L'ultimo weekend di luglio è coinciso, per i cagliaritani di Walter Angioi, con la fine della stagione regolare dell'A2 di baseball.

Con la salvezza in tasca già da una settimana e la certezza che il futuro prossimo avrà ancora il dolce profumo del secondo campionato nazionale italiano, in casa Cagliari la doppia sconfitta interna per mano dei Grizzlies Torino non ha bruciato troppo, anche se ha fatto sfumare il sogno playoff.

A Iglesias, il doppio incontro con gli "orsi" piemontesi si è concluso con due sconfitte, arrivate coi punteggi di 2-12 e 4-17, entrambe al settimo inning per manifesta inferiorità.

Ai playoff di settembre andranno proprio i piemontesi, quarti dopo aver superato i sardi nella classifica del girone A.

Oltre al risultato oggi a fare male, e a far scendere qualche lacrima al momento del rompete del righe, è stata la despedida del lanciatore cubano rossoblù, Eddy Garcia Del Toro.

Il ventiseienne de L'Avana martedì salirà su un aereo che lo riporterà in patria, dove ad attenderlo, oltre alla famiglia, ci sarà la sua squadra, l'Industrial, con cui riprenderà ad allenarsi dopo una manciata di giorni di riposo.

Il contributo di Eddy è stato notevole e per questo è adorato dai tifosi cagliaritani, sempre pronti ad accogliere calorosamente chi sbarca in Sardegna per difendere i colori rossoblù, in particolare quando si ricopre quel delicato ruolo lì sul monte, dove la solitudine, quando vuole, si fa sentire più intensamente. Così avvenne due anni fa, quando da Cuba arrivò José Pablo Cuesta, che dal trampolino Cagliari si è poi accasato a Sala Baganza, così è stato quest'anno per Garcia Del Toro. Umile e silenzioso, in principio ha lasciato che i suoi lanci velenosi parlassero per lui e gli permettessero di conquistare il rispetto e l'affetto dei suoi compagni di avventure. Poi si è ambientato e gli applausi che oggi gli sono stati riservati all'uscita dal campo dopo l'inning lanciato in garadue, erano per l'uomo oltre che per il giocatore.

Il Cagliari, quest'anno, ha dimostrato che con il coraggio e un'attenta organizzazione i risultati arrivano. Accanto ai veterani rossoblù (Tore, Gabriele e Michele Ebau, Rodriguez Cueto, Gabriele Angioi, Portas e Cugia), nel corso dell'anno si sono messi in evidenza tanti giovani promettenti che hanno saputo dare il proprio contributo.

Dai catcher Federico Sireus, Contu e Ghiani, fermato solo da un infortunio alla mano, ai vari Cavallaro, Terzitta, Frau, Real Sanchez (in prestito dall'Ares Milano), giovani cecchini in battuta e fulgide schegge nella corsa tra le basi. Così tutto il roster, compresi i lanciatori (Laird, Murgia, Mattia Sireus, Galusca, Real) che, a parte l'algherese Zidda, a inizio stagione erano dei giovani debuttati che hanno dovuto fare i conti non solo con le mazze avversarie, ma anche con la pressione e la paura di chi è alla prima esperienza in una serie A2.

Se la categoria è stata mantenuta, se la squadra ha saputo vincere in tutti i modi, a volte con prestazioni eccezionali e altre con tanta sofferenza, significa che tecnici e dirigenza hanno compiuto le scelte giuste e hanno saputo barcamenarsi in un mondo in cui, a differenza di altre realtà più blasonate, i valori dello sport e la passione più pura sconfiggono, e lo fanno per manifesta superiorità, il dio denaro.
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