Non uno scatto, né un allungo. Nessun tentativo di fuga. Nulla. Restano solo illusioni e speranze disattese sulle rampe dello Zoncolan, per il nostro Fabio Aru.

Nonstante le dichiarazioni della vigilia da parte del Cavaliere dei 4 Mori, gli striscioni che si sono alzati per lui, lungo la micidiale scalata, il ciclista sardo non è riuscito ad incidere. Per nulla.

Le difficoltà finora mostrate al Giro sono diventate dei mostri insormontabili. Tremendi.

Il suo arrivo, stremato, al traguardo, a 2'23" di ritardo, lo taglia definitivamente dalla corsa alla maglia rosa.

A prendersi l'infernale salita è stato Chris Froome. Che sui 10 chilometri delle rampe più dure d'Europa – che salgono il dislivello di 1.200 metri, con una pendenza media vicina all’11%, con punte del 22 – stacca tutti. Incredibilmente, visto il suo Giro fino a oggi, che ha fatto notizia solo per le due cadute nelle tappe iniziali.

L'unico riuscito a tenere testa al britannico è il connazionale e attuale maglia rosa è Simon Yates, che lo segue negli ultimi due chilometri a ruota, ma non riesce a raggiungerlo mai (arrivato a 6 secondi).

E forse, per il codice etico, quello non scritto del mondo del ciclismo, è giusto così. A uno il riscatto, la tappa, all'altro la gloria e la maglia.

A tenere alta la bandiera italiana, Domenico Pozzovivo, terzo a 23 secondi.

(Unioneonline/DC)

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