Dietro, la Fermana incombe a -1. Davanti, il quintultimo posto, che per giocarsi la salvezza almeno ai playout dev’essere a non più di 8 punti di distanza, si allontana, a +11. Questa è la situazione dell’Olbia dopo la 12ª giornata di ritorno di Serie C.

Un turno che ha fruttato ai bianchi la diciannovesima sconfitta in campionato, maturata ieri sul campo della Lucchese. Ai toscani è bastato un gol (di Disanto) poco prima dell’intervallo per vincere la sfida del “Porta Elisa”, stadio tabù per i galluresi, che là non hanno mai vinto. Un gol al quale la squadra di Marco Gaburro non è riuscita a replicare, confermando le difficoltà in termini realizzativi che stanno caratterizzando la stagione peggiore dal ritorno tra i professionisti, datato 2016.

Perché non si concluda col disastro della retrocessione diretta, che spiazzerebbe tutti – i tifosi in primis ma anche la nuova proprietà della SwissPro, che di una squadra in Serie D non saprebbe che farsene dal momento che renderebbe come minimo meno appetibile il brand che puntano a promuovere anche all’estero – servirebbe una reazione forte. Che solo una mossa forte, per non dire drastica, potrebbe originare. Difficile che Gaburro, arrivato il 22 gennaio, venga sollevato dall’incarico, così come lo è il reintegro di Leandro Greco, esonerato dopo il derby di ritorno con la Torres per lasciare il posto all’ex Rimini.

Ma intanto quello di domenica con la Recanatese, in campo stasera nello scontro diretto col Sestri Levante, che potrebbe peggiorare ulteriormente la situazione dell’Olbia, non può più essere considerato uno scontro diretto per i galluresi. Che in classifica con 22 punti distano già 8 lunghezze dai marchigiani, a segno all’andata (per ricordare) 4-1.

 

 

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