«Siamo questi: non ci arrendiamo mai, anche quando sembra finita vogliamo uscire dal campo a testa alta». Claudio Ranieri premia la reazione del Cagliari, con i suoi che non si sono mai arresi anche sotto di tre gol e sono riusciti a firmare una rimonta memorabile per trovare la prima vittoria in questa Serie A. «Facciamo degli errori incredibili, ma è una squadra con un cuore immenso: l'ha dimostrato l'anno scorso in Serie B e anche oggi», il giudizio sul 4-3 della Domus. «Dovevamo stare più stretti, ci hanno infilato bene. Poi abbiamo avuto delle occasioni, ma dobbiamo riconoscere che le loro giocate ci hanno fatto male. Dovevamo metterla anche sotto il piano della confusione per rimontarla, quando stavamo perdendo pensavo a come aiutare la squadra perché è la cosa più importante. Giulini? Il presidente non mi ha chiesto nulla finora, si fida di me».

Il ricordo. Ranieri era avversario in un'altra storica rimonta finita 4-3, il 2 dicembre 2019, e il pensiero va proprio a quella partita: «Con la Sampdoria vincevamo 1-3 fino a un quarto d'ora dalla fine, poi è finita 4-3 con gol di Cerri. Evidentemente è uno stadio che stimola i padroni di casa: per fortuna stavolta nella panchina del Cagliari c'ero io». Come singoli una parola per chi ha dato una mano al ribaltone: «Makoumbou è un grandissimo giocatore, dovrebbe giocare a uno-due tocchi ma ci lavoro tutti i giorni. Prima o poi ci riuscirà, perché è un ragazzo molto interessante». Su Pavoletti: «Un professionista serissimo, un ragazzo d'oro. È sempre il primo della fila: lo utilizzo forse a torto come Altafini nella Juventus, il giocatore che ha il tocco magico al momento giusto. Se riuscirò ad allungargli la carriera sarò veramente contento».

Gli errori. Ranieri valuta cosa non è andato dalla partita di oggi: «Dobbiamo essere un po' più determinati, in alcuni punti non abbiamo gestito i contrasti che devono essere la prima cosa. Dobbiamo essere in partita sempre, perché come ci distraiamo è gol: questo è quello che ci dicono le prime dieci giornate di campionato».

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