, ricoperte di fiori

«È un rito molto sentito da noi oroseini che viviamo questo momento con fede e preghiera, ma è anche una festa con una esplosione di colori che richiama ogni anno tanti visitatori ai quali guardiamo nell’ottica della destagionalizzazione: i nostri paesi non sono solo mare ma hanno anche storia, tradizioni e tanti siti di interesse da visitare», spiega la sindaca Elisa Farris. Aggiunge: «Abbiamo testimonianze della festa già nel 1400. Per questo la Regione l’ha inserita tra gli eventi identitari». Il testamento di un sacerdote nel 1700 descrive la processione delle barche come quella che avviene oggi mentre la prima foto dei pescatori che remano attorno alla statua della Madonna del Mare risale al 1921. La festa diventa solenne con gli addobbi floreali a partire dal 1976, in coincidenza con il restauro della chiesa voluto degli eredi della nobile famiglia Guiso che vanta un diritto di patronato. L’intervento di recupero è portato avanti grazie soprattutto all’impegno di don Giovanni Guiso, morto nel 2006.

La processione sul fiume Cedrino
La processione sul fiume Cedrino
La processione sul fiume Cedrino

L’evento, sostenuto dall’intera comunità (il comitato è affiancato dalla Pro Loco, dalle tre confraternite, dai pescatori, dalle associazioni e dal Comune) ha una valenza religiosa e culturale con un forte appeal turistico. Per valorizzare al meglio la tradizione tra le manifestazioni di contorno, oltre a spettacoli e musica, è previsto un laboratorio dove gli esperti fioristi e i pescatori insegnano ai giovani l’arte di allestire le barche e farle navigare tra le acque del fiume, tornato amico dopo la grande paura del 20 e 21 maggio.

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