Straordinario Alcaraz: batte Sinner in quattro set, vince gli Us Open e si prende il numero 1 al mondo
Lo spagnolo si impone con il punteggio di 6-2, 3-6, 6-1, 6-4 in una partita per lunghi tratti dominata. Jannik detronizzato dopo 65 settimane(Ansa)
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La “bella” è di Carlos Alcaraz. Dopo la vittoria a Parigi e la sconfitta a Londra lo spagnolo batte Sinner con il punteggio di 6-2, 3-6, 6-1, 6-4 e vince gli Us Open. Lo spagnolo si aggiudica dunque il terzo atto di questa sfida sempre più appassionante tra i due grandi campioni, che stanno dominando in lungo e in largo il tennis e che dall’inizio del 2024 si sono divisi equamente i tornei del Grande Slam, quattro a testa, instaurando un duopolio che sembra al momento inattaccabile.
Alcaraz conquista il suo sesto titolo Slam, staccando Sinner fermo a 4, e interrompe la clamorosa striscia di Jannik nei Major su cemento (27 vittorie e tre titoli consecutivi), iniziata agli Australian Open del 2024. Lo spagnolo con questo trionfo riesce a strappare all’azzurro anche il numero 1 del ranking, con Sinner costretto ad abdicare dopo 65 settimane.
A parte la fiammata di Jannik che si prende di tigna il secondo set, una partita sostanzialmente dominata da Alcaraz. Lo spagnolo mette in mostra i suoi grandi miglioramenti al servizio, un dritto irreale e una difesa pazzesca, grazie ad uno strapotere fisico fuori dal normale, che finisce per fiaccare l’avversario. È bravissimo anche a reggere il ritmo sul lato sinistro per poi cambiare lungolinea con profondità e girare lo scambio in modo da esplodere il suo dritto, un’arma letale. Jannik dal canto suo è contratto, non serve bene (solo 48% di prime) e ha grossi problemi sulla seconda di servizio, con cui conquista meno della metà dei punti. Statistica non da lui, come i tanti errori gratuiti che gli costano break decisivi, in particolare quello del quarto set. Errori dovuti anche alla bravura dell’avversario, che recupera tutto e con il dritto ha una mostruosa capacità di ribaltare gli scambi, spingendo Jannik a forzare. Decisivi comunque i colpi di inizio gioco, Alcaraz è stato superiore sia al servizio che in risposta.
La partita
A Flushing Meadows piove, si gioca sotto il tetto. La partita è prevista per le 20 ore italiane, ma il primo punto i due sfidanti lo giocano 50 minuti dopo. “Colpa” di Donald Trump, gli stringenti controlli all’entrata per via della sua presenza all’Arthur Ashe rallentano l’ingresso degli spettatori.
Primo set
Alcaraz vince il sorteggio e sceglie di ricevere. Si comincia con un immediato break dello spagnolo, che mette subito in mostra il suo dritto devastante e porta a casa un game di 8 minuti. E’ un inizio difficile per Jannik: molto contratto, troppi errori, alcuni non proprio da lui, mentre lo spagnolo è centratissimo, concede poco o nulla, serve bene, fa magie a rete e spesso con il dritto lascia sul posto l’azzurro o gli piega letteralmente la racchetta. Così al settimo game Alcaraz piazza il secondo break anche grazie a due gravi errori di Sinner e chiude il primo parziale in meno di 40 minuti, 6-2.
Secondo set
Sinner va subito in affanno al primo gioco, si salva annullando palla break grazie al servizio e per la prima volta nel match mette la testa avanti, almeno in termini di game. Ma è nel quarto gioco che Sinner sembra entrare definitivamente in partita, quando strappa il servizio allo spagnolo a 0 e si carica chiamando l’ovazione dell’Arthur Ashe dopo lo splendido punto che gli vale lo 0-30: un violentissimo dritto incrociato seguito da palla corta e chiusura a rete dopo un incredibile recupero di Alcaraz. I colpi ora sono più liberi, il braccio più sciolto, la risposta inizia a funzionare e la pressione da fondo di Jannik inizia a farsi sentire. Ne soffre anche lo spagnolo, ora gli scambi non pendono più dalla sua parte. Così l’azzurro tiene senza troppi patemi i suoi turni di servizio e chiude il secondo set per 6-3, il primo parziale perso da Alcaraz nel torneo. Dopo un’ora e venti minuti è 1-1, la partita sembra apertissima.
Terzo set
Veemente la reazione di Alcaraz: il terzo set comincia nel segno dello spagnolo, che piazza subito il break al secondo game e poi si esalta nel gioco successivo, quando recupera uno svantaggio di 0-30 e chiude il punto del 3-0 a rete, dopo aver recuperato e giocato in modo magistrale una palla corta di Sinner. Alcaraz ora gioca su una nuvola, Sinner non riesce a stargli dietro e torna a fare anche qualche gratuito di troppo, così in un amen ci ritroviamo sul 5-0 per il fuoriclasse di Murcia, che chiude con il punteggio di 6-1 e si porta avanti, due set a uno.
Quarto set
Nel primo game del quarto parziale succede di tutto. Un Sinner nervoso si rivolge stizzito al suo angolo, quasi impotente. Ma nel frattempo annulla due breakpoint, uno con un dritto sulla riga l’altro con una doppia volée (clamorosa la prima, così come il vano recupero di Alcaraz), tiene il servizio e chiama per la seconda volta l’ovazione dell’Arthur Ashe per caricarsi. Purtroppo per lui il break dello spagnolo è solo rimandato: arriva al quinto game, praticamente regalato da Jannik con un doppio fallo e un facile dritto a campo aperto tirato fuori di molto. È il gioco che di fatto chiude la partita, perché Alcaraz al servizio concede poco o nulla e chiude con un ace al terzo matchpoint, conquistando per la seconda volta in carriera il titolo a New York, al termine di un torneo perfetto, forse il migliore della sua vita in termini di qualità, concentrazione e pragmatismo.
Le parole di Jannik
«Oggi hai giocato meglio di me. Goditi questo momento», così Sinner ha reso omaggio al suo avversario. «Ho fatto del mio meglio, di più non potevo», ha aggiunto sul palco della premiazione a New York. Quindi ha ringraziato il proprio team: «Noi sappiamo quanta dedizione serve per calcare palcoscenici così importanti». Dopo aver ricordato anche tutti quelli che contribuiscono alla riuscita del torneo, dai giudici ai raccattapalle, ha aggiunto: «Questo é un posto speciale. È bello vedere le tribune piene non solo per le finali, ma fin dall'inizio. Ci vediamo l'anno prossimo».