Un messaggino di ringraziamento a sancire un’amicizia consolidata. Nel momento più bello della sua vita (non solo sportiva), quattro giorni dopo essersi messo l’oro olimpico al collo, l’inglese Alex Yee ha voluto ricordarsi del suo amico cagliaritano, il chirurgo vascolare Antonio Maxia.

C’era lui al “Brotzu” il 4 giugno 2017, quando l’allora diciannovenne triatleta inglese fu portato in ambulanza dopo una tremenda caduta in bicicletta, durante la prova italiana di World Triathlon Cup, a Cagliari. Il cordolo del molo Ichnusa, contro il quale aveva picchiato la schiena, avrebbe potuto ucciderlo. I medici dell’ospedale cagliaritano gli salvarono la vita, lo stabilizzarono, lo curarono per un mese, sino a quando potè essere trasferito nel suo Paese. Tra loro anche Maxia, che dopo una bella carriera da hockeysta all’Amsicora, si era nel frattempo appassionato al triathlon.

Nacque un’amicizia fra triatleti, rafforzata dagli incontri che avvenivano quando Alex, ristabilitosi in maniera prodigiosa, tornava a Cagliari per quella che ne frattempo era diventata una gara delle World Triathlon Championship Series: il massimo che c’è. Tanto è vero che ad arrivare per primo, per tre volte su tre, sul traguardo del Poetto, è stato proprio Yee, che intanto era salito sul secondo gradino del podio di Tokyo 2020 e diventato erede dei fratelli Jonathan e Alistair Brownlee. Al punto da vincere mercoledì scorso a Parigi l’oro olimpico, vetta massima delle aspirazioni di qualunque sportivo.

Dal “Brotzu” a Parigi, dal possibile dramma all’apoteosi, senza mai dimenticare chi ha reso possibile tutto ciò che di bello Yee ha saputo conquistare con il suo talento e la sua costanza negli allenamenti da quel 4 giugno 2017. Perché anche un semplice messaggino, mandato nel momento in cui tutto il mondo di cerca e vuole celebrarti, può rivelare un animo da fuoriclasse.

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