Inedito, sudato, combattuto. E spettacolare, e pazzesco, e destabilizzante. Il primo, severo arrivo in salita del Giro d'Italia è tutto questo.

E pure qualcosa di più.

È un vulcano d'emozioni. È la vetta dell'Etna, che dall'alto delle sue pendici brune incorona Esteban Chaves suo dominatore. E dona a Simon Yates la nuova maglia rosa.

Strepitosa, nel coraggio dell'inventiva e dello sforzo inumano, la fuga del colombiano: uno stacco studiato che lo lascia tutto solo, a sfidare la montagna in piedi sui pedali a -5 dall'arrivo, in testa alla corsa.

Dietro di lui, resta solo la bufera. Restaun caos primordiale da cui ne esce il grande vincente: la nuova maglia rosa Yates, compagno di squadra di Chaves nella Mitchelton-Scott.

Così, l'arrivo della sesta tappa, praticamente, diventa una sfilata giallonera partita da Caltanissetta.

Al terzo posto, staccato a 26" si piazza il francese Thibaut Pinot, seguito a ruota da George Bennett, Pozzovivo, Lopez, e gli attesissimi — e forse sì, in parte deludenti — Fabio Aru e Froome.

La classifica rosa, come era prevedibile, ne esce rivoluzionata: la prima testa a saltare è quella di Rohan Dennis, costretto a lasciare il primo posto, scivolando al sesto a 53" di ritardo.

Yates, da terzo, balza in vetta. Il secondo posto è quello di Dumoulin. Chavez sale al terzo gradino.

Quarto Pozzovivo, in ritardo a 43". Froome ottavo e decimo il Cavaliere dei Quattro Mori, a 1’12".

(Unioneonline/DC)

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