"Basta, non ci sono le condizioni per andare avanti". La federazione "deve mettere fine alla stagione di calcio dei dilettanti perché oggi è impensabile prevedere una ripresa dei campionati quando ci sono ancora da giocare sette giornate di campionato". Pierpaolo Piu, presidente del Castiadas, non ha peli sulla lingua. "Oggi proprio non mi sento neppure nelle condizioni di parlare di calcio, la situazione è drammatica, si continua a morire, il coronavirus è tutt'altro che sconfitto. Ma come può fare una società dilettantistica a garantire la salute dei calciatori, del magazziniere, degli allenatori, del pubblico? Il campo del Castiadas, cito un esempio, è utilizzato dal Villasimius e da una società amatoriale. Ditemi voi dove poter trovare gli spazi giusti per non correre rischi. Pensante al problema degli spogliatoi, delle docce, dei viaggi per le trasferte. No, continuare a giocare oggi comporterebbe solo rischi".

Ma c'è il problema delle retrocessioni e delle promozioni. "Sono cose che deve decidere la federazione. Io ho altro per la testa, noi ci adegueremo a qualsiasi decisione. Si parla di promuovere fra i dilettanti le prime due squadre di ogni girone e di evitare le retrocessioni. Decida la federazione".

Le decisioni dovrebbero essere imminenti. Ma i problemi sono anche altri? Con la crisi economica del momento, si troveranno ancora sponsor disposti a investire nel calcio? "Sarà difficile - dice Piu - Da sole le società sicuramente potranno fare ben poco, ma sarà difficile solo chiedere soldi ad altri. In questo caso potrebbe essere la Figc a dare una mano alla società".
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