In una difesa che ha perso il suo top player, Bruno Alves, e ricca di incognite, l'unica certezza si chiama Fabio Pisacane. Una vita a combattere sui campi di periferia fino al Paradiso, protagonista della favola più bella della stagione in rossoblù.

IL BRUTTO ANATROCCOLO - C'era una volta quello che "gioca perché è il cocco dell'allenatore" e che "uno così non può fare la Serie A". Lui, figlio dei Quartieri Spagnoli di Napoli, non poteva certo farsi condizionare dalle malelingue. Le sue battaglie è abituato a combatterle e vincerle. Come l'incubo nell'età dei sogni, la sindrome di Guillain-Barré. Pisacane ha vinto quella sfida, rimettendosi in piedi e a correre dietro un pallone. Una discreta carriera da difensore, di quelli da combattimento, fino all'incontro con Massimo Rastelli. Prima Avellino, poi Cagliari, fino alla Serie A.

LA SCOMMESSA - Per farsi spazio anche nel calcio dei grandi, nulla è stato lasciato al caso, in campo e fuori. Fino all'esordio, contro l'Atalanta. La prima volta in A di Pisacane, a 30 anni suonati, la vittoria, le lacrime nel ripercorrere in pochi istanti la sua scalata infinita. E poi, quelle parole di Bruno Alves, che resta colpito da questo scugnizzo: "Fabio, scommetto che quest'anno farai 30 presenze".

CALCIATORE DELL'ANNO - In un calcio di giganti, Pisacane è un piccoletto, con i suoi 178 centimetri. Ma dove non arriva con l'altezza, ci mette voglia e coraggio. Pur di giocare, si trasforma in terzino destro nella difesa a quattro. I tifosi lo amano perché "lui suda la maglia".

La sua storia, intanto, arriva fino all'Inghilterra, dove il quotidiano "The Guardian" lo nomina calciatore dell'anno. E quando Rastelli lo riporta nel cuore della difesa, Pisacane diventa un intoccabile, il vero leader di una retroguardia che passerà alla storia come la più bucata di sempre. Ma la salvezza non viene mai messa in discussione.

L'ULTIMO PREMIO - La favola di Pisacane è completa. La scommessa di Bruno è persa per una sola presenza, lui si è guadagnato sul campo la conferma anche per la prossima stagione, al centro della difesa, in attesa di capire chi saranno i suoi compagni. Ora si ricarica in vacanza, tra relax e allenamento. Perché a Pejo dovrà rimettersi in gioco, nella seconda stagione, quella delle conferme. La più difficile. Ma il 6 luglio, prima di ricominciare, ritirerà un altro riconoscimento, il "Premio Fair Play 2017", come esempio "di etica e fair play nella vita sociale". Poi il brutto anatroccolo dovrà ricominciare a combattere. Ma in fondo, questa è da sempre la sua vita.

Alberto Masu

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