Il Chievo resta in serie A. Il Tribunale Federale Nazionale, presieduto da Roberto Proietti, ha dichiarato improcedibile il deferimento nei confronti del Chievo e restituito gli atti alla Procura Federale.

I clivensi restano dunque in A, nulla da fare per il Palermo che sperava in una retrocessione della squadra veronese per salire nella massima serie.

Il Tribunale ha invece accolto il deferimento nei confronti del Cesena e inflitto ai romagnoli una penalizzazione di 15 punti in classifica da scontare nel campionato 2018/2019.

Chievo e Cesena erano finiti a giudizio - assieme ai rispettivi presidenti Luca Campedelli e Giorgio Lugaresi e ad altri 18 dirigenti - per aver sottoscritto le variazioni di tesseramento di alcuni calciatori indicando un corrispettivo superiore al valore reale e contabilizzando nei bilanci plusvalenze fittizie.

Condotte secondo la Procura "finalizzate a far apparire un patrimonio netto superiore a quello esistente alla fine di ciascun esercizio e ciascun semestre così da ottenere la licenza nazionale e l'iscrizione ai campionati nelle stagioni 2015/16, 2016/17 e 2017/18, in assenza dei requisiti previsti dalla normativa federale".

La Procura Figc aveva chiesto per entrambi i club 15 punti di penalizzazione da applicare alla classifica dello scorso campionato, che avrebbero decretato la retrocessione in B per il Chievo e in Lega Pro per il Cesena.

L'improcedibilità per il Chievo scatta per via del fatto che la Procura ha respinto la richiesta di audizione dei dirigenti gialloblù prima che terminasse il procedimento. Un vizio di forma che per il momento salva il club di Campedelli.

(Unioneonline/L)
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