Come una chiacchierata tra amici quella di questo pomeriggio a "Il Cagliari in diretta" tra l'allenatore della Primavera del Cagliari Fabio Pisacane e i conduttori Alberto Masu, Fabiano Gaggini e Valentina Caruso. Il programma, andato in onda su Radiolina e Videolina, ha concesso al tecnico rossoblù di raccontare un po' di sé, come giocatore e come allenatore: «Sono stato compagno e giocatore di Davide Nicola alla Lumezzane e devo ringraziarlo perché mi ha reso un uomo migliore. Mi ha tracciato la strada in un momento difficile della mia carriera ed ora cerco di essere come lui, una persona gentile ed amico per i miei giocatori. Nicola viene a vedere le nostre partita. C’è sinergia, i ragazzi si allenano spesso con la prima e noi siamo il magazzino per loro. Si è visto con Kingstone l’anno scorso, è un riconoscimento per loro».

Sempre per quanto riguarda il rapporto con Nicola, Pisacane ha parlato della disavventura che ha dovuto affrontare da giovanissimo: «Avevo 24 anni e sono stato avvicinato per vendere una partita, cosa che ho naturalmente rifiutato. Davide Nicola mi ha aiutato per andare a denunciare. È stato tutto più facile perchè c’era lui, una persona con dei valori. Anche per questo ora cerco di essere un punto di riferimento per i miei ragazzi». Alla domanda se ciò capitasse ad uno dei suoi ragazzi, il tecnico degli isolani ha risposto che avrebbe paura di vedere una carrierea rovinata, ma è convinto che sarebbero comunque forti tanto da chiedere subito aiuto. 

La scelta di passare da giocatore ad allenatore è arrivata in modo particolare dopo la terza rottura del ginocchio, ma non rimpiange troppo il rettangolo verde vissuto come calciatore: «A me non manca il campo, negli ultimi anni ho avuto vari problemi al ginocchio. Quando ho smesso è stata una liberazione. Non nego di aver ricevuto diverse offerte da vari Club di Lega Pro per tornare a giocare, primo tra tutti il Cesena. Ma quando mi ha cercato il Cagliari, che sapeva che avrei voluto allenare, non potevo che accettare. Sono comunque contento di quanto fatto nella mia carriera da giocatore. Le scarpette appese al chiodo sono a casa tra i cimeli del mio percorso calcistico e ogni tanto i miei figli vogliono vederle, come tutte le altre cose collezionate nei miei anni in campo». Ma ora che Fabio Pisacane veste gli abiti della guida tecnica, a chi si ispira? «Quando ho iniziato a fare il mister, ho deciso di non essere legato ad un modulo ma a quello che fanno i ragazzi. Alleno loro, non me. Se uno persevera, nonostante i risultati, poi vince. Il mio gioco viene da tutti gli allenatori che ho avuto e da quelli che apprezzo. Questo mix crea il mio stile. Inoltre ho fatto un corso per capire di cosa i giovani di oggi hanno bisogno: io sono della gerenerazione Y e loro della Z, una generazione tecnologica, che ha una capacità visiva molto ricercata. La metodologia d’allenamento è basata sul tenere alta l’attenzione, con molti stimoli e premi. Prima di essere allenatori, dobbiamo essere educatori».

Il passato da giocatore del Cagliari ha visto il mister rossoblù collezionare 152 presenze. Sacrificio e impegno non sono mai mancati, così come ammesso dallo stesso Pisacane: «Qualche partita l’ho sbagliata ma ho sempre dato il massimo per onorare la maglia. Sono sempre andato a letto con la coscienza apposto».

Al CRAI Sport Center di Assemini, poi, c'è un continuo scambio aiuto tra i vari tecnici del Settore Giovanile, in particolare con l'allenatore dell'U18 Marco Mancosu: «Mi rivedo in lui, stare lì al campo e condividere il quotidiano è una fortuna. Il confronto che abbiamo ci permette di crescere entrambi. Per chi vive il calcio come noi, in modo passionale, tutto questo finisce per arricchirti». Ma dalle esperienze vissute al centro sportivo, Pisacane non ha imparato solo dagli altri mister delle Under. Uno dei principali mentori è stato Claudio Ranieri: «Ranieri diceva sempre che il tecnico tattico è l’ultima cosa, la prima sono i rapporti con i giocatore. Ci ho parlato diverse volte e ho imparato tanto da lui. Ogni giorno continuo ad imparare da tutto. Sui rapporti umani credo tantissimo, penso che i giocatori si possano spingere oltre l’ostacolo se dall’altra parte vedono che sei una persona vera».

E proprio mentre si parlava dei giocatori, un piccolo punto è stato fatto su alcuni singoli, in particolare Franke, Balde e Cogoni: «Balde è un giocatore che quando è arrivato si vedeva il potenziale fisico ma non altro. Aveva da lavorare sul tecnico e disciplinare. Ora si sta prendendo la scena. Franke? L'opposto di Balde, è un ragazzo molto timido ma che si applica tantissimo. Ho deciso di premiarlo con lo schieramento da titolare. Quando mi devo rapportare con loro, ho modi completamente diversi. Poi c'è Cogoni che sì, può essere definito un mini Pisacane. Da poco è stato convocato in prima squadra e con l’Italia U19. Non ruba l’occhio ma quando serve c’è».

In chiusura non si poteva che aprire una parentesi sulla stagione in corso. L'annata della sua Primavera è iniziata un po' in salita, ma nonostante le difficoltà affrontate, i suoi ragazzi hanno cominciato a raccogliere i frutti del duro lavoro: «Abbiamo fatto 3 punti nelle prime cinque gare ma siamo rimasti positivi. Avevamo fatto comunque delle grandi partite, per quello ero tranquillo. Dopo l’Empoli abbiamo ribaltato la situazione. Abbiamo continuato a mettere in campo buone prestazioni con risultati diversi ed ora dobbiamo restare umili e lavorare. Ho un gruppo con uno spirito di sacrificio immenso». La soddisfazione di Pisacane per la sua squadra è palpabile, ma bisogna continuare ad impegnarsi duramente: domenica al Virgilio Porcu di Selargius (ore 10:30) c'è la Lazio.

© Riproduzione riservata