Una brutta storia tra il Calangianus calcio e la Juve Luras.

La prima formazione è una delle più gloriose società del panorama calcistico sardo, che milita attualmente in Promozione, la seconda è una società del paese attiguo (Luras) che schiera compagini nel settore giovanile.

Oggetto del contendere i denari dei premi di preparazione, ossia i soldi dovuti alla Juve Luras per i loro tesserati che hanno iniziato la stagione con i giallorossi calangianesi e hanno esordito in prima squadra.

La Federazione ne ha riconosciuti otto, quattro nella passata stagione e altri quattro nel corso degli ultimi anni, in cui nel Calangianus calcio si sono succedute diverse gestioni.

La Federazione ha stabilito che il Calangianus calcio debba pagare alla Juve Luras 15mila euro e altri 3 di penale alla Federazione stessa, per violazione delle norme federali.

A questi si aggiungono altri 5mila euro che il Calangianus deve pagare per il caso dei rimborsi spese del giocatore Merenda. In totale fanno 23mila euro, un fardello insopportabile per la blasonata società giallorossa, che rischia a questo punto di non iscriversi al prossimo campionato di Promozione.

"Con queste cifre da pagare, la maggior parte delle quali non attribuibili alla nostra gestione, è praticamente impossibile proseguire l'attività - affermano i dirigenti del Calangianus Piero Mannoni e Gino Cassitta -. Noi vorremo arrivare ad una transazione, offrendo alla Juve Luras 5 mila euro e pagando alla Federazione la penale degli altri 3 mila. È però davvero incomprensibile - continuano - l'atteggiamento dei dirigenti della Juve Luras, che continuano a farci richieste assurde, che pare mirino ad un solo obbiettivo: fare sparire il Calangianus calcio dallo sport regionale. Di questo passo ci stanno riuscendo".

A questo punto probabilmente occorrerebbe una mediazione della Federazione, perché se è vero che le norme devono essere rispettate, non è neanche possibile che i nuovi dirigenti debbano pagare pendenze di cui non hanno alcuna colpa.

Un tentativo di mettere d'accordo le parti Gianni Cadoni, presidente della Federazione calcio sarda, pare l'abbia già fatto, ma sarebbe andato a vuoto. Il tempo comunque stringe e la prossima stagione è alle porte. L'auspicio è che si trovi una soluzione equa, anche in extremis, altrimenti un'altra grande del calcio sardo rischia di scomparire.
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