“Qui non ci sono professionisti, ci sono atleti age group, cioè amatori, che scelgono le gare in base alla destinazione. Per prendere semplicemente la medaglia potrebbero andare da qualsiasi parte, ma hanno deciso di venire qui”. Andrea Mentasti, direttore di gara e vera anima dell’Ironman 70.3 Sardegna e delle precedenti gare di triathlon ospitate dal Forte Village, ci mette pochi secondi a chiarire la dimensione sportiva e turistica di un appuntamento come quello in programma domenica.

Una gara di triathlon di 1,9 km di nuoto (nel mare sardo, dettaglio non trascurabile), 90 di ciclismo (con panorami da sogno, altro spunto interessante) e 21,1 di corsa durante i quali la fatica rende quasi inutile qualsiasi elemento di contorno che non sia l’assistenza garantita da oltre trecento volontari. Ciò che conta per la Sardegna è che centinaia (probabilmente in gara saranno un migliaio) di triatleti, il 75% dei quali non italiani (e molti più non sardi), arrivino a fine ottobre a Santa Margherita di Pula per qualche giorno di vacanza con la scusa di disputare una competizione. Un Ironman, non una qualsiasi.

La prova, che per la seconda volta si svolge nell’Isola, non prevede la partecipazione di élite (sette giorni dopo ci sono in mondiali in America) ma assegna 45 slot per poter prendere parte al prossimo campionato del mondo, che nel 2023 si correrà a Lathi, in Finlandia. Un elemento di sicuro richiamo per i tanti atleti venuti soprattutto da Germania, Regno Unito, Francia, Spagna e Portogallo, le più rappresentate tra le 50 nazioni in lizza.

Domenica mattina alle 9 il via, i migliori dovrebbero chiudere attorno alle 13.

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